Conferito al Luogotenente Cosimo Sframeli e al Maresciallo Francesca Parisi, Militari dell’Arma dei carabinieri, il Riconoscimento Speciale della Giuria del Premio Palmi 2014 XX Edizione, presieduta dal Prof. Walter Pedullà. La cerimonia di consegna, condotta dalla giornalista e scrittrice Annarosa Macrì, ha avuto luogo presso la Casa della Cultura di Palmi “Leonida Repaci”. Il Riconoscimento agli autori di “A ’NDRANGHETA – Evoluzione e forme di contrasto”, pubblicazione che nasce da una precisa e sentita esigenza di illuminare un periodo buio della Calabria e ridare dignità a coloro che per primi, con armi spuntate e fatiscenti, hanno dato vita alla lotta alla ’ndrangheta. Sframeli e Parisi aprono uno squarcio negli anni Ottanta con difficoltà e dolore, proprio perché sono gli stessi protagonisti a doverne parlare. Narrano della Calabria oppressa dalla morsa della ‘ndrangheta e dalla piaga dei sequestri di persona. Dell’Aspromonte, pane quotidiano per i Carabinieri occupati in estenuanti attività di controllo del territorio, battute, rastrellamenti, sopralluoghi, alla ricerca di latitanti e di sequestrati inghiottiti dalla montagna; Indagini bancarie nazionali ed internazionali, per inseguire i flussi di denaro. Una ’ndrangheta che offre prove di potenza spietata, in cui non si contavano omicidi, estorsioni, atti intimidatori. I proventi illeciti,
unitamente ai riscatti pagati per la liberazione dei sequestrati, vengono reinvestiti in attività economiche pulite, occultate in conti esteri e utilizzati per accedere al traffico internazionale di stupefacenti. Gli omicidi del Brigadiere Carmine Tripodi (1985) e del Brigadiere Antonino Marino (1985) rappresentano una potente reazione dell’organizzazione mafiosa allo sforzo investigativo mostrato e uccide, ubbidendo ad un suo preciso disegno. Nello scenario aperto dal libro si rivedono altri protagonisti, il Procuratore Rocco Lombardo, i due sostituti Procuratori di Locrì, Carlo Macrì ed Ezio Arcadi, e non mancano immagini e ricordi di altri magistrati, Rosalia Gaeta, Vincenzo Pedone, Domenico Ielasi, Salvatore Rizza, Giuseppe Carbone. Carabinieri come Giuseppe Galatà, Canio D’Elia, Francesco Spanò. Ognuno di essi rappresenta una fetta di Stato in Calabria e sono talmente pochi e individuabili che ognuno di essi personifica la stessa Istituzione di appartenenza, perché la lotta alla ’ndrangheta in Calabria non è opera dello Stato ma di un pugno di uomini, animati da ideali e coraggio, senza mezzi e senza fama mediatica, sempre ostacolati dai poteri forti. Pochi i giornalisti che scrivevano di mafia, senza cercare eroi da celebrare, ma verità da narrare. Questa pubblicazione contiene anche una storia non scritta. E’ la storia delle istituzioni che credono nel cambiamento e che vogliono prenderne parte, è la storia dei giovani calabresi che si mettono in gioco e mostrano il proprio talento. Sono cristallizzati ricordi, sentimenti, sofferenze e frammenti di memoria. Ed è la parola a inseguire il pensiero e non viceversa, in un crescendo emozionale.
Palmi (Rc), conferito un premio al Luogotenente Sframeli e al Maresciallo Parisi



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