L’endorsement di Trump a “Giuseppi” Conte non è stato casuale. E’ il frutto di uno scambio diplomatico fra lo stesso Trump e il presidente francese Emmanuel Macron. E a Roma potrebbe avere favorito la formazione di quello che Edward Luttwak, in una intervista a “Quotidiano Nazionale” chiama il governo di Mattarella. Edward Luttwak è uno dei massimi politologi americani ed è un profondo conoscitore della politica europea e italiana in particolare. Uno scambio? E di che tipo? “Al vertice G7 di Parigi, la settimana scorsa, Macron si è comportato come un alleato a dispetto dei critici di Trump. La stampa ha cercato di avvalorare la tesi dell’isolamento di Trump”. Falso? “Certamente. Trump non era affatto isolato”. Ma la visita del ministro degli Esteri iraniano Zarif non è stata una sorpresa? “Apparentemente no. Macron ha sostenuto che era stato tutto concordato. E gli americani non lo hanno contraddetto. Non a caso Trump ha rilanciato l’ipotesi del dialogo con il regime degli ayatollah. Ma Macron aveva anche un altro obiettivo: fare un favore ai tedeschi, da sempre contrari alle sanzioni all’Iran per motivi commerciali”. E perchè tanto riguardo per i tedeschi? “Per il semplice motivo che i tedeschi sono quelli che hanno i soldi e non vogliono spenderli, creando un vuoto economico che rallenta l’intera Europa”.
D’accordo, ma che c’entra Conte? “C’entra eccome. Macron in opposizione a Salvini ha chiesto a Trump una dichiarazione che riportasse a Roma un governo gradito all’establishment europeo. Questo il background della frase: spero che Conte rimanga capo del governo”. Ma non è inspiegabile che l’imperatore dei sovranisti abbia dato il colpo di grazia al principe dei sovranisti europei? “E’ spiegabile invece. Spiegabilissimo. E la colpa è ancora di Salvini. Lo vidi quando venne a Washington a metà giugno dopo i suoi incontri positivi soprattutto con il segretario di Stato Pompeo. Avrebbe dovuto aprire un suo canale privilegiato con l’amministrazione americana, in altri termini scegliersi un rappresentante in loco”. C’è già un ambasciatore. “Si’, ma è un ambasciatore che deve riferire alla Farnesina, non a un ministro in particolare. Invece l’ipotetico canale di Salvini avrebbe dovuto operare al di fuori delle relazioni diplomatiche”. Salvini non l’ha fatto… “E’ nel suo stile. Non credo che accetti consigli. Ha aperto la crisi pensando di arrivare alle elezioni. Ha dimenticato che il sistema italiano predilige governi non eletti perchè nessun parlamentare vuole tornare a casa”.
E’ quello che gli avversari di Salvini, interni ed esterni, aspettavano. “Sì. Macron in primo luogo. I successi di Salvini rappresentavano altro ossigeno per il sovranismo europeo. Per Marine Le Pen ad esempio, appena rilanciata dalle elezioni europee”. “Ora – aggiunge – si torna all’antico, ma con una situazione economica pesantissima. Crescita già a zero. Debito in aumento. Disoccupazione destinata a risalire. Poi a peggiorare le cose ci sono forti sintomi di recessione in Germania. Se la Germania non va, non va nemmeno l’Italia”. Con quali conseguenze? “L’economia italiana, più delle altre in Europa, tolto il Regno Unito, è tedesco dipendente”. Dunque altri guai. Eppure dai mercati vengono segnali di fiducia. Per esempio lo spread è calato. “Lo spread è calato perchè è appunto una misura di differenza. Con i tassi tedeschi sotto zero, il tasso italiano scende perchè molti preferiscono il rischio Italia alla certezza di tassi negativi”. Lo spread ha anche una valenza politica. “Ovviamente. Risente degli orientamenti di Bruxelles. E a Bruxelles ora tirano un sospiro di sollievo”, ha concluso Luttwak.



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