Dopo Capodanno inizia il conto alla rovescia per l’arrivo dei saldi. A dire il vero, molti negozi propongono merce scontata già prima di Natale per i propri tesserati o ‘fedelissimi’, e le occasioni per fare un buon affare sono ormai diluite lungo tutto il corso dell’anno dietro etichette quali ‘Offerta del weekend’, ‘Offerta del mese’, ‘Prendi due, paghi uno’ e così via.
Ufficialmente iniziati il 4 Gennaio scorso in tutte le regioni d’Italia, tranne Campania e Basilicata che hanno anticipato l’apertura dei saldi al 2 Gennaio, la stagione degli sconti porta con sé il solito fardello di previsioni di spesa più o meno contrastanti ad opera di istituti di statistiche ed opinioni di esperti del settore che, come ogni anno, vedono i consumi degli italiani sempre più bassi.
In Sicilia, si ipotizza una spesa media di 195 euro a famiglia (Codacons), dato discutibile, se consideriamo che un capo di qualità, rigorosamente made in Italy, che sia un cappotto, maglione, pantalone o paio di scarpe ha un costo medio (con sconto) di 90-100 euro, il che significa che ogni famiglia potrebbe acquistare non più di: un maglione per il papà, un paio di scarpe per la mamma, e… stop! Budget superato. Niente acquisti per il primo o secondo figlio o figlia. E chi ha tre figli, è totalmente fuori dalle statistiche!
E’ più sensato credere, invece, che o gli italiani spendono molto di più durante il periodo dei saldi per acquisti di roba griffata e di tendenza e superano i budget di previsione, o rivolgono l’attenzione a merce di scarsa qualità, magari di provenienza incerta, rientrando nei trend di previsione.
La prima opzione è sicuramente la più auspicabile per smentire le statistiche e rilanciare veramente i consumi.



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