Intanto la pubblica amministrazione incassa una class action
Il crollo del pilone sull’A19 resta al centro del dibattito siciliano. I progetti di demolizione del ponte Himera dovrebbero essere pronti in una settimana, per avviare tempestivamente la realizzazione della bretella di collegamento fra la strada provinciale 24 e lo svincolo di Scillato. Queste, almeno, sono state le rassicurazioni che il Governo regionale, nella persona dell’assessore Giovanni Pizzo, ha fornito all’opinione pubblica. Intanto, però, si studiano le alternative.
Il percorso Anas
L’Anas, finita nel ciclone mediatico dopo l’esplosione dello scandalo, ha fornito agli automobilisti le indicazioni alternative per ovviare le criticità registrate. Per i veicoli con massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate diretti a Catania, il percorso consigliato è verso l’autostrada A20 Palermo-Messina e A18 Messina-Catania, con uscita allo svincolo di Buonfornello dell’A19. Percorso inverso, naturalmente, per i veicoli diretti a Palermo.
Per gli autoveicoli con massa complessiva inferiore alle 3,5 tonnellate diretti a Catania, invece, il percorso alternativo è individuato dallo svincolo di Scillato sulla strada statale 643 e successivamente sulla strada statale 120 fino allo svincolo di Tremonzelli sull’A19. Percorso inverso per i veicoli diretti a Palermo. Tale tratta è consigliata anche agli autobus destinati a servizio pubblico di linea oltre che ai mezzi di soccorso, mentre per gli utenti che utilizzano l’autostrada per gli spostamenti locali è caldeggiata l’uscita allo svincolo di Resuttano proseguendo sulla strada provinciale 19 fino ad Alimena; lungo la strada statale 290 fino al bivio Madonnuzza; lungo la strada statale 120 fino al bivio Geraci; lungo la strada statale 286 fino allo svincolo Castelbuono con immissione sull’autostrada A20.
La pista Ryanair
Il governo regionale, sollecitato dal sindaco di Catania Enzo Bianco, sta contestualmente studiando il dossier per istituire una tratta aerea fra il capoluogo e la provincia etnea, avvalendosi della compagnia irlandese nota per i voli low-cost.
In giornata dovrebbe tenersi un vertice fra la Giunta Regionale, la Gesap e la Sac per valutare le piste realmente percorribili. Uno studio di fattibilità sarebbe stato commissionato dalla stessa Ryanair, la quale avrebbe demandato ai propri tecnici l’elaborazione di un piano per verificare rischi e opportunità legati al territorio siciliano. Una scelta che, però, non persuade i Pendolari Siciliani. Giacomo Fazio, in tal senso, si è lanciato in alcune congetture per dimostrare, carte alla mano, come la soluzione proposta sia contraria al buonsenso. “Per arrivare all’Aeroporto di Punta Raisi servono mediamente 45 minuti, nelle rari condizioni di normalità. Bisogna utilizzare un mezzo pubblico, bus o treno (e fino a Luglio non abbiamo neppure questo). Occorre poi arrivare almeno un’ora prima per espletare le operazioni di imbarco. Venti minuti di volo, altrettanti per lo sbarco e altri 15-20 minuti per dirigersi verso Catania, con mezzi pubblici. Se poi bisogna pagare il parcheggio auto a Punta Raisi o a Catania, il gioco non vale più la candela. Come tempistica, sorvolando i costi, crediamo sia più opportuno puntare sul ferrato“.
L’interpellanza al Ministero delle Infrastrutture
Alla Camera dei Deputati l’esponente di Area Popolare Vincenzo Garofalo ha evidenziato come sia impensabile accettare con rassegnazione un’autostrada bloccata per anni. “Non si può tenere a lungo chiusa al traffico la principale arteria di collegamento tra Palermo e Catania: le imprese e i cittadini rischiano di subire danni incalcolabili” ha affermato il parlamentare. “Non solo – scrive Garofalo nell’atto indirizzato al Ministero – si moltiplicheranno i tempi di percorrenza ma lieviteranno anche i costi di trasporto dal momento che, ad esempio, per andare da Catania a Palermo i mezzi pesanti saranno costretti a passare da Messina. Nelle more del ripristino dell’arteria occorre, dunque, potenziare da subito la viabilità su ferro e la rete infrastrutturale secondaria e attivare in tempi rapidissimi, come annunciato, un tavolo tecnico per affrontare i temi dell’emergenza idrogeologia e infrastrutturale della Sicilia“.
La class action
E proprio i disagi registrati sul territorio hanno spinto alcuni cittadini a presentare una class action contro la Pubblica Amministrazione per il cedimento del viadotto. L’iniziativa è stata assunta da alcune organizzazioni – Adiconsum, Confcommercio, Confindustria, Confartigianato e Cisl – che hanno dato mandato all’avvocato Alessandro Palmigiano di agire affinché lo Stato si attivi immediatamente per risolvere il disservizio e per avanzare richieste risarcitorie.