L’insostenibile leggerezza del Covid: siamo pazzi adesso o lo siamo stati nei due anni scorsi?

StrettoWeb

Il clamoroso paradosso del Covid: con un numero di contagi, ricoveri e morti enormemente superiore a uno e due anni fa, siamo tornati a fare una vita assolutamente normale come se la pandemia fosse finita. Siamo impazziti adesso, o abbiamo vissuto da pazzi negli anni di lockdown, coprifuoco, zone rosse e green pass?

Vuoi vedere che siamo impazziti? A Reggio Calabria stiamo celebrando Festa di Madonna come tre anni fa, come se l’emergenza Covid-19 fosse finita. Eppure nessun ente sanitario ha dichiarato la fine della pandemia e, anzi, tutti i dati epidemiologici sono oggi drammaticamente peggiori rispetto a uno e due anni fa. In Italia il trimestre estivo (dal 1° giugno al 31 agosto) s’è concluso con 8.898 morti: un aumento del 188% rispetto ai 3.093 morti dello stesso trimestre di un anno fa (2021) e addirittura del 330% rispetto ai 2.068 morti dello stesso trimestre di due anni fa (2020). L’incremento di contagi, ricoveri e decessi è stato ancor più significativo in Calabria, dove le scorse due estati erano trascorse praticamente “Covid-free” quando il contagio era ancora confinato prevalentemente nelle Regioni del Nord: nel 2020 per tutto il trimestre estivo non era morto nessuno, nel 2021 le vittime calabresi stagionali erano state 143, quest’anno ne abbiamo tristemente avute 334.

Ma allora che è, siamo davvero impazziti tutti? Per la processione della Madonna abbiamo fatto la tradizionale veglia all’Eremo, tutti ammassati in un luogo chiuso, persino senza mascherina. E poi in processione c’erano decine di migliaia di persone, tutte rigorosamente senza mascherina, in un giorno in cui secondo il bollettino della protezione civile in Calabria abbiamo avuto un tasso di positività ai tamponi del 17%, che è il dato che testimonia l’entità della circolazione del virus in base al numero di test positivi in rapporto a quelli processati. Un numero mai così alto né nel 2020 né nel 2021, quando la processione l’avevamo annullata: le autorità competenti avevano deciso che non si poteva fare, e il quadro della Madonna veniva trasportato su un furgone nottetempo per evitare che a qualche fedele particolarmente facinoroso, evidentemente complottista o negazionista, non saltasse in testa di seguire la sacra effige nonostante il divieto. Ebbene sì, per due anni abbiamo “rapito” la Madonna irrompendo all’Eremo con il volto occultato dalle mascherine, caricandola su un furgone stile banda della Uno bianca, con l’unico scopo di trasferirla al Duomo tanto per rispettare la tradizione.

Chissà quanti, ammassati per la Madonna, nei due anni scorsi erano nascosti dietro le finestre a cercare un runner untore da segnalare al 113. Chissà quanti se la sono presa con Briatore, con la movida, con le discoteche, i concerti, i viaggi, con quelli che dopo la fine dell’obbligo hanno tolto subito la mascherina e al supermercato venivano guardati come alieni. E adesso tutti lì, ammassati, per salutare la Madonna in uno dei giorni con più contagi dall’inizio della pandemia.

Ma negli scorsi due anni non avevamo annullato soltanto la processione. Non abbiamo fatto i fuochi d’artificio, non abbiamo fatto le giostre e le bancarelle, non potevamo andare allo stadio, al cinema, al teatro, abbiamo annullato i concerti che invece adesso stanno gremendo le piazze, le spiagge e i palazzetti di tutt’Italia. A Reggio ieri sera ci sono stati i Tiromancino, circa duemila appassionati ammassati tutti senza mascherine a piazza del Popolo dove qualche settimana fa si era esibita Loredana Bertè di fronte ad una folla ancora più grande.

E che dire della Reggina? Nelle prime due partite stagionali al Granillo c’erano oltre 11-12 mila spettatori, contro il Palermo addirittura più di 13 mila, e potevano entrare persino i no vax perché il Green Pass non c’è più. I reietti che non si sono voluti vaccinare adesso sono di nuovo ammessi nella nostra società, e non perché è cambiato il Governo e ha vinto le elezioni qualche pericoloso partito anti scientifico sostenuto dai terrapiattisti, ma perché quello “strumento di libertà“, come lo chiamavano, è stato cancellato dagli stessi illuminati che lo avevano imposto certi che ci avrebbe dato “la garanzia di ritrovarci tra persone non contagiate e non contagiose“.

Non solo siamo tornati alla vita di sempre senza limitazioni, senza restrizioni, senza lasciapassare nonostante il virus galoppi e – in base ai dati ufficiali – uccida più di prima. Oggi siamo così tanto impazziti che sono persino quasi scomparsi gli ‘mpanicati, quelli che per due anni ad ogni folla commentavano su facebook “ci vediamo tra quindici giorni“, come se ogni quindi giorni, dopo quindici giorni saremmo dovuti morire tutti. E i “quindici giorni” si ripetevano mese dopo mese, per due anni. Ce ne è voluto affinché si rendessero conto della realtà. Non gli era bastata la festa per la Coppa Italia del Napoli o la Serie B conquistata dalla Reggina a a giugno 2020: la mancata estinzione di partenopei e reggini avrebbe potuto smentire le profezie terroristiche secondo cui quei tifosi fossero “sciagurati“, in quanto il contagio rimase azzerato in entrambe le città per più di tre mesi dopo quelle celebrazioni. E invece gli ‘mpanicati hanno continuato a condizionare la nostra normalità per altri due anni: le scuole chiuse, l’aberrazione della dad, lo smart working, le Regioni colorate per giunta con i colori annunciati a tarda sera per la mattina successiva. Vi ricordate tutta la retorica dei governanti? “Andrà tutto bene“, “Chiudiamo oggi per salvare il Natale“, “Ne usciremo migliori“. E poi, dopo due anni e mezzo, con i numeri peggiori di sempre possiamo fare tutto quello che vogliamo. Anche mangiare senza lavarci le mani, bere dallo stesso bicchiere, se ci va persino sputarci reciprocamente sul naso: nessun poliziotto è autorizzato a perseguirci per questo, l’importante era che ci intimassero di tornare a casa anche quando eravamo completamente soli su un marciapiede isolato, non sia mai ci potessimo contagiare con un lampione.

E invece adesso riaprono le scuole senza alcuna restrizione, senza neanche le mascherine in classe, neppure alle elementari dove i bambini sono tutti no vax perché sotto i 12 anni senza l’obbligo del Green Pass nessuno li ha voluti vaccinare. Non si sa se siamo pazzi adesso, o se siamo stati pazzi prima. Di certo tanti ‘mpanicati hanno cambiato idea, adesso la pensano esattamente come quelli che per due anni avevano avuto l’esigenza di etichettare come untori, e negazionisti, e complottisti, e no-vax. Alcuni hanno deciso di andare in cura, approfittando del bonus psicologo così premurosamente fornito dallo stesso governo che prima li aveva fatti impazzire. E la cura evidentemente funziona, se ormai consideriamo pazzi soltanto quelli che continuano ad indossarla, la mascherina.

Resta l’evidenza che a mantenersi razionali, lucidi e sani per più di due anni sono stati in pochi. Molto pochi. Derisi, ingiuriati, offesi, violentati psicologicamente non solo dalle frange più grette e ignoranti della società devastate dalla paura, ma persino dalle istituzioni e dalle autorità dello Stato. Che però, oggi, gli hanno dato pienamente ragione. Abbiamo più contagi, più ricoveri e più morti di prima. Ma non c’è più alcuna restrizione: non c’è altra scelta, con il Covid bisogna convivere come abbiamo sempre fatto con qualsiasi influenza.

Chi lo diceva due anni fa veniva messo alla gogna, esattamente come quelli che si azzardavano di porre la riflessione se quei morti fossero davvero “per” Covid o più semplicemente “con” Covid, avendo sin dall’inizio della pandemia in media più di 80 anni e almeno 4 gravi patologie pregresse. Esattamente come coloro che si chiedevano a cosa servisse vaccinare obbligatoriamente tutte le persone sane e con meno di 60 anni che neanche in caso di contagio avrebbero rischiato di morire o di intasare gli ospedali.

E invece quelle derise e sbeffeggiate si sono dimostrate le uniche voci lucide in un oceano sconfinato di incomprensibile follia. Perché noi dubbi non ne abbiamo, e lo abbiamo scritto mese dopo mese in tempi non sospetti: abbiamo vissuto da pazzi nei due anni scorsi. Oggi è più che normale, diremmo scontato e banale, vivere così nonostante i dati epidemiologici che su StrettoWeb già da molto tempo abbiamo scelto di non riportare più sospendendo le pubblicazioni dei bollettini sin dalla scorsa primavera.

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