Reggina, dalla trattativa per 10 mila euro con Stellone al milione per Inzaghi: così Saladini ha cambiato marcia al nuovo club

StrettoWeb

Reggina, il retroscena sull’alba del nuovo club: il patron Saladini ha dato la scossa dopo venti giorni difficili

Tutto era iniziato all’insegna dell’austerity: la nuova Reggina doveva partire piano, il neo patron Saladini aveva già fatto un sacrificio importante per salvare il club accollandosi il pesante fardello debitorio ereditato dalla gestione Gallo e l’obiettivo per la prima stagione sarebbe stato quello di rincorrere la salvezza, circostanza che era comunque stata ben accettata da una tifoseria provata da mesi difficili culminati nell’arresto di Gallo e poi rimasta a lungo col fiato sospeso per il rischio di scomparire nel nulla. Così la nuova Reggina era partita all’insegna del risparmio: la richiesta del taglio degli stipendi per l’intero parco calciatori era arrivata persino prima della chiusura della trattativa con Saladini, con l’obiettivo di ridurre il monte ingaggi e andare a risparmiare qualche centinaia di migliaia di euro in vista della nuova stagione. Analoga richiesta è giunta nelle settimane successiva del neo Direttore Generale Gabriele Martino, il “morigeratore“, a buona parte degli altri dipendenti del club, quelli che guadagnano mille euro al mese o giù di lì.

Anche la trattativa per la conferma di Stellone è rimasta a lungo sul filo degli spiccioli: a fronte di un preaccordo per 150 mila euro stagionali, i dirigenti amaranto avevano chiesto al mister di accettare 120 mila euro per poi trovare l’intesa alla cifra di 140 mila. Diecimila euro in meno. Dopo l’accordo con Stellone era arrivato il via libera agli 8 nuovi acquisti che Taibi aveva bloccato in precedenza: quasi tutti giovani ma soprattutto tutti low cost. Intanto il tempo passava e l’annuncio dell’ufficialità di Stellone non arrivava, quello dei calciatori men che meno, la data del raduno slittava di settimana in settimana e la macchina amministrativa faceva fatica a ripartire, tra inghippi burocratici e lentezze tecniche in buona parte legate alla difficile fase di transizione tra la vecchia e la nuova proprietà.

Poi, sabato scorso, lo strappo di Stellone tramite Pedullà. Dopo qualche ora il presidente Cardona tranquillizzava i tifosi annunciando la data del ritiro tramite StrettoWeb: “si parte il 14 al Sant’Agata, e vi assicuro che ci sarà il nuovo allenatore. Per Stellone siamo amareggiati e delusi, ma voglio dire a tutti che non siamo disperati“. Le parole del presidente lasciavano intendere che il club aveva già individuato la soluzione al problema, e che non si trattava di un ripiego. Ed effettivamente siamo qui e ieri, 14 luglio, c’è stato il raduno al Sant’Agata con il nuovo allenatore. Anche se non è stato facile. Cardona si è espresso in modo eccezionale nei confronti di Saladini durante la conferenza stampa di presentazione, e nei giorni successivi alla separazione con Stellone è stato proprio Saladini a fare lo scatto decisivo per dare il cambio di passo alla neonata società. Basta frugalità, Reggio Calabria non merita questi teatrini. Se ho preso il club investendo tanti soldi da imprenditore con aziende quotate in borsa non l’ho fatto per collezionare brutte figure di fronte ad una piazza calda, appassionata, quindi esigente e a tratti anche impaziente.

Serve uno shock, qualcosa di forte che risvegli l’entusiasmo spento da 20 giorni difficili. Serve qualcuno che faccia volare la campagna abbonamenti, che porti i tifosi in massa all’Aeroporto per accoglierlo e che al tempo stesso possa costruire una squadra gagliarda, ambiziosa, competitiva in vista di un campionato difficilissimo in cui la Reggina dovrà confrontarsi con grandi piazze e società ultra ricche. Pippo Inzaghi è l’ideale: ha già vinto la serie B negli ultimi anni, ha allenato grandi piazze, è un nome importante che quei venti giorni di casino glieli facciamo dimenticare a tutti in un secondo. Ma Pippo Inzaghi bisogna convincerlo, e non è semplice. Lui è in vacanza a Ibiza, ha intenzione di rimanere fermo un anno, non ha voglia di rimettersi subito in pista dopo l’esperienza di Brescia. Quando arriva la prima telefonata cincischia, prende tempo. Si informa, ricostruisce com’è andata con Stellone, si chiede che ci viene a fare in una Reggina che due giorni prima trattava su quelle cifre e per essere diplomatico anziché dire un “no” secco chiede garanzie tecniche, investimenti importanti sui calciatori, convinto che non potranno arrivare.

Martedì mattina la situazione è ancora ingarbugliata, Taibi – che a Inzaghi è legato da un’amicizia storica – si spende al massimo ma Super Pippo non è ancora convinto. A quel punto arriva lo scatto decisivo di Saladini, anche perché a Reggio la notizia è già arrivata sui giornali e se salta anche Inzaghi la situazione precipita. Con lo spettro di una contestazione pubblica durante la presentazione dei calendari sul Lungomare, Saladini sale sull’aereo e vola a Ibiza di persona. Mentre il patron amaranto atterra alle Baleari c’è ancora un abisso per portare Inzaghi alla Reggina, ma in poche ore cambia tutto. Decisivo l’incontro faccia a faccia: è bastato parlarsi guardandosi negli occhi che Super Pippo non solo si è convinto ma ne è rimasto stregato. Si è entusiasmato. Ha apprezzato il pieno coinvolgimento nel progetto, l’impegno di fare una Reggina forte con una disponibilità enorme da parte di Saladini. E il resto è storia: stavolta l’annuncio ufficiale arriva subito, trenta secondi dopo l’accordo. Ieri il primo bagno di folla amaranto per Inzaghi all’aeroporto dello Stretto insieme allo stesso patron: quando scendono dalla scaletta dell’aereo sembrano vecchi amici eppure fino a tre giorni fa neanche si conoscevano. La presenza di Saladini non è un caso: è lui il regista di questa grande operazione, è lui il più straordinario protagonista del cambio di marcia impresso ad un club passato in una settimana da trattare con un allenatore per diecimila euro e chiedere a tesserati e dipendenti di ridursi lo stipendio del 20% a firmare un contratto triennale di oltre un milione di euro (esclusi i bonus) per portare a Reggio Pippo Inzaghi con tutti gli emolumenti per il suo staff e soprattutto con la garanzia di acquistare calciatori importanti.

I primi big arriveranno dal Monza neopromosso, fortemente voluti da Inzaghi che può contare sull’amicizia con Galliani. Ma c’è anche Roberto Insigne, che è un pupillo con cui Inzaghi ha già vinto la serie B nel 2020 a Benevento. Insigne la maglia della Reggina l’ha già indossata quando era giovanissimo, nel 2014-2015, in Lega Pro: una stagione difficile ma conclusa con il doppio successo nel derby playout contro il Messina. L’1-0 dell’andata lo siglò proprio Insigne lanciato da Zibert in contropiede, facendo impazzire un Granillo gremito da 10 mila spettatori per una salvezza in serie C (però contro il Messina). Dopo sette anni Insigne è cresciuto tanto e la Reggina è tornata nei palcoscenici che merita: Inzaghi è il tramite affinché il talento napoletano indossi nuovamente la maglia amaranto.

La scelta di Inzaghi manda in soffitta la politica dell’austerità: è una scelta di campo che comporta impegni per calciatori importanti volti a costruire una Reggina più forte, più ambiziosa e competitiva. Una Reggina che stasera ospiterà all’Arena dello Stretto intitolata a Ciccio Franco, esattamente 52 anni e 1 giorni dopo l’anniversario della Rivolta di Reggio, la cerimonia di presentazione del calendario di una stagione di serie B in cui la squadra amaranto vuole essere grande protagonista. Con un nuovo Presidente calabrese, giovane e sorridente che con l’acquisizione del club in sé, ma poi soprattutto la scelta di Inzaghi e la vetrina dell’evento stasera e quindi tutto l’indotto che determinano per la città, è riuscito con la forza dei fatti in meno di un mese a fare per Reggio Calabria più di quanto non abbiano fatto i Sindaci degli ultimi nove anni.

Non è affatto male, per essere solo l’inizio.

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