Ottobre, mese solidale per eccellenza. Perché?

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teamworkL’avrete notato: tutti gli eventi e le campagne solidali di raccolta fondi si concentrano ogni anno nel mese di ottobre. Sicuramente vi sarete anche chiesti perché.

Se volessimo vederla in un’ottica prettamente cattolica, ottobre è prima di tutto il mese missionario, e come diceva papa Giovanni Paolo II è un mese che va considerato in tutti i paesi come il mese della “Missione Universale”. Costituisce, sempre secondo papa Woitila, “l’apice della festa della cattolicità e della solidarietà universale”.

Potrebbe essere una spiegazione abbastanza valida: è molto probabile che questa ispirazione di carattere religioso spinga oggi, come ieri, le numerose associazioni sparse sul territorio nazionale a organizzare le rispettive campagne solidali. Il connubio tra Chiesa e associazioni, o se vogliamo Chiesa e solidarietà, d’altronde, non è nato recentemente.

Non ci stupisce poi l’unione delle due componenti, se interpretiamo il significato del termine “missionario” come “chi si dedica a una nobile missione, chi propugna un alto ideale” e se lo accostiamo alla parola “volontariato“, intesa, come viene definita dal Corriere, come “attività volontaria e gratuita svolta da alcuni cittadini a favore della collettività, dei malati, dei bisognosi”.

Ottobre è il mese missionario, il mese della prevenzione del tumore al seno (Nastro Rosa), il mese del ciclamino della ricerca sulla Fibrosi Cistica, il mese delle mele Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). E ancora, Ottobre è il mese della campagna nazionale FAI di raccolta fondi “Ricordati di salvare l’Italia”, è il mese del ciclamino per la sclerodermia. A Ottobre c’è pure la lotta alla sordità, e la campagna nei supermercati del Gruppo Selex “Metti in tavola la solidarietà”, sostenuta dalla Croce Rossa Italiana.

Ottobre è il mese in cui tutte le associazioni scendono in piazza, facendo informazione, offrendo gadgets, mele o piantine. Hanno tutte obiettivi validi e importanti, finalità nobili. Perché le situazioni di disagio sono innumerevoli, le malattie gravi non si contano e il sostegno alla ricerca scientifica o alle realtà più bisognose deve avere uguale dignità.

Di contro però, l’“ottobre solidale” rischia di diventare un’arma a doppio taglio, specialmente per chi impiega energie e cuore in impegni seri come il volontariato. La conseguenza più negativa si percepisce di certo dalle reazioni della gente, che uscendo di casa, ogni giorno, incontra volontari pronti a dare informazioni e a chiedere un contributo utile alla loro nobile causa. Al di là della diffidenza di alcuni ma anche della buona predisposizione di altri ad attività di questo tipo, emerge una costante: troppe richieste di aiuto in un mese non andranno a discapito di ogni singola causa?

Non vogliamo entrare nel merito di ogni campagna solidale: lo ribadiamo, ognuna di esse è importante, meritevole di attenzione, di contributi concreti. Ma i tempi sono duri, ed è vero che la ricerca ha bisogno di essere finanziata, ma è anche vero che ognuno di noi non ha la possibilità di aiutare contemporaneamente (nel giro di pochi giorni, soprattutto) molteplici realtà.

La solidarietà è un tema difficile da trattare, poiché il singolo si trova sempre maggiormente coinvolto nella causa che vive più da vicino.Vogliamo però azzardare un’ipotesi: è così difficile differenziare la raccolta fondi di ogni associazione in diversi mesi dell’anno? Servirebbe innanzitutto a dare respiro alle persone di buona volontà che vogliono concretamente dare una mano, e alle associazioni che si impegnano, ognuna nel proprio valido obiettivo, che magari (forse è solo utopia) potrebbero rafforzare l’atmosfera di collaborazione tra loro senza eventuali “conflitti d’interesse“.

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