Ancora una volta è l’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo a far parlare di sè. Carla (nome di fantasia) ha due anni, respira male e i genitori decidono di trasportarla immediatamente al “Tiberio Evoli” per i primi accertamenti; la trasportano in auto perchè l’ambulanza è impegnata in altro intervento.
I medici del pronto soccorso la visitano, le forniscono le prime cure, ma per i problemi respiratori di Carla sono necessarie altri esami, altre cure, che il nosocomio in questione, l’unico dell’intera area grecanica, non può fornire.
Carla, pertanto, deve essere trasportata a Reggio, ma questa volta almeno ai Riuniti arriva a bordo di quell’unica ambulanza, che è a disposizione del “Tiberio Evoli”.
La storia di Anna lascia due interrogativi aperti e dà spazio all’ennesima conferma, che un’intera area come quella grecanica non può essere servita da un solo ospedale, che per giunta non lavora a pieno regime.
Ma questa è storia vecchia…sono anni che se ne parla, se ne discute e tanto già è stato scritto sull’argomento, ma dalla vicenda di Anna una domanda potrebbe sorgere spontanea: Anna all’ospedale di Melito è giunta in auto perchè l’ambulanza era impegnata, a Reggio invece è giunta in ambulanza…per giunta l’unica…e durante il tragitto Melito-Reggio quante altre persone, magari di Melito, Condofuri, Bova Marina sono dovute arrivare con i propri mezzi all’ospedale perchè l’ambulanza era impegnata nel trasporto di Carla?
E se non avessero avuto un veicolo a disposizione?
Intanto i genitori della piccola Anna, a quanto sembra, vogliono sporgere denuncia per una sanità, quella melitese, che “zoppica”…proprio come il suo ospedale. E questa storia forse non dovrebbe essere presa ad esempio di quella buona sanità calabrese, di cui tanto si sta parlando in questi giorni…



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