Continua il viaggio di StrettoWeb alla scoperta della lingua siciliana, con particolare riguardo per quelle strane espressioni che si possono sentire solo in Trinacria e che spesso risultano incomprensibili nel resto d’Italia. Alcuni proverbi sono delle vere e proprie perle di antica saggezza, rimaste cristallizzate nel tempo e nella tradizione e riportate ancora oggi attraverso il linguaggio orale e gli antichi valori tramandati di generazione in generazione. Avete mai sentito l’espressione: “non è santu chi sura”?.
Il consiglio alle donne innamorate
L’espressione usata a Messina, ma anche in diverse altre parti della Sicilia, può essere tradotta letteralmente in italiano con “non è santo che suda“. In questo caso, il significato non è facilmente comprensibile poichè nasconde una metafora difficile da intuire nell’immediato. Serve un po’ di contesto. La frase deriva da un famoso proverbio: “è inutili ca ntrizzi e ffai cannola, u santu è di marmuru e nun sura“, tradotto letteralmente “è inutile che ti fai le trecce (ntrizzi) e i boccoli (cannola), l’uomo del quale sei innamorata è un santo che non suda“, ovvero una statua di marmo (quelle che rappresentano i santi) che non prova alcun sentimento verso di te (non suda). È il consiglio che una madre o un’amica saggia potrebbe dare da una giovane ragazza perdutamente innamorata di un uomo che però non la ricambia.



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