All’indomani della sfilata della Vara, l’assenza del prefetto Stefano Trotta aveva lasciato perplessi diversi osservatori. Va bene, i rapporti con Accorinti non sono dei migliori, è cosa nota ai più, ma da qui ad evitare la processione ce ne corre. Anche perché, piaccia o meno la macchina votiva, la giornata del 15 agosto rappresenta nel sentimento collettivo della cittadinanza un evento unico, speciale.
Alle illazioni o alle speculazioni ha risposto lo stesso Trotta e lo ha fatto in maniera piccata: “Non devo chiarire proprio nulla” ha esclamato il prefetto ridimensionando notevolmente la vicenda. “Non c’è alcuna distonia con gli enti della provincia, men che mai con il Comune capoluogo e con il sindaco che lo rappresenta. Si può essere d’accordo o meno sull’analisi e sulla soluzione dei problemi, ma i rapporti istituzionali sono improntanti al massimo rispetto e alla massima correttezza. Capirei lo stupore se avessi deciso di disertare, o di non mandare nessuno in rappresentanza, una cerimonia per la quale era stato rivolto un invito formale a Palazzo del Governo. Ma in questo caso, non riesco proprio a comprendere il perché un fatto del genere abbia avuto risonanza”.
Trotta si difende dall’accusa rivoltagli da alcuni attivisti accorintiani. “Non ho mancato di rispetto ai messinesi (…) Se ci fossero state altre intenzioni, non avrei neppure seguito la processione dall’alto. Avevo o no il diritto di viverla riservatamente?”.