Matteo Messina Denaro pranzava vicino agli uomini della Dia: “li conosceva”

Secondo un ristoratore Andrea Bonafede, alias di Matteo Messina Denaro, pranzava nel suo locale vicino agli uomini della Dia. La sorella, intanto, si è avvalsa della facoltà di non rispondere

StrettoWeb

E’ uno scoop di quelli destinati a tenere banco sugli organi di informazione per giorni. A Non è l’Arena, su La7, l’inviato Danilo Lupo ha raccolto le testimonianze di chi ha servito più volte Matteo Messina Denaro nel ristorante dove il boss pranzava frequentemente. Lo stesso locale, secondo quanto raccontato dai testimoni, è frequentato giornalmente dagli agenti della Dia (Direzione Investigativa Antimafia). “Mentre lui stava qui, (c’erano) anche loro”, ha detto l’intervistato nella registrazione mandata in onda da Massimo Giletti. “Sono quattro o cinque e vengono a mangiare a turno. Figuriamoci se Matteo Messina Denaro, con la sua esperienza, non sapeva chi fossero. Li conosceva per forza”, ha precisato.

E intanto proseguono le indagini. Oggi i carabinieri del Ros stanno effettuando una nuova perquisizione nella casa di via Alberto Mario a Castelvetrano, in cui viveva la sorella del boss, Rosalia Messina Denaro, arrestata venerdì per associazione mafiosa. Si tratta della storica residenza della famiglia Messina Denaro: le sorelle della donna vivono in un’altra palazzina con la madre.

Rosalia Messina Denaro si è avvalsa della facoltà di non rispondere

Rosalia era l’unica dei Messina Denaro ad essere rimasta nell’appartamento ed era colei che gestiva il denaro del clan al posto del fratello. Proprio al secondo piano dell’abitazione, il 6 dicembre scorso, i militari, che cercavano un luogo sicuro per piazzare delle microspie, hanno trovato l’appunto sulle condizioni di salite del capomafia che poi li ha portati al suo arresto. Era nascosto nell’incavo di una sedia. Numerosi altri pizzini, tra i quali alcuni del fratello, sono stati recuperati nell’asse da stiro e nella casa di campagna della donna, in contrada Strasatti.

Rosalia si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al gip Alfredo Montalto. La donna, sentita per l’interrogatorio di garanzia nel carcere Pagliarelli, era assistita dall’avvocato Daniele Bernardone“La mia assistita è in buone condizioni, compatibilmente con la sua situazione“, ha dichiarato il legale della donna. Ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle frasi che la sua assistita avrebbe detto ai carabinieri dopo l’arresto, ovvero che la sua famiglia è perseguitata dalla giustizia senza motivo, il legale ha risposto: “sono aspetti che non attengono la difesa“, precisando che ogni valutazione è “prematura vista la fase del tutto preliminare delle indagini“.

Condividi