Grande successo a Bari per il libro di Scopelliti: parole sorprendenti da Emiliano e “quel video della Fallara”

L'ex Sindaco e Governatore Giuseppe Scopelliti ha presentato il suo libro a Bari: presente anche il Presidente della Puglia Emiliano

  • presentazione libro scopelliti
  • scopelliti bari
  • fini scopelliti
  • presentazione libro scopelliti
  • presentazione libro scopelliti
  • presentazione libro scopelliti
  • presentazione libro scopelliti
  • presentazione libro scopelliti
  • scopelliti libro bari
/
StrettoWeb

Continua il percorso di Giuseppe Scopelliti in giro per l’Italia. L’ex Sindaco e Governatore vuole raccontare la sua storia, facendo sì che arrivi agli occhi e alle orecchie di più persone possibili. “Io sono libero” è un libro che racconta tutto. Dal passato ambizioso agli anni migliori, passando alla condanna, alla caduta e al difficile periodo in carcere. Il testo è stato presentato a Roma qualche settimana fa e a Bari nella giornata di ieri. Sorprende il fatto che, accanto a Scopelliti, oltre a Gianfranco Fini (grande amico e firma della prefazione del libro) fosse presente anche il Governatore pugliese Michele Emiliano. Non scontata la sua presenza, dopo l’invito, e non scontate neanche le sue parole, nonché i contenuti delle stesse.

L’intervento di Emiliano

Da uomo del PD, da uomo di Sinistra – area politica di norma giustizialista – Emiliano ha detto la sua scevro da condizionamenti o ideologie. Ha letto, compreso e apprezzato “l’uomo Scopelliti”, con tutte le sue paure e difficoltà nell’affrontare un periodo bruttissimo. “Il libro l’ho letto – ha dichiarato Emiliano – e per certi versi è commovente. È il libro di un uomo che sta affrontando una delle prove forse più difficili della vita, il carcere. Sia pure in periodi diversi, eravamo nella stessa funzione di Presidenti di Regione, in regioni molto complicate”.

“Apprezzo molto il modo in cui Giuseppe Scopelliti ha affrontato questa prova così complicata. Per chiunque svolga attività complesse, che siano pubbliche o non pubbliche, sono molto elevati i rischi di fraintendimenti, o di situazioni in cui si infrange la legge quasi senza accorgersene, anche per le difficoltà che spesso comportano questi ruoli. In questi casi, occorre sempre una grande considerazione, sia da parte del sistema giudiziario, sia dal punto di vista del giudizio pubblico”, si legge ancora.

Emiliano si è rivolto poi direttamente all’ex presidente della Regione Calabria: “Sono convinto – ha detto – che, dentro di te, tu abbia giudicato qualcosa dell’esperienza carceraria in maniera positiva. Mi auguro soprattutto che la tua comunità e tutte le persone che ti vogliono bene sappiano insieme a te vivere con maturità un processo che ha profili di inaccettabilità per qualsiasi essere umano: non tanto per la privazione della libertà, quanto per la lesione dell’onore. Molti di noi, non solo io, preferirebbero morire che essere disonorati. Per alcuni questa è una frase fatta, ma per molti altri è una stramaledetta verità”.

“Ci vuole sempre una grande considerazione – ha aggiunto Emiliano – sia da parte del sistema giudiziario, sia dal punto di vista del giudizio pubblico. Peraltro nel libro non ho mai trovato una dichiarazione da parte di Giuseppe Scopelliti sull’insussistenza di prove a suo carico, ma altre riflessioni umane, che mi hanno spinto a essere qui. Nel libro ho trovato riflessioni umane che mi hanno spinto ad essere qui per ragioni di affetto, anche su invito di Fabrizio Tatarella, che è un mio amico. Ma mi è cara anche l’occasione di salutare Gianfranco Fini, una persona che ho conosciuto e con la quale ho avuto buoni rapporti in passato”.

Le parole della giornalista Andreana Illiano

Giornalista a Reggio Calabria negli anni di Scopelliti, ora Andreana Illiano si trova in Puglia e ha seguito l’evento di ieri in prima persona. Lungo e interessante intervento, il suo, sulla vicenda. “Erano uno accanto all’altro – scrive – un segno di onore e rispetto, in un luogo di destra, la Fondazione Tatarella, erano insieme l’uno per l’altro: un uomo di sinistra in carica, un governatore magistrato, Michele Emiliano arrivato per la presentazione del libro di Giuseppe Scopelliti, uomo di destra, ex governatore di Calabria, che ha scontato una pena detentiva”.

“E’ accaduto ieri sera a Bari. Ieri a Bari chi è di sinistra ha storto il naso; chi è di destra si è chiesto che faceva là il governatore della Puglia di centro-sinistra. E questo lo sapeva bene Michele Emiliano che è entrato quasi a fine lavori e ha confessato: ‘Diciamolo Peppe – rivolgendosi a Scopelliti – io avrei dovuto avere altro da fare stasera: io sono un presidente ex magistrato, tu un ex presidente con una storia diversa’. Già un ex governatore di destra e con un anno e mezzo di pena scontata in carcere. Ma se non si giudica per pregiudizi, quella presenza ha un senso”.

“Peppe Scopelliti è stato condannato per falso ideologico, ha firmato da sindaco di Reggio Calabria un bilancio comunale. Lo sa Emiliano che è pure stato sindaco: ‘Ne ho firmati di bilanci, si tratta di documenti complessi. Un sindaco firma, si fida dei dirigenti‘. Poi l’ex magistrato governatore si rivolge a Scopelliti: ‘A meno che non ci siano state interferenze’. Scopelliti gli fa segno di no. Già non c’è traccia di ciò nelle carte giudiziarie. E’ un fatto. Se è lì Emiliano non è neanche per ragioni politiche, è per rispetto, è per onore all’uomo. Ha letto il libro e continua: ‘Non dici mai che sei innocente’. No, non è mai scritto nel libro, perché dopo la sentenza definitiva Peppe Scopelliti (come si legge nel libro) si consegna e fa solo una telefonata, a Gianfranco Fini, da uomo delle istituzioni quale si sente rispetta una altra istituzione: quella della magistratura”, ha aggiunto.

“Una magistratura ballerina però perché se è vero che la giustizia è uguale per tutti, non si capisce come nella vicina Messina e poi in altre centinaia di altre città d’Italia un sindaco (con lo stesso capo di accusa) che firma un bilancio venga sempre assolto in secondo grado perché in fondo si fida del lavoro dei tecnici, a Reggio Calabria, e solo qui, è stato invece condannato, in via definitiva. Non si capisce come sia possibile, nell’inchiesta di Reggio, che chi ha indagato si sia poi ritrovato a giudicare”.

“Il dibattito sulla giustizia è ampio, si sente nella sala della Fondazione Tatarella che a gran voce richiama ad una urgente riforma della giustizia (la grandezza di Fini mi ha fatto rimpiangere la Prima Repubblica). Personalmente non ho mai votato Scopelliti, ma ho vissuto quel periodo della sua condanna a Reggio, da giornalista. E non riesco a spiegarmi come sia possibile che un solo chiarissimo atto non sia stato mai accolto tra le prove del processo, mi riferisco al video (gira ancora sul web) di una conferenza stampa dove la dirigente del Comune di Reggio, Orsola Fallara accusò se stessa e chiese perdono a Scopelliti, in quel momento non sapevamo per che cosa. Poi si vergognò e si suicidò. Non ha potuto mai testimoniare”.

“Aggiungo infine che, guardando da lontano Reggio (vivo in Puglia) mi sono proprio stancata di vedere e sentire ogni volta che Scopelliti si muove ombre sul suo operato. Se parlano le carte, parlano sempre. E basta con quest’aria minacciosa di meteori che si stanno per scagliare, su segreti e trame, su ndrangheta e massoneria. E basta. Scopelliti non si vuole ricandidare. Vuole onore. Perché la giustizia non è stata uguale per tutti nel suo caso”, ha concluso la giornalista.

Sisto: “l’esperienza di Scopelliti è un segnale”

Presente all’evento anche Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia: “l’esperienza del presidente Scopelliti costituisce un segnale, un monito, per certi versi una speranza”, ha dichiarato Sisto, prima di aggiungere che “il ridimensionamento di talune fattispecie per far sì che un sindaco, o comunque un pubblico amministratore, possa firmare con più tranquillità gli atti ed essere più libero di amministrare senza il terrore della pendenza di un procedimento penale è sintetizzata dalla necessità di abrogare e poi riformare l’abuso d’ufficio e di intervenire sul traffico di influenze. È necessaria una riforma di sistema: il processo penale deve essere scandito da una maggiore chiarezza tra chi giudica e chi accusa. La separazione delle carriere non è solo un obiettivo, ma un’esigenza che nasce dalla Costituzione”.

Condividi