Violare la legge conviene: in Aula la norma per tollerare l’evasione

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renzi DelrioL’Italia è un paese dilaniato dalla corruzione: essa è sistematica, strutturale, quasi istituzionalizzata. Rappresenta, cioè, un obolo che la società civile è disposta a tollerare. Spesso è correlata alla complessità delle leggi ed inversamente proporzionale ai livelli di libertà economica: dove lo Stato è meno invadente, anche la corruzione è minore.

In Italia, come disse Piercamillo Davigo, evadere la legge conviene. I dati sono allarmanti: su ogni opera pubblica, su ogni infrastruttura di rilievo, circa il 40% della spesa viene assorbito dalla corruttela. L’alta velocità ferroviaria a Parigi costa 10,2 milioni per km, a Madrid sfiora i 9,8milioni, a Roma ne costa quasi 61.

napolitano_bigCifre da capogiro. Non a caso il presidente della Repubblica, nel suo ultimo commiato, ha voluto esplicitamente fare riferimento a tale patologia, evidenziando come essa sia “capace di insinuarsi in ogni piega della realtà sociale e istituzionale, trovando sodali e complici in alto“. Da qui il monito su Mafia Capitale: “gli inquirenti romani stanno appunto svelando una rete di rapporti tra ‘mondo di sotto’ e ‘mondo di sopra’. Sì, dobbiamo bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società – ha affermato l’inquilino del Colle – e sì bisogna farlo insieme, società civile, Stato, forze politiche senza eccezione alcuna “.

Tutto giusto, per carità, sebbene in Parlamento vi siano diversi condannati o prescritti per corruzione. Nelle ultime ore è scoppiata l’ennesima grana per il Governo Renzi. Ad accendere la miccia è stato il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, eletto nelle liste di Scelta Civica. Questi ha evidenziato “l’impatto pesante” di una norma contenuta nel decreto attuativo della delega fiscale, norma attualmente al vaglio delle Commissioni Parlamentari.

Enrico-ZanettiSecondo quanto stabilito dal Governo, infatti, viene legittimata la cosiddetta “evasione esistenziale”: si decreta, cioè, la depenalizzazione del reato di frode qualora l’elusione sull’Iva o sulle imposte sui redditi sia pari o inferiore al 3%. In altri termini, un’azienda che fattura un milione di euro, potrà evadere impunemente fino a 30.000 euro. E’ intuitivo l’effetto domino: al crescere dei guadagni dell’impresa, crescono le soglie ammesse dallo Stato.

Ciò a dispetto dei moniti lanciati dalla Bce e dalla Banca d’Italia. Quest’ultima, in particolare, nella persona del Governatore, si era recentemente espressa contro politiche di siffatta natura: “Corruzione, criminalità, evasione fiscale – aveva detto Ignazio Visco scandendo le priorità – oltre a minare alla radice la convivenza civile, distorcono il comportamento degli attori economici e i prezzi di mercato, riducono l’efficacia dell’azione pubblica, inaspriscono il livello della tassazione per coloro che adempiono ai propri doveri, comprimono gli investimenti produttivi e la generazione di nuove occasioni di lavoro”. Un messaggio che a Palazzo Chigi non dev’essere arrivato.

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