“Grane Padane”, puntata n° 5: Tu vuò fa’ il padano!

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Il destino nella vita non è generoso con tutti: padani si nasce, non si diventa. I bambini padani, in reparto maternità, si riconoscono subito: hanno il braccialetto, quello identificativo della loro madre, verde e messo solo sul dito medio.

I bambini del Sud invece vengono interrogati direttamente. Se alla domanda “Madre?”, rispondono “’A tua!” allora sono proprio calabresi, se rispondono “Assoretà!” sono di Napoli e.. così via.

Alcuni test clinici hanno dimostrato, fin dalla culla, la superiorità dei bambini padani. Un’antica leggenda longobarda fa risalire il destino di un vero bambino padano da una scelta: vengono messi su un tavolo due piatti diversi. In uno c’è una polenta gialla, nell’altro un cannolo siciliano di crema bianca.

Se il bambino avvicina la sua manina alla polenta, allora  avrà un futuro da vero padano.

Se il bambino avvicina la sua manina al piatto del cannolo, allora ho una brutta notizia per voi.

E “diventerà diabetico” è soltanto uno fra i possibili destini che lo attendono.

La leggenda della polenta viene ripresa anche sui manifesti leghisti, così come appare qui:


 Fin da piccoli infatti, i ragazzi padani vengono abituati a fare gli scherzi agli immigrati in questo modo: si nascondono, poi sbucano fuori e gridano “Cous-cous-settetè!”.

Fin da piccoli, vengono istruiti per generare ansia da opposizione, ascoltando la versione remixata di “Tu vuo’ fa l’americano”: Tu vuo’ fa il padano!

Quando sono adolescenti, cominciano a navigare sul web e impostano come home page il sito www.leganord.org.

Nella sezione “Materiale da Propaganda”, cercano qualcosa di utile, chiesto dalla madre o voluto dal padre:

– Il ventaglio padano, usato e riconosciuto D.O.C. da Eolo, dio del vento;

– Braccialetto profumato “I Love Padania”, per quando gli verrà comprata la macchina senza l’Arbre Magique;

– Lo Zippo a benzina, con la voce di Alberto da Giussano che risponde sempre al tuo: “Scusa, hai da accendere?”;

– L’accendigas padano, utile soprattutto dopo fenomeni di eruttazione, per spettacoli ad alto livello pirotecnico con gli amici;

– Il cappellino in cotone con Alberto da Giussano, quando il sole picchia forte, lui invece della spada tiene l’ombrellone;

– Portachiavi con scritta “Fratelli su libero suol”, perché la scritta “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta” non entrava tutta.

(Non ci credi? Clicca qui!)

E adesso tu, ragazzo padano, inviti la ragazza più bella del Liceo sulla tua macchina: quella notte di mezz’estate indossi il tuo cappellino fantastico col Sole delle Alpi, fai pendere il tuo portachiave con Alberto da Giussano che ti schiaccia l’occhiolino e ti sussurra “Ti serve la spada?”, mentre sfoggi il tuo braccialetto profumato “I Love Padania”.

E allora noi ci immaginiamo la scena..

Lui: “Sei bella come il Sole.. delle Alpi” e sta per farsi più vicino, ma lei lo ferma.

Lei: “Grazie, ma.. devo dirti una cosa..”

Lui: “Cosa?”

Lei: “Sono come l’olio padano..”

Lui: “Cioè?”

Lei: “Non sono extra vergine. È un problema per te?”

Lui: “No, figurati.. “

Lei: “C’è un’altra cosa..”

Lui: “Non dirmi che..”

Lei: “Si, purtroppo si.. Sono di Palizzi..”

Lui: “Vicino Bergamo?”

Lei: “No,  provincia di Reggio Calabria”

Lui: “E allora.. Scusa.. ma ti chiamo terrone”.

(Continua nella prossima puntata…)

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