Personaggi storici messinesi: Tommaso Cannizzaro, il poeta amante delle lingue. Dal dolore per la perdita dei 7 figli all’amicizia con Victor Hugo

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    Tomba Tommaso Cannizzaro (Cimitero Monumentale)
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    Lapide dettata da Tommaso Cannizzaro
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StrettoWeb

Uno dei personaggi storici più importanti di Messina è senza dubbio il poeta Tommaso Cannizzaro: StrettoWeb affronta il viaggio all’interno della sua vita

E’ uno dei personaggi più importanti di Messina a livello culturale. E non per niente è a lui dedicata una delle vie più importanti della città, quella che ricongiunge centro storico e vie dello shopping, e un istituto scolastico. Stiamo parlando di Tommaso Cannizzaro, poeta, critico letterario e traduttore italiano nato nella città dello Stretto il 17 agosto 1838. Appassionatissimo di lingue, dopo i primi studi di filosofia e letteratura si impegnò ad imparare e conoscere nel dettaglio tantissime lingue straniere. E’ anche per questo che la sua produzione si basò sulla composizione di versi non solo in italiano e sulla traduzione di numerose opere, tra cui la Divina Commedia in dialetto siciliano. Si perfezionò nel francese, nello spagnolo e nel portoghese, tramite la conoscenza approfondita di grafia e fonetica, e per farlo viaggiò in lungo e in largo in Italia e in Europa da giovane.

Tommaso Cannizzaro: l’amicizia con Victor Hugo e i rifiuti della figlia chiesta in sposa

In uno di questi viaggi conobbe Victor Hugo, allora 60enne, di cui diventò grande amico. A tal proposito, storica è la frase che Hugo affermò un giorno, passeggiando con l’amico messinese e appoggiandosi al suo braccio: “Je m’appuis sur votre jeunesse“. Nel 1863 Cannizzaro conobbe anche la figlia dello scrittore francese, Adèle, e se ne innamorò, chiedendola in sposa al padre per ben due volte, tra maggio e giugno. Dopo i due dolorosi rifiuti, lasciò la Francia nel 1888 e continuò a viaggiare, studiando la lingua tedesca, svedese, boema, americana e magiara.

Tommaso Cannizzaro, una vita di sofferenze e dolorosi lutti: dalla perdita della madre a quella dei 7 figli

Non è questo, però, l’unico dolore della vita del poeta siciliano, che nel corso degli anni ne dovette affrontare di ben più grossi, a partire da quello legato alla perdita dei genitori fino a quella dei figli. Il padre, che lo voleva prete e poi avvocato, se ne andò quando Cannizzaro era giovanissimo, e lo costrinse ad interrompere la sua missione in battaglia per tornare dalla famiglia. La successiva morte della madre, Domenica Arena, rappresentò altresì uno dei primi e più gravi lutti di cui il poeta rimase colpito, tanto da rimanere solo nel suo dolore e tanto da attribuire diversi suoi viaggi per l’Europa proprio alla volontà di distrarsi, ormai da solo e senza più familiari. Era un uomo riservato e umile e la composizione di tante sue opere nacque anche e soprattutto dalla conoscenza di tantissimi personaggi e culture dei luoghi che visitava. Nel 1869, invece, si ritirò a Marina delle Palme, a Roccalumera, per trovare rifugio e riposo e per sfuggire alla malignità degli uomini e ai dolori della vita. Dopo anni di viaggi, infatti, nella seconda parte della sua vita ritornò in Sicilia e conobbe e sposò Maria Kubli, sua sposa e madre dei suoi 7 figli. Raggiunta la stabilità familiare e lavorativa, fu questo – il periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento – uno dei momenti più floridi e produttivi del poeta per quanto riguarda la composizione di opere. Periodo felice interrotto però dalla perdita di 5 dei 7 figli in pochi giorni, cui reagì – anche qui profondamente colpito – trascorrendo le giornate in campagna (aveva case e terreni a Zafferia) e a contatto con i contadini, da cui raccolse canti popolari e proverbi per altre sue opere.

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Tomba Tommaso Cannizzaro (Cimitero Monumentale)

Altro dolore lo diede la perdita della figlia Elisa durante il terremoto che colpì lo Stretto nel 1908. Fu l’occasione, un anno dopo il disastro, per entrare in conflitto con la politica nella stesura di una lapida commemorativa in cui scrisse di “colpevole abbandono” in riferimento alle Istituzioni di allora. Trascorse l’ultimissima parte di vita a Messina, in una delle nuove case del Quartiere Lombardo, e subì il “colpo finale” della morte dell’unico figlio rimasto, l’Avvocato Franz Adolfo, a cui Tommaso Cannizzaro reagì attraverso i libri e la scrittura, fino all’ultimo giorno di vita, il 25 agosto del 1921. E’ sepolto al Gran Camposanto.

Tommaso Cannizzaro, Garibaldino e forte sostenitore dell’Unità d’Italia

Da un punto di vista politico era uomo di sinistra, Garibaldino convinto e forte sostenitore dell’Unità d’Italia. Nel 1860, a 22 anni, si arruolò con Garibaldi nel corpo dei Cacciatori del Faro, che avevano l’obiettivo di eliminare i Borboni da Torre Faro e liberare Messina, che dopo la vittoria su Palermo fu annessa al Piemonte e si unificò, per la felicità del poeta.

Le opere di Tommaso Cannizzaro: dalle composizioni di vario genere alle traduzioni, tra cui quella della Divina Commedia

Il primo lavoro letterario fu “La Voir”, un opuscolo in versi francesi pubblicato a Messina nel 1862, quando aveva 24 anni. Tra le opere straniere si può mettere in evidenza la traduzione del poema nazionale spagnolo “El Cid” e la traduzione del romanzo di Victor Hugo “Le Orientali“. Nel 1884, invece, un editore boemo, il Prof. Jaroslav Vrchlický, raccolse molte poesie di Cannizzaro in un volume dal titolo Výbor básní –Tom. Cannizzaro. Nelle sue opere trattava temi di ogni tipo, da quelli filosofico-scientifici a quelli filantropici. Non indifferente il suo impegno per la prosa, con i canti popolari sulla provincia di Messina e su argomenti quali la vita, le donne e la società. Uno dei suoi lavori più importanti e impegnativi, però, non può che essere la traduzione in dialetto siciliano della Divina Commedia, pubblicata nel 1904. Di seguito l’incipit dell’opera tradotto integralmente.

“Era di nostra vita a mità juntu
quannu ‘nton scuru boscu mi trovai
pirdennu la via dritta, ntra ddhu puntu.

Quantu era bruttu a dirlu, è duru assai
st’aspiru boscu, sarvaggiu e spagnusu,
e tremu a pinzarlu comu ddha trimai”

In basso, invece, tutte le sue opere e traduzioni.

Opere

  • Ore segrete, Messina, 1862.
  • In solitudine carmina, due volumi, 1876, 1880.
  • Foglie morte, 1882.
  • In solitudine, versi sciolti. Milano, Brigola, 1883.
  • Épines et Roses, 1884.
  • Cianfrusaglie, 1884.
  • Tramonti, 1892.
  • Uragani, 1892.
  • Gouttes d’Ame, 1892.
  • Cinis, 1894.
  • Quies, 1896.
  • Vox Rerum, 1900.
  • Il lamento di Lisabetta da Messina e la leggenda del vaso di basilico, Catania, Battiato, 1902.
  • Lettera al prof. Alessandro D’Ancona dell’Università di Pisa, Messina, Tipografia dei tribunali, 1903

Per la stampa: Canti popolari della provincia di Messina (oltre a 3000) con prefazione e note illustrative.

  • Eundo, nuovi versi.
  • Antelucane, 1000 e più sonetti inediti.
  • Dernières Étoiles, nouveaux vers francais
  • Pensieri, Natura, Vita, Società, Amore e donne, Arte e Poesia, Varia.
  • Della natura o di quel che non è – Saggio filosofico

Traduzioni

  • La mia Visita a E. Sanson boia di Parigi (dal francese di E. Marquand), Catania, 1879.
  • Fiori d’Oltralpe da varie lingue antiche e moderne. Messina, 1884.
  • Fiori d’Oltralpe, II serie, 1893.
  • Sonetti completi di Arthero de Quental (dal portoghese in collaborazione con G. Zuppone Strani), 1898.
  • Carlos de Lemos. Georgica, versione italiana, dal portoghese, 1899.
  • Dalle Folhas Caidas di Almeida Garrett, versione italiana dal portoghese, 1899.
  • Le orientali ed altre poesie. V. Hugo Catania, Battiato, 1902.
  • La Commedia di Dante Alighieri, Prima traduzione in dialetto siciliano, Messina, G. Principato, 1904.
  • Cinquanta sonetti di L. Camoens tradotti dal portoghese, in seguito allo studio del Prof. A. Padula. «Camoens
  • Petrarchista» Napoli, 1904.
  • Il Gran Marchese, traduzione dal portoghese di Macedo Papanca Conte di Monserraz con proemio e note del
  • prof. A. Padula. Napoli, 1905.
  • Il Poema del Cid, traduzione dal vecchio castigliano. Catania, 1907.
  • Hávamál, poema tradotto dall’Edda Antica (nella « Nuova Rassegna di Lett. Moderne ». Firenze, 1907.

Traduzioni inedite

  • Il Canzoniere di Mirza Schaffy dal tedesco di F. Bodenstedt, con riproduzione della metrica dell’originale).
  • I Semplici, dal portoghese di Guerra Junqueiro.
  • I Sonetti di Luigi Camoens (circa 500) tradotti dal portoghese per la prima volta.
  • I Sonetti Completi ed altre poesie di Anthero de Quental (traduzione di unica mano e per metà inedita).
  • Fiore d’Oltralpe, terza serie, traduzioni poetiche da varie lingue europee.
  • Tre muse esotiche in Francia. M.lle H. Vacaresco. M.e Lucy de Montgommery e M.e Lucile Ktzo, traduzione dal Francese.
  • Le quartine di Omar Khayyàm secondo il più antico MS. esistente in Oxford e secondo la lezione di E. Heron-
  • Allen.
  • I Poemi mitici dell’Edda Antica per la prima volta tradotti in Italiano dal vecchio islandese.
  • Mitologia Norrena dall’inglese di E. Rasmus Anderson.
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