Il nuovo robot chirurgico di Cosenza e le polemiche provinciali e vittimiste di Falcomatà

Occhiuto scrive: "Arrivato un nuovo robot chirurgico in Calabria". E scoppia la polemica. Ma ha davvero ragione Falcomatà o si pecca di provincialismo?

StrettoWeb

E’ notizia di oggi che all’Ospedale di Cosenza è arrivato il robot Da Vinci. Subito dopo le immagini dell’inaugurazione diffuse da Roberto Occhiuto, a Reggio Calabria alcuni (i soliti noti, in verità) hanno notato nelle parole del governatore qualcosa che apparentemente non andava. Occhiuto infatti ha scritto: “Arrivato un nuovo robot chirurgico in Calabria. Finora tanti calabresi che dovevano subire un intervento alla prostata o di chirurgia toracica, oncologica o ginecologica, erano costretti ad andare fuori dalla nostra Regione. Adesso, anche grazie a un nuovo robot di ultima generazione, potranno scegliere di farsi operare in Calabria. Passo dopo passo, questa sanità stiamo cercando di ricostruirla”.

Il medesimo strumento innovativo è da tempo in dotazione anche al GOM – Grande Ospedale Metropolitano – già da anni. Occhiuto, infatti, non ha mai detto che prima non c’era uno strumento simile nella nostra regione, ma ha scritto che è “arrivato un nuovo robot chirurgico in Calabria”, frase che non può essere strumentalizzata in alcun modo secondo le regole base della lingua italiana: non esclude affatto che ci siano altri robot chirurgici in Calabria, anzi dove dice “un nuovo” sottintende proprio che già ce ne siano altri.

Non solo, Occhiuto scrive: “tanti calabresi che dovevano subire un intervento alla prostata o di chirurgia toracica, oncologica o ginecologica, erano costretti ad andare fuori dalla nostra Regione“. Anche questa è un verità incontrovertibile, considerando che molti calabresi, perlopiù della provincia di Cosenza, si spostavano verso la Puglia o la Campania, più comodi e veloci da raggiungere rispetto a Reggio Calabria.

Il robot ‘calabrese’ e la reazione di Falcomatà

E d’altronde, che i cosentini siano anch’essi calabresi è una verità lapalissiana. Per molti ma non per tutti, evidentemente. L’occasione infatti è diventata ghiotta per tutti i provincialissimi detrattori del presidente Occhiuto ed è stata colta al volo dall’ex sindaco Giuseppe Falcomatà.

Il Governatore Roberto Occhiuto, nonché Commissario straordinario per la Sanità in Calabria, non sa che il robot “Da Vinci”, già da anni, è magistralmente utilizzato dall’équipe urologica del Grande Ospedale di Reggio Calabria – scrive Falcomatà su Facebook -. Emozionato per aver visitato il macchinario installato all’Ospedale di Cosenza, infatti, il presidente della Regione si è lasciato andare a dichiarazioni totalmente sconnesse dalla realtà, parlando di nuove possibilità per il sistema sanitario regionale che “può offrire gli stessi servizi garantiti in altre Regioni”“.

I servizi di cui parla Occhiuto, tuttavia, sono già ampiamente garantiti dal Gom di Reggio che vanta professionisti di tutto rispetto, conosciuti a livello nazionale. Lo sanno tutti, tranne Roberto Occhiuto. A questo punto, due sono le cose, entrambe ugualmente gravi: o il commissario straordinario Occhiuto non conosce le possibilità offerte dalla Sanità in Calabria oppure non considera come facente parte della Calabria la città più grande dell’intera regione“, conclude il sindaco sospeso.

Cosenza Vs Reggio Calabria??

Viene da chiedersi se Falcomatà sia a conoscenza del fatto che la distanza tra Cosenza e Reggio Calabria implichi oltre due ore, in automobile, e una media di 2 ore e 37 minuti in treno, in base alla tipologia di corsa che si sceglie. E d’altronde, esattamente come i cosentini, anche i reggini si spostano in regioni limitrofe per motivi sanitari. Non è forse vero che anche da Reggio Calabria, per un servizio non offerto dal nostro ospedale, tendiamo a spostarci a Messina, a Catania o in altre città siciliane? Esattamente come fanno i cosentini.

Per quale motivo, quindi, Occhiuto, la Regione e tutti i calabresi non dovrebbero esultare per il nuovo robot chirurgico di Cosenza? Forse per Falcomatà Cosenza non è definibile come Calabria? O forse dobbiamo sempre essere vittime di qualcuno, sempre attori di un becero provincialismo? O più semplicemente, così disperati da tentare improbabili strumentalizzazioni politiche?

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