Vinicio Marchioni è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall’1.30 alle 6.00 del mattino.
Marchioni è tornato a parlare del ruolo del Freddo, interpretato nella serie ‘Romanzo Criminale’: “Mi chiedete se qualcuno vedendomi per strada mi saluti dicendomi ‘Ciao Freddo’? Con il pubblico è normale che succeda questo, da una parte mi rende orgogliosissimo, non è una cosa che capita a tutti. Non mi da tanto fastidio il pubblico per strada, che fortunatamente sempre meno mi chiama con il nome di quel personaggio, ma ormai mi chiama Vinicio, i pischelli per strada ci stanno e fa parte del gioco, non mi da nessun fastidio, ci mancherebbe altro. Mi da fastidio quando questa cosa entra negli articoli o nei titoli delle interviste. Oppure quando vado a teatro e scrivono ‘Il Freddo della tv’ va a teatro. Io la tv cerco di non farla, ho detto dei no difficili da dire per mantenere una credibilità e fare delle scelte che personalmente reputo importanti per quello che vorrei fare io. Ho fatto 23 film, la settimana scorsa mi hanno dato il premio come miglior attore europeo, quando leggo di ‘Freddo’ e di tv un po’ mi girano”.
Marchioni, a Roma, ha aperto un ristorante molto apprezzato: “Con mio fratello, che quel posto lo gestisce, abbiamo fatto tutti i mestieri. Dalla sala alla cucina, dallo sguattero all’aiuto cuoco. E poi credo che gli esseri umani davanti a un bicchiere di vino e a qualcosa da mangiare si esprimano nel modo migliore. Sono più sinceri, tirano fuori la parte più vera di sé stessi. E poi molti contratti nel cinema, un tempo, si chiedevano dopo una bella cena. Prima si cazzeggiava, si cenava insieme, poi si parlava di lavoro. Facendo molto teatro, spesso mi ritrovo a mangiare fuori casa e mi rendo conto che quello di cui ho bisogno quando sto fuori è mangiare delle cose che siano sane, niente di complicato, con gente che ti accolga in maniera semplice. Ogni tanto facciamo letture, presentazioni, un po’ di musica. Cerchiamo di accogliere le persone nel modo più semplice e autentico”.
Sui suoi sogni da bambino: “Sicuramente non volevo fare l’attore. E’ una passione che mi è venuta col tempo. Avevo sogni molto semplici. Magari volevo fare il calciatore, per un periodo l’ho fatto, senza togliermi grandi soddisfazioni. Ho giocato da terzino destro, ero uno di quei difensori arcigni che lasciavano i segni delle tacchettate sulle gambe dell’avversario”.
Sul primo spettacolo teatrale: “Stavamo in scena durante l’ingresso del pubblico in sala, seduti su delle sedie. Solo che questo ingresso del pubblico si è prolungato per più di mezzora. Quando mi sono alzato dalla sedia, un po’ per l’emozione, un po’ perché mi si erano bloccate le articolazioni, credo di essere andato in iperventilazione. Mi sono alzato dalla sedia ed ero un blocco di marmo, ho perso la coordinazione, il ritmo, ho mandato a puttane l’inizio dello spettacolo. E’ stato uno dei peggiori debutti che uno possa immaginare”.
Marchioni di recente si è iscritto all’Università: “Mannaggia a me e a quando l’ho scritto su Instagram. Per ora sta andando di merda. Spero di dare almeno un esame nella sessione estiva. Non ho avuto mezza giornata libera da dedicare allo studio tra set, film, teatro e un documentario che sto finendo di montare e che spero di presentare al prossimo Festival di Venezia. L’Università però è un mio obiettivo, spero di portarlo avanti, altrimenti farei una figura di merda”.
Marchioni fa parte del cast dell’ultimo film che vede come protagonista Paola Cortellesi, ‘Ma cosa ci dice il cervello’: “E’ un film divertentissimo, è un film che prende molto in giro le nevrosi che stiamo vivendo in questo periodo. Da una parte ci sono delle persone che subiscono la violenza degli haters, io interpreto un allenatore di calcio, e subisco la maleducazione, l’arroganza e l’inciviltà delle persone. Paola Cortellesi sembra fare l’impiegata al ministero, ma in realtà poi si scoprirà essere un agente segreto strafigo che risolverà i nostri problemi rimettendo in riga le persone”.



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