Nuove minacce al magistrato Marisa Manzini da parte del boss Pantaleone Mancuso sono emerse davanti alla seconda sezionale penale del Tribunale di Salerno, dove si è celebrata la prima udienza del processo a carico del Mancuso, figura apicale dell’omonima cosca della ’ndrangheta vibonese, imputato di oltraggio a un magistrato in pubblica udienza.
Sul grave episodio interviene il candidato sindaco Eugenio Guarascio che condanna senza mezzi termini le nuove minacce:
“In queste ore frenetiche di campagna elettorale a Lamezia Terme, sento l’obbligo di fermarmi e richiamare l’attenzione su un fatto gravissimo accaduto nei confronti del magistrato Marisa Manzini, ancora una volta vittima di pesanti minacce della ‘ndrangheta. Sono profondamente colpito – dichiara Guarascio – ed esprimo la mia piena e convinta solidarietà e vicinanza ad un magistrato di valore da sempre in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. Dobbiamo respingere con forza e determinazione questi attacchi e salvaguardare tutte le istituzioni della giustizia che sono un baluardo contro il malaffare e la prepotenza”.
Arturo Bova: “Le parole del boss sono un campanello d’allarme che non possiamo ignorare”
“Le parole del boss Pantaleone Mancuso, intercettato nel corso di alcuni colloqui in carcere, meritano ampia riflessione e una forte condanna da parte di istituzioni e cittadini. Le minacce alla dottoressa Marisa Manzini, magistrato esemplare e simbolo di antimafia, sono un campanello d’allarme che non possiamo ignorare e che ci richiama alla forte unione a difesa di un magistrato che ha dedicato la sua vita a sconfiggere le mafie e che rischia la sua stessa vita quotidianamente per difendere la democrazia e la legalità in una terra che ha deciso di ribellarsi alle logiche mafiose e criminali. Alla dottoressa Manzini va tutta la mia solidarietà e quella della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria che ho l’onore di presiedere”. È quanto si legge in una nota del consigliere regionale Arturo Bova, presidente dell’organismo regionale antimafia.
Le accuse di Enza Bruno Bossio al procuratore Gratteri
“Negli ultimi giorni – sottolinea Bova – abbiamo letto sulle cronache anche un’altra notizia che desta forti preoccupazioni per le implicazioni che ne conseguono: l’accusa rivolta dall’on. Enza Bruno Bossio al procuratore Nicola Gratteri, addirittura accusato di aver bloccato la ricandidatura di Mario Oliverio a presidente della Regione Calabria. Atteggiamenti come questo sono pericolosissimi perché rischiano di minare nelle fondamenta la credibilità delle istituzioni e di incrinare ancor di più il delicato rapporto fiduciario che lega i cittadini alla magistratura e alla politica. Dichiarazioni come questa, per giunta rivolta all’indirizzo di uno dei massimi esponenti della magistratura, amatissimo dagli italiani, che con le sue indagini e le brillanti operazioni antimafia ha conquistato la stima indiscussa del mondo intero, rischiano di ledere quello spirito di legalità e democrazia diffuse che, invece, va protetto e alimentato. I magistrati svolgono quotidianamente un lavoro difficile e pericoloso e quando portano avanti delle indagini lo fanno a difesa della legge e della Costituzione, senza guardare al colore politico e alle logiche di bassa politica. È il momento, per noi tutti, cittadini e amministratori pubblici, di fermarsi e di porsi a difesa della magistratura. Abbiamo il dovere di farlo, oggi più che mai”.
Mangialavori: “Al suo fianco i calabresi onesti”
“Esprimo la mia piena e sentita solidarietà al magistrato Marisa Manzini, ancora una volta oggetto di minacce da parte del boss del clan Mancuso. Sono certo che la dott.ssa Manzini continuerà il suo lavoro senza farsi intimidire e che saprà sentire la vicinanza di tutti quei calabresi che rifiutano la ‘ndrangheta e il suo nefasto potere criminale“. Così il senatore e componente della commissione nazionale Antimafia Giuseppe Mangialavori.
“Marisa Manzini – aggiunge – oggi svolge con serietà e competenza il ruolo di consulente della commissione Antimafia, dopo essere stata, per anni, in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta. Il suo lavoro ha dato e dà fastidio soprattutto alle cosche del Vibonese, il cui potere criminale è stato intaccato anche grazie alle inchieste della Manzini. Ecco perché la Calabria migliore le chiede di non fermarsi, ma anzi di continuare la sua straordinaria opera contro le organizzazioni criminali, nella certezza che la strada giusta è stata imboccata e che bisogna percorrerla fino in fondo. Al suo fianco, Marisa Manzini avrà tutti i calabresi onesti”.



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