I ponti uniscono, sono sinonimo di civiltà e in tutto il mondo nascono sempre più questi tipi di opere per rendere i trasferimenti più veloci ed efficienti. Un ragionamento che vale ovunque, tranne per quello che dovrebbe sorgere tra Messina e Reggio Calabria. Nel corso di un intervento rilasciato a L’aria che Tira, su La 7, è stato chiarissimo Cateno De Luca, candidato alla presidenza della Regione Sicilia. “Onestamente sentir parlare alla vigilia delle elezioni del Ponte sullo Stretto di Messina, per noi, è offensivo perché siamo stati strumentalizzati in continuazione – afferma De Luca – . Io posso dire un fatto oggettivo: lo Stato spende circa 300 milioni di euro l’anno per garantire il collegamento ferroviario, lo Stretto è fortemente inquinato perché il traffico è uno dei più alti nel mondo. Quando si parla di questioni dimentica che le navi inquinano, i traghetti inquinano”.
La mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto “incide per circa il 5% su tutti i bilanci delle imprese. Oltre al costo, il tema è quello di essere competitivi sui prodotti siciliani che vengono esportati in tutto il mondo”, sottolinea ancora De Luca, che poi è categorico: “i messinesi vogliono il Ponte? Certo che lo vogliono, non ci sono dubbi! A Messina si dice ‘prima di fare l’opera si doveva risolvere il problema delle baraccopoli con 8 mila persone sotto l’amianto. Il problema l’ho risolto da sindaco, adesso l’incantesimo è rotto, bisogna farlo! Scriverò ‘De Luca’ sulla principale trave del ponte”.
“Io farò il presidente di Regione in Sicilia, il voto d’opinione è noto a tutti. I temi delle alleanze non incidono sul risultato finale e il dato di Messina è stato schiacciato. Abbiamo vinto col 46% contro tutti, dimostrando cosa significa la politica del territorio”, ha concluso De Luca che quindi, dopo quanto affermato, farà del Ponte un cavallo di battaglia della propria campagna elettorale.



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