Calabria, maxi sequestro ad agente immobiliare legato alla ‘Ndrangheta: viaggiava su Porsche e Velar | NOMI e DETTAGLI

Calabria: disposto il sequestro del patrimonio del valore di oltre 4 milioni di euro, riconducibile ad un agente immobiliare arrestato a gennaio del 2021 nell'ambito della nota operazione PROFILO BASSO

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Nella giornata del 30.03.2023, personale del Centro Operativo D.I.A. di Catanzaro, coordinato da questa Procura Distrettuale Antimafia, ha dato esecuzione al decreto con il quale il Tribunale Ordinario di Catanzaro – Seconda Sezione Penale, ha disposto il sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, del patrimonio, del valore di oltre 4 milioni di euro, riconducibile ad un agente immobiliare – arrestato a gennaio del 2021 nell’ambito della nota operazione PROFILO BASSO, in quanto ritenuto gravemente indiziato di essere promotore di una organizzazione, composta da società “cartiere” cui erano preposti dei soggetti prestanome, finalizzata all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti – e al suo nucleo familiare.

Il sequestro di prevenzione ha riguardato:

  • n. 04 complessi aziendali, comprendenti:
  • la società GRT Srls con la quale veniva gestito il noto Pub della movida catanzarese, il Ristorante “MOPS”, intestataria di nr. 02 autovetture di pregio;
  • la società “G-IMMOBILIARE SRLS”;
  • la società “NON SOLO PERMUTE SERVIZI IMMOBILIARI” e nr. 01 immobile;
  • la società “GISASTE srl” con il compendio aziendale costituito da 2 autovetture di pregio, Range Rover Velar e Porsche, nonché una utilitaria;
  • partecipazioni, anche in forma totalitaria, in n. 03 società, attive nei settori della ristorazione e della mediazione immobiliare;
  • nr. 31 fabbricati;
  • nr. 03 terreni;
  • nr. 03 autovetture;
  • nr. 02 motoveicoli;
  • tutti i rapporti bancari, polizze assicurative, depositi a risparmio, buoni postali fruttiferi intestati e/o riconducibili ai proposti e ai loro familiari.

Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato ex art. 20 d.lgs. 159/ 2011, dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e di quella patrimoniale della confisca, a firma congiunta del Procuratore Capo di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri e del Direttore della DIA, dott. Maurizio Vallone.

La proposta si fonda su complesse indagini di natura economico-patrimoniale svolte, anche con l’ausilio di sofisticati software, ad opera degli specialisti della DIA del Centro Operativo di Catanzaro, volte a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile al destinatario del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e all’attività lavorativa.

Le investigazioni si sono avvalse anche delle risultanze investigative del p.p. 4499/2016, convenzionalmente denominato “PROFILO BASSO”, attualmente pendente in fase di giudizio ordinario proprio nei confronti, tra gli altri, del destinatario del sequestro di prevenzione, al quale è contestato anche il delitto di cui all’art. 416bis c.p..
Le indagini riguardano le vicende patrimoniali e commerciali dell’odierno proposto, che viene indicato come soggetto portatore di pericolosità sociale qualificata, in ragione della emersione
degli elementi indiziari sviluppati nella proposta.

Il proposto, a partire dall’anno 2005, si ritiene essere stato “appartenente” alla cosca TRAPASSO – riconosciuta, come ‘ndrina incardinata nel locale di San Leonardo di Cutro, in via definitiva in ambito giudiziale – alla quale avrebbe apportato un peculiare contributo di tipo “imprenditoriale”, consistito essenzialmente nella gestione degli affari economici della medesima consorteria. Gli elementi a sostegno dell’odierna misura ablativa danno conto, fra l’altro, dei rapporti con la suddetta famiglia nel settore dell’usura e nel settore degli investimenti di denaro frutto di attività illecite. Gli elementi raccolti hanno consentito di ipotizzare che il proposto era a capo di una organizzazione votata alla emissione di fatture per operazioni inesistenti avrebbe alimentato in parte le cosche di Catanzaro e San Leonardo di Cutro.

Si precisa che il provvedimento oggi eseguito ha natura provvisoria e, ad esso seguirà il procedimento di prevenzione, dove le parti potranno spiegare le proprie facoltà nel contraddittorio.

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