Tokyo, Abu Dhabi, Reggio Calabria. Tre città ampiamente distanti culturalmente e geograficamente, ma unite da qualcosa che le accomuna: il segno lasciato da Anna Barbaro. Dopo la medaglia d’argento vinta alle Paralimpiadi di Tokyo, la talentuosa triathleta di Pellaro si è messa al collo anche la medaglia d’argento ai Mondiali di Abu Dhabi nei giorni scorsi. Due traguardi straordinari che ne consolidano lo status di stella nel firmamento dello sport italiano e atleta d’èlite nella disciplina del triathlon. Intervistata nel corso di un evento organizzato da F.I.D.A.P.A. presso il Circolo di Tennis “Rocco Polimeni” a Pentimele, Reggio Calabria, la campionessa reggina ha commentato gli ultimi mesi ricchi di emozioni.
Ai microfoni di StrettoWeb, Anna Barbaro ha svelato l’emozione provata dopo l’argento vinto ai Mondiali, regalando poi una grande lezione di forza e umiltà ripensando al suo passato e ai traguardi raggiunti oggi: “io ho lavorato per stare davanti alla spagnola (Susana Rodriguez, medaglia d’oro Olimpica e Mondiale, ndr) nella frazione del nuoto e ci sono riuscita. Il gap rispetto a Tokyo è stato inferiore e la soddisfazione anche se è arrivato un argento è stata molto importante. Se penso al mio passato oggi l’emozione è grande, è quella di dire: ‘si possono fare grandi cose se non ci si abbatte, se non ci si piange addosso’. Siamo abituati a piangerci addosso, a dire che proveniamo dal Sud, ma non ci rendiamo conto che provenire da qui ci dà quella forza per dire: ‘no, non è vero!’. Proprio queste condizioni ci aiutano ad esserlo ancora di più“.

Presente anche il presidente del Comitato Paralimpico della Regione Calabria, Antonello Scagliola, che ai nostri microfoni ha lodato l’ennesimo traguardo raggiunto da Anna: “grande soddisfazione per tutto il movimento paralimpico calabrese. Il suo è un successo personale, ma per come Anna Barbaro promuove lo sport paralimpico, rafforza quello che è il concetto che il presidente Pancalli sta portando avanti a gran voce. Immaginate una cosa: 3 donne, 3 campionesse, 3 calabresi, 3 disabili. Guardate che teorema perfetto si è venuto a creare. Anna Barbaro, Enza Petrilli, Raffaella Battaglia sono state le nostre portabandiera, le nostre punte di diamante, i nostri gioielli. Raddoppiate, triplicate tutte le difficoltà immaginabili. Questo significa porta avanti un progetto che vuole abbattere le barriere, che vuole fare in modo che non ci siano differenze. Una società civile non deve parlare di differenza, ma solo di sportivi“.

In conclusione, la presidente F.I.D.A.P.A. Monica Falcomatà ha sottolineato: “siamo una federazione di donne, al sostegno delle donne e che promuove le donne, quale migliore occasione di una campionessa della nostra terra, donna, che è un esempio di forza e di caparbietà assoluta, oltre che un’atleta eccezionale“.









Vuoi ricevere le notifiche sulle nostre notizie più importanti?