
È avvolto nel mistero il suicidio del professor Giuseppe Longo, 64enne gastroenterologo del Policlinico di Messina, che si è tolto la vita lo scorso 20 luglio. Secondo quanto rivelato infatti dal giornalista Nuccio Anselmo sul quotidiano Gazzetta del Sud, Longo sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati per l’altrettanto oscura morte di Epifanio Zappalà, ucciso a Cesarò, con due colpi di arma da fuoco, lo scorso 21 marzo (clicca qui per leggere l’articolo). È stata questa accusa a spingerlo a togliersi la vita? Per il medico sarebbe stata la seconda volta che veniva accusato di omicidio.

Giuseppe Longo infatti fu inizialmente ritenuto il mandante dell’assassinio di Matteo Bottari, il professore ucciso il 15 gennaio 1998. Una morte da sempre mai chiarita, del quale si sono occupati stampa e televisioni, ma per la quale nessuno è mai giunto alla verità. Come ha scritto il collega Danilo Marino nell’editoriale per i 15 anni dall’omicidio Bottari (clicca qui), dietro l’omicidio si nasconde “il malaffare della gestione delle Università, e non solo. Un amalgama di ferro tra ‘ndrine calabresi, mafia locale e soggetti istituzionali come docenti, magistrati, giudici e professionisti insospettabili, tutti appartenenti ad una “borghesia mafiosa” che si era inserita con disinvoltura nella normalità della società civile“. Il professor Longo, ritenuto dagli inquirenti vicino alla cosca mafiosa della Locride capeggiata dal latitante Giuseppe “Peppe ‘u tira drittu” Morabito, non venne mai rinviato a giudizio per il delitto. Nel 1991 fu addirittura protagonista di un sequestro lampo, avvenuto in circostanze poco chiare.
(foto BlogSicilia)
Ma cosa c’entra Epifanio Zappalà? Al momento è difficile dirlo. L’uomo, guardiacaccia 45enne di Misterbianco, si trovava in un luogo isolato all’interno del territorio del comune di Cesarò, lo scorso 21 marzo. Più esattamente si trovava in un casolare di contrada Casazza. Zappalà è stato freddato con due colpi di pistola calibro 7.65, il primo allo stomaco, il secondo, per finirlo, alla nuca. Un omicidio assolutamente anomalo. Zappalà infatti non aveva, a detta degli inquirenti, conoscenze in ambito criminale. Il luogo isolato fa pensare che il 45enne abbia incontrato il suo assassino spontaneamente, magari per un chiarimento di qualche tipo. Particolare interessante e ancora inspiegabile è il fatto che il cellulare di Zappalà sia stato rinvenuto immerso in un bicchiere d’acqua. Se prima o dopo il delitto però questo non è dato saperlo.
Secondo quanto rivelato dalla Gazzetta del Sud, proprio per questo delitto Longo è stato iscritto dalla Procura di Catania nel registro degli indagati. Le motivazioni sono al momento impossibili da stabilire. Lo specialista aveva rapporti con Zappalà? Ed in qualche modo il tutto può essere collegato al caso Bottari? Sono solo congetture. Senza prove non è lecito formulare accuse di alcun tipo. Prove che gli inquirenti dovranno dimostrare di avere. La moglie del professor Longo ha rivelato che il marito si era suicidato solo dopo alcuni giorni, tramite una lettera pubblicata sullo stesso quotidiano. Il medico, che si è tolto la vita iniettandosi del cloruro di potassio, “ha sofferto inenarrabili pene da vivo“, ha affermato la moglie. È probabile che questa nuova accusa abbia spinto Longo all’estremo gesto. Ed è per questo che la Procura di Messina ha aperto un’inchiesta contro ignoti per “istigazione al suicidio”.