Elezioni Regionali Emilia Romagna, Cazzola sulla vittoria di Bonaccini: “ho festeggiato con una gioia intima molto profonda”

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Elezioni Regionali Emilia Romagna, Cazzola sulla vittoria di Bonaccini: “ho festeggiato con una gioia intima molto profonda, appena appena attenuata dal fatto che la mia lista non ha raggiunto il quorum”

Il Prof. Giuliano Cazzola, economista, candidato con una sua lista in sostegno di Bonaccini alle elezioni in Emilia Romagna, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sul risultato delle elezioni in Emilia Romagna. “Ho festeggiato con una gioia intima molto profonda, appena appena attenuata dal fatto che la mia lista non ha raggiunto il quorum –ha affermato Cazzola-. Ma comunque sono stato molto contento. Ero in tv quando sono arrivati i risultati, c’è stata un po’ d’amarezza per la reazione dei filo-salviniani per la loro protervia, ad esempio quella di Sgarbi. Bonaccini in campagna elettorale ha parlato dell’Emilia Romagna, delle cose che ha fatto e di quelle che voleva fare, non si è mai spostato fuori dai confini, ha giocato in casa e in casa non aveva rivali. Per quanto ci si debba scusare, per quanto si debba essere cauti, la signora Borgonzoni non esiste, non ha esperienza amministrativa, non ha cultura di governo. Salvini fin dall’inizio non era tanto interessato a criticare come andavano le cose in Emilia Romagna, aveva suggerito ai suoi di non parlare del buon governo di Bonaccini. Le cose che tirava fuori la Borgonzoni erano abbastanza assurde, si fa presto ad attaccare la sanità, dove si trova sempre qualcosa che non va. Ora dicono: infondo abbiamo fatto il 43% che è un grande risultato. Ma loro erano sicuri di vincere. Sicuramente è una battuta d’arresto importante per Salvini, non è che si può attaccare un fortino ed essere respinti senza perdite. Potrebbe essere anche un’inversione del ciclo, visto che in Calabria ha perso 11 punti rispetto alle Europee, ha preso meno voti di Berlusconi. Credo che il centrodestra di cui feci parte anch’io in passato sia finito. Se si dovesse formare un raggruppamento di centro con Renzi, Calenda, +Europa, forse ci sarebbe uno spazio per i forzisti che non sono al guinzaglio del Capitano. Dipenderà molto dalla legge elettorale. Secondo me è sbagliato tenere insieme la vittoria di Bonaccini e la tenuta del governo. Bonaccini non ha combattuto in difesa del governo, anzi si è difeso dal governo e anche dal suo partito a livello nazionale. Il fatto che il governo oggi abbia un po’ più di fiato è un effetto collaterale della vittoria di Bonaccini, non è un effetto diretto. Bonaccini ha vinto senza le forze di sinistra estremiste e senza i 5 Stelle. La coalizione di Bonaccini deve far pensare si può vincere anche senza allearsi del M5S, quindi la sinistra dovrebbe affrancarsi dal tema 5 Stelle e guardare alle elezioni con meno timore rispetto a quello che aveva ad agosto. Sardine? Senza di loro Bonaccini non avrebbe vinto, perché hanno coperto un’area che Bonaccini non era in grado di coprire. Hanno coperto lo spazio del no a Salvini. Viene da chiedersi da dove siano venute fuori. Si parla di Prodi, ma ci vorrebbe una forza organizzativa che Prodi non ha. Sicuramente qualcuno gli avrà dato una mano. Delle sardine mi è piaciuto il fatto che non abbiano tirato fuori lo stereotipo dei giovani, non hanno tirato fuori un cartello contro il precariato, contro la legge Fornero, a favore dell’articolo 18”.

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