Patrizia Spinelli, da 20 anni braccio destro di Flavio Briatore, fa parte del board di “The Apprentice” per il secondo anno consecutivo: la reggina laureata in Lingue e Letterature Straniere con Master negli Stati Uniti e una carriera giornalistica come Producer per il network americano ABC News alle spalle, è entrata nel team del “boss” come Responsabile della Comunicazione di Benetton USA a New York. Dal 2010 è Direttore Marketing e Comunicazione della Holding Billionaire Life, compreso il marchio moda Billionaire Couture, e in questi giorni è protagonista televisiva del noto reality in onda ogni venerdì sera su Sky Uno alle 21:10. Chiara e precisa come sempre, l’abbiamo intervistata per un’analisi a 360° della trasmissione tv di cui è protagonista e sul tema a cui è rivolto il reality, cioè il successo imprenditoriale giovanile, proiettandolo nella sua terra d’origine: la Calabria.
È appena iniziata la seconda edizione di “The Apprentice”, dove ti vediamo ancora una volta alla destra del boss Flavio Briatore. Ci saranno delle novità significative nel format di quest’anno rispetto a quello dell’anno scorso?
“Trattandosi della seconda stagione, le selezioni sono state più rigide ed hanno portato alla individuazione di candidati molto qualificati e motivati. Le prove sono più dure e varie e prevedono anche delle trasferte all’estero, dove, tra l’altro, si è evidenziata la fondamentale importanza della conoscenza delle lingue straniere“.
Come si è avuto modo di vedere, voi giudici siete molto esigenti nei confronti dei concorrenti. Cosa pensi delle persone selezionate per partecipare a questa nuova edizione?
“I profili delle 14 persone selezionate presentano caratteristiche diverse come background sia culturale che professionale. Ci sono candidati provenienti da culture ed esperienze diverse, ed insieme alla manager o all’imprenditore c’è anche lo studente, ma tutti ben preparati“.
Quanto è importante per te il lavoro di gruppo nel programmare una strategia manageriale?
“Il lavoro di gruppo è un elemento essenziale per il successo. Da soli non si realizza mai un progetto ambizioso. Entusiasmo armonia, rispetto tra colleghi, spirito di collaborazione e visione comune sono le fondamenta di un Team vincente“.
Lavori da molti anni con Flavio Briatore, per questo sai già cosa potrebbe piacere o meno al Boss. Sei stata influenzata da questa tua consapevolezza nella scelta dei nuovi concorrenti o sei andata un po’ controcorrente rispetto ai “gusti” del leader del programma consigliandogli persone del tutto diverse rispetto ai suoi canoni?
“La selezione dei candidati non rientra nei nostri compiti. Noi valutiamo le prove dei 14 candidati. E’ ovvio che nel giudicare ho presente anche cio’ che cerca Flavio Briatore in un collaboratore, le sue aspettative, le sue esigenze“.
Ci puoi dire almeno quali caratteristiche deve avere il potenziale futuro/a uomo/donna di affari che state cercando?
“Deve avere competenza e determinazione, deve essere un team player, sicuro di sé, autorevole ma mai arrogante“.
In un momento di crisi come questo, dare la possibilità di un contratto di lavoro ai giovani è importante. Pensi che questo reality possa dare un segnale ai datori di lavoro italiani e a tutti quei giovani che non hanno potuto o voluto partecipare ad un programma televisivo come il vostro?
“Un reality non può certamente incidere su una realtà complessa come quella attuale in Italia, caratterizzata da una profonda crisi economica e di valori. Ma penso che The Apprentice possa incidere per far capire ai giovani quanto sia importante sapersi metter in gioco con le proprie qualità, in una competizione dove alla fine è vincente solo il merito“.
Tu stessa, ad una nostra intervista dell’anno scorso, avevi dichiarato questo: “Penso che i giovani calabresi dovrebbero dimostrarsi più intraprendenti, darsi da fare, mostrarsi più flessibili … Ma soprattutto dovrebbero parlare con orgoglio della propria terra, avere a cuore il suo sviluppo e il suo futuro”. Quest’anno uno dei concorrenti del talent show è un cosentino, con un bagaglio culturale e lavorativo importante. Da reggina pensi che, rispetto a quanto ci hai detto lo scorso anno, qualcosa per quanto riguarda la nostra terra si sta iniziando a muovere o no?
“Non è facile percepire, nel breve arco di un anno, un’inversione di tendenza che porti a significative differenze. Ma le difficoltà che oggi il mondo del lavoro presenta, non solo al sud e non solo in Italia, non devono essere un alibi; i giovani non devono scoraggiarsi, ma prepararsi meglio e aprire i propri orizzonti, convincersi che oggi bisogna avere conoscenze e competenze che superino i limiti regionali o nazionali. Un contesto difficile può e deve essere un’opportunità. Un’occasione per non mollare perche’ se si vale davvero si emerge. Ed io vedo spesso nei giovani del sud delle competenze importanti, ma poco spirito d’iniziativa. E non mi stanco di ripetere: imparare piu’ di una lingua straniera. E chi non puo’ permettersi di andare all’estero per imparare ha valide alternative Oggi via web o tv è facilissimo avere accesso all’inglese, a film e programmi in versione originale. Non ci sono scuse!“
Il mondo del management, è risaputo, è sempre stato quasi prettamente maschile. Ma tu sei l’esempio che non solo una calabrese ma anche e soprattutto una donna può arrivare ad avere successo in questo ambito. Vuoi dare dei piccoli suggerimenti alle donne in gara nel talent?
“Io non ho mai considerato durante il mio percorso che essere donna o calabrese fosse un handicap, anche se ho sempre lavorato in contesti prettamente maschili. Il consiglio che posso dare non solo alle candidate di The Apprentice ma alle ragazze in generale e di non farsi auto-limitare mai dal pensiero che essere donna sia uno svantaggio. Coraggio, detarminazione ed etica professionale sono gli strumenti per riuscire, a prescindere dal sesso“.


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