Messina: intervista esclusiva all’assessore alle politiche sociali Antonino Mantineo

StrettoWeb

accorinti-assessoriSi sono insediati da poco più di una settimana e adesso proveremo a conoscerli, capire quali sono le loro idee e i provvedimenti immediati che metteranno in atto. Stiamo parlando degli otto assessori della Giunta di Renato Accorinti; Antonino Mantineo, Gaetano Cacciola, Guido Signorino (vice sindaco), Sergio Todesco, Sergio De Cola, Patrizia Panarello, Daniele Ialacqua, Filippo Cucinotta.

Oggi StrettoWeb ha intervistato in esclusiva l’assessore alle Politiche sociali, sanitarie, al Decentramento (Città Metropolitana) e al Personale, Antonino Mantineo.

  • Chi è Antonino Mantineo, e come nasce l’avventura di “Cambiamo Messina dal Basso”?

Laureato in scienze politiche all’università di Catania ho fatto il dottorato di ricerca tra il 1986 e 1989. Nel 1997 sono diventato ricercatore all’università di Catanzaro, e dal 2003 sono professore ordinario di diritto ecclesiastico, e di diritto e religioni presso l’ateneo del capoluogo calabrese nella facoltà di Giurisprudenza.Essendo originario di Moio Alcantara ho avuto brevi esperienze di amministrazione come consigliere comunale per due mandati e nel 1994 mi sono candidato con la rete politica di Leoluca Orlando. Dal 1994 il mio impegno politico l’ho trasferito interamente nel volontariato: sono stato per dieci anni Presidente del Tribunale dei Diritti del Malato e presidente provinciale del MOVI (movimento volontariato italiano) quando alla presidenza nazionale vi era Beppe Lumia che poi divenne deputato nazionale. Nel 2001 sono stato anche presidente del Centro Servizi per il Volontariato, un’organizzazione che mette insieme circa 200 associazioni di volontariato della città e provincia di Messina. Attraverso le esperienze nelle organizzazioni citate, via via ho cercato di interloquire con le amministrazioni locali, ma soprattutto con la gente, e con le associazioni, per cercare di portare i temi di diritto della cittadinanza e dei diritti sociali all’attenzione di tutta la comunità. Il mio impegno civile espresso nel volontariato l’ho sempre definito un impegno politico in quanto per tanti anni abbiamo lavorato per chiedere i bilanci trasparenti del comune, lo svolgimento e le erogazioni di determinati servizi.

Nell’ambito di esperienze associative è stata importante la vicinanza di Renato e altri amici perché questa ha fatto si che si avvertisse come una necessità – nel momento di maggiore difficoltà dellaantonino mantineo nostra città – di impegno diretto. Infatti, coltivando una visione di insieme di carattere politico mirata a rinnovare il quadro messinese è stato possibile introdurre elementi di vera partecipazione e prendere così le distanze da vecchi modi di fare politica e da poteri forti che in qualche modo hanno “ingessato” la nostra comunità riducendola a livelli minimali di vivibilità, qualità della vita e credo anche di democrazia.

Per molti anni a Messina si ha avuto la netta sensazione che poche famiglie decidessero per tutti, più nel male che nel bene. E’ un dato significativo, che come associazione di volontariato avevamo segnalato più volte, che poche famiglie controllano l’80% delle ricchezze di Messina, e le stesse famiglie controllano i beni della città come anche beni comuni e questo è intollerabile se vogliamo parlare ad una città democratica e civile.

Il salto di qualità, ovvero impegnarsi direttamente, ha coinciso con un impegno ulteriore: superare la frammentazione sociale, un altro elemento di deficit della democrazia. La nostra città ha vissuto esperienze che prevedevano lo sviluppo di un modello alternativo di pensare alla cosa pubblica, all’interesse generale, al bene comune, esperienze molto belle di gruppi laici, religiosi e associazioni di volontariato ma tutti questi mondi anche quando agivano bene lo facevano in modo separato. Quello che abbiamo cercato di fare con “Cambiamo Messina dal Basso” è avvicinare mondi ed esperienze positive che però necessitavano di stringere legami solidi perché quando ci si propone nell’ottica di servire la comunità attraverso la politica è necessario superare individualismi e particolarismi (questo è stato il vero miracolo). L’elemento della partecipazione va assolutamente sottolineato. Della partecipazione sono state soprattutto protagoniste le giovani generazioni che hanno manifestato un vigore ed un’energia come se loro stessi si svegliassero da un torpore, da una rassegnazione.

La partecipazione giovanile insieme al superamento della frammentazione del tessuto sociale ha contribuito al “miracolo” che poi si è personificato nel nuovo Sindaco Renato Accorinti, un testimone autentico delle belle lotte nell’interesse del bene comune e della collettività, che ha incarnato il simbolo di rinnovamento e di “bonifica” politica e civile di Messina.

  • Subito al lavoro per il microcredito

Il microcredito è un’esperienza che viene da molto lontano, e nasce dal presupposto che alle persone bisognose non si deve mai elargire elemosina ma è invece importante fare un investimento attraverso un credito che viene affidato per incentivare un pieno e responsabile impegno diretto per uscire fuori da una condizione di indigenza. I casi di indigenza, purtroppo, sono tanti anche a Messina esistono diversi metodi per poter affrontarli nel migliore dei modi.

Innanzitutto nell’ambito delle politiche sociali bisognerà lavorare molto sul piano della prevenzione e quindi sulle giovani generazioni intervenendo sull’istruzione, l’educazione e la formazione e le risposte immediate che a volte si possono dare anche a costo zero attraverso un volontariato di prossimità che viene svolto già da famiglie, parrocchie di quartiere, e associazioni.

Parlando di difficoltà economica il microcredito torna ad essere una misura che libera il soggetto da una condizione di indigenza o ancor peggio di parassitismo. Il microcredito trova espressione in altre città italiane e richiede un impegno economico da parte del Comune ma anche delle Banche che si propongono per offrire sostegno (banca Etica o banca di credito cooperativo) alle famiglie bisognose. La novità di questo prestito fiduciario è che invece di lasciare la libera discrezione dei privati, fondazioni e banche, con questo metodo il Comune si rende protagonista riunendo i soggetti protagonisti di questo prestito recuperando le risorse necessarie e con la capacità di poter interloquire e attrarre l’investimento del privato.

  • I primi due interventi

Prima di tutto incontrare il personale che si occupa delle politiche sociali, lo scorso 25 giugno sono stato a palazzo Satellite e ho incontrato tutti il personale degli assistenti sociali amministrativi del dipartimento di politiche sociali. La stessa cosa farò nei prossimi giorni con il personale che si occupa del decentramento. Inoltre incontrerò i lavoratori delle politiche sociali impegnati nello svolgimento di tutti servizi e quindi un calendario di incontri con le organizzazioni sindacali e le centrali cooperativistiche e con quei soggetti privati che concorrono al walfare.

Recarmi direttamente alla Regione presso l’assessorato della Famiglia e vedere di liberare immediatamente le risorse (circa 11 milioni di euro) del piano di Zona 2001-2003 che giacciono nelle casse della Regione per far si di poter dare continuità ai servizi previsti, per l’appunto dal piano di zona. Invece di attendere che ci scrivano abbiamo pensato di andare direttamente all’assessorato regionale per parlare con i funzionari e la stessa assessora Ester Bonafede.

  • Impignorabilità prima casa

Non è un atto che dipende da noi ma deriva da un provvedimento governativo che abbiamo “salutato” come un fatto molto importante. A livello locale, sul tema dell’impignorabilità della prima casa abbiamo in programma di incontrare tutti i gruppi di rappresentanza dei cittadini e organizzazioni sindacali come il SUNIA – Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari – perché la realtà di Messina ci dice che molte famiglie non riescono più a sostenere il mutuo per la prima casa. Certamente dovremo prima capire quante famiglie abbiano questo tipo di difficoltà per poter poi intavolare un confronto con gli istituti di credito finanziario e trovare delle soluzioni che permettano alle famiglie in difficoltà di non perdere la casa che faticosamente hanno acquistato.

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