Secondo la perizia calligrafica Messina Denaro scriveva al sindaco Vaccarino

Secondo gli avvocati della famiglia di Vaccarino, l'ex sindaco di Castelvetrano doveva aiutare gli 007 a trovare e stanare Matteo Messina Denaro

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La calligrafia appartiene a Matteo Messina Denaro. A confermare che i ‘pizzini’ siano stati scritti dalla medesima persona, lo dicono le 237 pagine redatte dalla criminalista Katia Sartori, che su incarico della moglie dell’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, ha effettuato una perizia calligrafica con lo studio e la comparazione di cinque diversi documenti inviati da Matteo Messina Denaro alla sorella Rosalia, a Vaccarino e ai Lo Piccolo.

I pizzini in questione sono quelli che si sarebbero scambiati il boss mafioso e l’ex sindaco di Castelvetrano, ormai deceduto. Secondo la difesa Vaccarino all’epoca dei fatti collaborava con i servizi segreti. Il suo ruolo era proprio quello di tramite con il Messina Denaro. Doveva aiutare gli 007 a trovarlo e stanarlo. Secondo altre versioni, però, Vaccarino avrebbe intrattenuto la corrispondenza col boss per un tornaconto personale. Avrebbe fatto parte anche lui della rete di protezione di Messina Denaro.

Gli Avvocati Baldassarre Lauria e Giovanna Angelo partendo dall’ipotesi spesso avanzata che l’allora latitante si servisse di un amanuense per la sua corrispondenza ritengono inverosimile che Matteo Messina Denaro avesse bisogno di qualcuno che scrivesse al suo posto. Soprattutto a seguito dell’esito delle conclusioni della consulenza. E questo anche in riferimento alle lettere inviate dallo stesso ai familiari.

Le conclusioni della perizia: la scrittura è di Messina Denaro

Come riportato nelle conclusioni della perizia redatta dalla criminalista Sartori – scrivono gli avvocati Lauria e Angelo in una nota – “sono stati rilevati su tutti i documenti esaminati, alcuni connotati personali” e “connotati salienti“.

I contrassegni particolari riscontrati analogamente in tutti i documenti analizzati -si legge nelle conclusioni della consulenza – sono caratteristici dei singoli individui. A differenza dei connotati salienti, sono personali e riconducibili ad un particolare soggetto e solo allo stesso riferibili“.

La Dottoressa Sartori – proseguono i due legali – è una criminalista, esperta in scienze forensi, che ha effettuato una comparazione grafica tra i documenti, facendo anche ricorso ai più moderni strumenti tecnico-scientifici che permettono un’accurata analisi forense confrontando campioni di manoscritto estratti da uno o più documenti”.

Una consulenza tecnica, richiesta dalla magistratura, in passato aveva escluso la riferibilità a Matteo Messina Denaro delle missive inviate ad Antonio Vaccarino, durante il periodo in cui quest’ultimo collaborava con il Sisde al fine di arrivare alla cattura del latitante. “Oggi, con la comparazione di più scritti inviati a più soggetti – affermano i due legali – possiamo escludere che a Vaccarino scrivesse una persona diversa da quella che scriveva a tanti altri soggetti, compreso esponenti di primo piano di ‘Cosa nostra’ e familiari del boss“.

Scardinate le teorie complottiste

Questo permette di poter scardinare le teorie complottiste e le fantasie di presunti testimoni che hanno narrato di conoscere chi scriveva per conto di Matteo Messina Denaro a Vaccarino, rappresentando il tutto come fosse un artificio dei servizi segreti intendi a non si sa quale gioco. “Partendo dall’odierno dato acquisito – precisano gli avvocati -, dobbiamo chiederci per quale ragione venne bloccata l’operazione del Sisde. Inoltre, a distanza di così tanti anni dai fatti che videro protagonista l’allora nostro assistito, per quale recondito motivo queste presunte testimonianze sembrano volte soltanto ad infangare gli allora ufficiali del Sisde (Mori e De Donno) e l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino?“.

Fatti questi – concludono gli avvocati – che ci si riserva di valutare per eventuali approfondimenti in altra sede, a tutela dell’immagine di Vaccarino, purtroppo ormai deceduto, e dei suoi famigliari”.

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