Reggio Calabria, il declino di una città dalle grandi potenzialità di sviluppo

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Reggio Calabria, la situazione politica della città e l’immobilismo dell’amministrazione comunale in vista delle elezioni amministrative del 2019

Anche se nella città di Reggio Calabria per le elezioni amministrative manca poco più di un anno, le manovre e le strategie politiche intraprese da partiti, esponenti politici e movimenti, sono già iniziate. Poiché gli ultimi sondaggi riportati dalla stampa nazionale indicano il partito di Salvini attestato al 32%, mentre il M5S si ferma al 28%, questa tendenza porterebbe a pensare che i risultati delle prossime scadenze elettorali potrebbero considerarsi pressochè scontati.

Alle elezioni politiche del 4 marzo scorso, il Pd, a livello nazionale, com’è noto, ha subito una pesante sconfitta elettorale al punto che da partito di Governo gli elettori, con un 18%, lo hanno relegato all’opposizione. Anche in città, alle elezioni politiche, il Pd ha subito una pesante sconfitta che assume un significato politico ancora più profondo poichè Reggio, da quattro anni, è guidata politicamente da un Sindaco targato Pd. Il Sindaco Falcomatà, nel duplice ruolo di Sindaco della città di Reggio Calabria e della Città metropolitana, con un potere politico così smisurato, avrebbe dovuto trasformarsi in un’ importante forza trainante sotto l’aspetto elettorale per il Pd, ma così non è stato. I reggini, il 4 marzo scorso, hanno consapevolmente voltato le spalle al Sindaco Falcomatà (considerato che alle elezioni amministrative gli hanno riversato un consenso elettorale che ha toccato addirittura il 61%), proprio perché sono stanchi di vedere una città in ginocchio e di subire le conseguenze di una politica povera di idee, contenuti e prospettive. Sono oramai quattro anni che il primo cittadino è chiuso dentro Palazzo San Giorgio, trasformato in una sorta di turris eburnea, a pensare ed elaborare idee, iniziative e progetti mentre la città, sempre più sofferente, attende soluzioni ai suoi molteplici problemi. Il Sindaco Falcomatà aveva promesso ai reggini che con la sua “svolta” avrebbe inaugurato una nuova stagione politica rispetto al passato e portato la città a vivere una nuova “primavera”, ma le novità, dopo quattro anni di consiliatura, non si scorgono nemmeno all’orizzonte. “Le convinzioni, più delle bugie – ha detto Friedrich Nietzsche – sono nemiche pericolose della verità”.

Molteplici, infatti, gli aspetti che mettono plasticamente in evidenza la sofferenza di una città dovuta, soprattutto, all’assenza di idee e di una programmazione politica in grado di traghettare l’intera comunità verso traguardi ambiziosi e lungimiranti. Sarebbe cosa troppo facile puntare il dito sulla gestione politica del primo cittadino enfatizzando l’impraticabilità delle strade cittadine quando, oltre a questo aspetto, l’elemento che assume maggiore rilievo politico è rappresentato dall’assenza di un’idea di città che il Sindaco Falcomatà non è riuscito a individuare e proporre ai reggini. Il porto cittadino, quanto per fare qualche esempio, continua ad essere deposito di navi in disarmo e barconi sequestrati agli scafisti per trasportare migranti, mentre l’Amministrazione Comunale cerca disperatamente di edulcorare la sua funzione, attraverso pomposi comunicati stampa, quando occasionalmente approda qualche nave da crociera. Eppure, attraverso operazioni commerciali, turistici e di marketing ben studiati e con lo sguardo rivolto anche ai paesi, ai porti e ai mercati che si affacciano nel bacino del Mediterraneo, tenuto conto che la città di Reggio Calabria ha una posizione geografica baricentrica nel contesto del “Mare nostrum”, la struttura portuale cittadina si sarebbe potuta trasformare in un importante nodo turistico e commerciale. E’stato proprio lo stato di abbandono in cui versa il porto cittadino che ha portato le società private a puntare l’attenzione sulla struttura portuale reggina per traghettare sull’altra sponda i mezzi pesanti. Qualora quest’operazione dovesse concretizzarsi, la città, oltre ai danni ambientali, vede pesantemente compromesso anche il suo futuro turistico e commerciale. Le stesse considerazioni valgono pure per l’aeroporto dello Stretto le cui prospettive continuano ad alternarsi e oscillare tra il timore di una sua pericolosa chiusura e i propositi di un suo rilancio senza che all’orizzonte s’ intravede un vero e proprio piano industriale. Se a questo aggiungiamo pure che la città è priva dell’alta velocità, viene fuori un quadro talmente desolante che serve solo a mortificare e impoverire ulteriormente l’immagine di una città che potenzialmente possiede notevoli e promettenti opportunità di sviluppo.

Anche se il manto stradale prima o poi sarà rifatto e le strade cittadine ritorneranno ad essere percorribili, e se con i fondi del “Patto” la città sarà dotata di qualche impianto sportivo o altra struttura recettiva, queste soluzioni, da sole, non sono sufficienti a traghettare la città verso importanti orizzonti di crescita e di sviluppo economico, occupazionale, commerciale, sociale e turistico. Puntare su iniziative e progetti veri, concreti e lungimiranti in grado di guardare con attenzione e scrupolo politico e manageriale allo sviluppo dell’aeroporto, del porto, dell’alta velocità, al potenziamento della mobilità interna, ai collegamenti con la dirimpettaia Messina, le isole Eolie e Taormina, con l’obiettivo di penetrare dentro i circuiti virtuosi di un turismo destinato a valicare i confini nazionali, sarebbe dovuto diventare un obiettivo politico fondamentale per il Sindaco Falcomatà, invece, anche questo aspetto, non ha avuto la necessaria attenzione. Se a questo aggiungiamo pure che nel territorio cittadino ci sono colture autoctone di grande pregio e qualità come il bergamotto e l’arancia “belladonna”, quest’ultima coltivata esclusivamente nella vallata del Gallico,anche lo sviluppo agrumicolo, adeguatamente e sapientemente valorizzato con l’ausilio della Facoltà di Agraria e della Camera di Commercio, avrebbe potuto dare vita ad una economia in grado di garantire alla città, ai tanti giovani imprenditori che hanno riscoperto il valore dell’agricoltura e ai numerosi laureati che escono dalla Falcoltà di Agraria, variegati e promettenti opportunità di lavoro. Il primo cittadino, anzichè puntare l’attenzione politica verso il rilancio di un’agricoltura moderna e innovativa destinata a rivalutare le eccellenze che il territorio reggino possiede e trasformare queste potenzialità in un importante volano di sviluppo economico per la città, ha fatto registrare, anche su questo fronte, la sua inadeguatezza.

Che le casse del Comune si trovano in condizioni difficili è un dato ampiamente acclarato su cui si è largamente discusso e si sono individuate colpe e responsabilità. Questo aspetto, però, non può essere sfruttato ed esibito continuamente come un comodo alibi per giustificare, dopo quattro anni di Consiliatura, la mancanza di iniziative e di progetti per fare ripartire l’economia e con essa la crescita complessiva della città. I cittadini, dall’Amministrazione Comunale, pretendono risposte concrete per la città e soluzioni nei confronti dei tanti giovani disoccupati che non riescono a programmare il loro futuro. Sappiamo, che nel sottosviluppo, la criminalità organizzata trova il terreno naturale per attecchire e proliferare, e le spietate sentenze di morte, eseguite di recente in città, unitamente all’uso della tanica di benzina, mettono in evidenza che la sua presenza continua ad essere sempre più preoccupante, pervasiva e asfittica. Anche se la Magistratura e le Forze dell’ordine continuano a lavorare con notevole impegno e professionalità per contrastare il crimine organizzato, dobbiamo ammettere che le azioni repressive, da sole, non sono sufficienti a contrastare il fenomeno malavitoso. La realizzazione invece di progetti e iniziative di natura preventiva, costanti e non occasionali, in grado di affermare in città una nuova cultura della legalità, sostenuti dall’Amministrazione Comunale attraverso il coinvolgendo delle scuole cittadine, potrebbe sicuramente contribuire a radicare nella mente delle nuove generazioni la consapevolezza che se la cultura dei diritti e la cultura dei doveri viene coniugata in modo equanime, il vivere civile sarà destinato a diventare sempre più forte e diffuso e lo Stato di diritto più autorevole e rappresentativo. Anche la mancanza di iniziative di natura culturale ha contribuito a segnare pesantemente la città. Il museo cittadino, per le iniziative sostenute esclusivamente dal suo competente e attivo direttore, rappresenta l’unica struttura che ancora oggi riesce ad attirare flussi e presenze di turisti e visitatori. Se l’Amministrazione Comunale non riesce ad individuare percorsi e strategie mirate a favorire e sostenere questo trend positivo, il pericolo che questa importante struttura museale possa cadere in un pericoloso oblio non è poi tanto remota.

Ecco perché la “svolta”, slogan sicuramente indovinato per catturare consenso politico ed elettorale, si è tradotto e trasformato in un contenitore vuoto.

reggio dall'alto“L’accanimento terapeutico” nei confronti della città, che il Sindaco Falcomatà aveva promesso ai cittadini con la “svolta”, è stato eseguito con metodi curativi inappropriati e inefficaci se ancora oggi le sue condizioni di salute sono talmente disperate che ci vorrebbe non uno ma più miracoli per sollevarla dalla preoccupante condizione. Eppure, all’inizio della Consiliatura, il Sindaco Falcomatà, con le sue dichiarazioni programmatiche articolate e faraoniche, aveva portato persino i muri di Palazzo San Giorgio a sognare un futuro radioso per la città. Nel corso di quasi quattro anni di consiliatura il primo cittadino non solo non è riuscito a smuovere le leve del cambiamento, ma non è riuscito a inaugurare una nuova stagione politica. Il nuovo, non può essere edificato con promesse, argomentazioni ammalianti e voli pindarici, ma si costruisce individuando percorsi e azioni politiche concrete, lungimiranti e con il coinvolgimento e il sostegno di corpi sociali, culturali e imprenditoriali di spessore. Ecco, come si diventa costruttori di speranza. La città non ha bisogno di manifestazioni di “Sintesi” per dimostrare quello che si è fatto, anche perché i reggini hanno piena consapevolezza di quello che l’Amministrazione Comunale ha realizzato in questi quattro anni di attività politica, ma ha bisogno di interventi profondi e radicali in grado di accompagnarla in un percorso di crescita culturale, sociale ed economica ben studiato e strutturato.

Se l’agire politico del Sindaco Falcomatà continuerà a fare registrare lo stesso trend registrato fino adesso, vuol dire che dopo una lunga, travagliata e laboriosa gestazione di idee, iniziative e progetti, alla fine del mandato non riuscirà a dare i natali nemmeno ad un topolino e la città, sempre più in agonia, sarà destinata a seguire una inesorabile discesa agli inferi. Poiché in quest’ultimo scorcio di Consiliatura, scomodando Aristotele, “è probabile che l’improbabile accada”, al Sindaco Falcomatà avverto l’esigenza di dire: “Hic Rhodus hic salta”.

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