Messina, Conte attacca Fdi e Lega: “su Orban servono scuse o non idonei a governare”. E Varchi risponde…

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L’ex Premier puntualizza del documento contro l’Ungheria approvato ieri dal Parlamento europeo e non votato da Fdi e dalla Lega: “non spetta a nessuno distribuire patenti di legittimazione democratica ma ieri si è consumato un passaggio molto serio”

Giuseppe Conte bacchetta il Centrodestra, in modo particolare Fratelli d’Italia e Lega“Al Parlamento europeo hanno votato a favore della svolta illiberale e autarchica del governo di Orban e allora io dico: o Meloni e Salvini fanno marcia indietro e riconoscono pubblicamente di aver sbagliato, oppure, da cittadino italiano prima che da politico, affermo che sono inidonei a governare in Italia”, ha affermato il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, oggi a Messina, rispondendo a una domanda dei cronisti presenti all’iniziativa elettorale. “Voi siete testimoni del fatto che ho detto che non spetta a nessuno distribuire patenti di legittimazione democratica – è stata la premessa di Conte – . Stiamo parlando della Lega e di Fratelli d’Italia, di partiti che sono nell’arco costituzionale da tempo legittimamente e che legittimamente possono aspirare al governo di questo Paese, ma ieri si è consumato un passaggio molto serio”.

La risposta non è tardata ad arrivare tramite le parole di Carolina Varchi (Fdi), vicesindaco di Palermo: “non solo non abbiamo nulla di cui scusarci ma credo che Conte dovrebbe pensare ai suoi errori, anche in politica estera, fatti nell’ultima legislatura e rassegnandosi tornare a fare l’avvocato non ‘del popolo’ ma dei suoi assistiti”. “Conte evidentemente annaspa alla guida di un Movimento ormai completamente in declino – spiega ancora in un’intervista alla Dire – dopo una legislatura nella quale gli italiani si aspettavano la realizzazione di tante promesse ma questo non è avvenuto”.

Varchi analizza poi quanto votato all’Europarlamento: “Conte parla del voto espresso dall’assemblea ma non parla del documento che si votava. Un documento politico soggettivo che voleva penalizzare un governo a dispetto delle politiche dell’Unione europea che proprio in questo momento storico dovrebbero puntare a unire. Tutto questo oltre al fatto che con quel documento si chiedeva anche la revoca dei fondi Next generation Eu, cosa che per regolamento non si può fare. Il voto di FdI è stato non soltanto un voto politico – conclude Varchi – ma anche tecnico a tutela delle prerogative di un popolo e quel documento, tutto soggettivo, politico e discrezionale, non rispondeva ai requisiti che avrebbe dovuto avere”.

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