“Non mi illudo che le dichiarazioni di Matteo Messina Denaro siano foriere di una collaborazione che invece sarebbe molto importante se fosse piena, esaustiva e sincera. Riina e Messina Denaro appartengono a due storie diverse, sono due mafiosi diversi. Messina Denaro è cresciuto sulle gambe di Riina ma ha viaggiato, ha avuto contatti con persone straniere. Potremmo dire che è un mafioso moderno. Io credo che con quella ammissione sul piccolo Di Matteo, Messina Denaro forse ha voluto allontanare da sé la vergogna di essere il mandante dell’omicidio di un bambino, una cosa che anche in ambiente mafioso è malvista“.
Così il magistrato Nino Di Matteo durante l’appuntamento Sky Tg 24 Live, per l’occasione trasmesso dalla Sala dei Baroni. Sulla cattura di Matteo Messina Denaro “c’è poi da chiarire il capitolo delle coperture extra mafiose: non credo alle coperture solo da parte dei familiari e di qualche compaesano. Dobbiamo capire se ci possano essere state coperture istituzionali. Del resto anche per Provenzano solo dopo svariati anni si è potuto accertare che ha potuto contare su coperture di altro tipo“.
Il magistrato commenta così la dichiarazione in cui Matteo Messina Denaro ha ammesso di aver ordinato il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, ma non di averne commesso l’omicidio, scaricando su Giovanni Brusca la responsabilità del delitto.
“E’ vergognoso – sottolinea di Di Matteo – che un latitante accusato di sette stragi resti latitante per trenta anni. Dobbiamo chiederci come sia stato possibile che Matteo Messina Denaro sia rimasto a casa sua facendo una vita normale, sostanzialmente da latitante a casa sua“. “Il giorno della cattura resterà un giorno importante – spiega ancora – ma non possiamo nasconderci la realtà, ovvero che è vergognoso che oggi un latitante per sette stragi e numerosi delitti eccellenti rimanga tale per 30 anni. Dobbiamo chiederci come sia stato possibile tutto questo“.