A tutto c’è un limite e tutto questo è ormai troppo anche per i più pazienti. L’apprezzamento dei tifosi della Reggina verso questa proprietà è ai minimi storici e nelle ultime ore è esplosa la rabbia soprattutto sui social. Sono centinaia gli sfoghi, dai capi ultrà ai gruppi amaranto, che esprimono un duro e feroce malcontento nei confronti di Ballarino e della società. Le ultime news, quelle relative alla rottura con Barranco – dopo che era stato dato per fatto il rinnovo – e alle sirene per Laaribi, oltre all’immobilismo sul calciomercato in entrata, hanno fatto scoppiare una situazione che era già fortemente delicata e sul punto di esplodere.
Riprendiamo, a tal proposito, uno degli sfoghi più azzeccati e brillanti che circolano in queste ore, pubblicato dalla pagina “Stream Amaranto”: “Quindi pronti-via e si perde, prima ancora di passare dal Via, il miglior realizzatore dell’ultima annata. Quel giocatore che un anno fa venne ufficializzato 5 minuti prima di aprire la campagna abbonamenti. Quello che per cui si disse ‘Non abbiamo preso quello che costa di più, ma il più forte’. E al netto di tanti limiti che il ragazzo ha palesato, non necessariamente in termini realizzativi per quanto in alcune partite chiave come quella di Scafati abbia sbagliato alcuni gol che un attaccante non può sbagliare, ma soprattutto in termini di capacità di far salire la squadra mancando di quella prestanza fisica che giocatori come Maggio per dirne uno invece hanno, comunque ha condotto un’ottima stagione e, appunto, è stato il miglior realizzatore”.
“E quindi logica imporrebbe che sia uno dei punti di partenza. E che quindi vada anche accontentato economicamente, se si intende battere la concorrenza. A meno di ritenerlo non adeguato al progetto, ma in tal caso non bisognerebbe affatto offrire il rinnovo. Sappiamo benissimo che non è questo il caso. La faccenda è semplice: il nome Reggina conta meno di 0 davanti a chi ti offre di più, paga puntualmente (!), e non chiede decurtazioni per evitare brutte sorprese al momento dell’iscrizione. E soprattutto se non accompagni il nome a un progetto tecnico vincente.
Il progetto tecnico della Reggina, oggi, non è vincente. E non è nemmeno quello il problema. Il problema è che un progetto tecnico non esiste. E lo diciamo da tempo, perché parlano i fatti: il “bomber” designato, quello che “è il più forte, non il più costoso”, nel pieno della sua maturità calcistica, viene firmato con un contratto annuale, mentre Adejo che è ben avviato verso la conclusione del viale del tramonto ha ricevuto un rinnovo biennale. Niente contro Adejo, sia chiaro, è citato come semplice esempio. È il concetto che è sbagliato. Biennali agli ultra trentenni, e il bomber designato con un contratto di 12 mesi.
Per non parlare dell’affaire Rajkovic, che dopo una seconda parte di stagione da quasi un gol a partita a Brindisi, provincia di Novi Sad, è cercato da tante top di D disposte a fare carte false per averlo. Ovviamente squadre con sede legale in Serbia, altrimenti non potrebbe giocare per problemi di passaporto, sia chiaro. La verità? Rajkovic era l’ingaggio più alto. Pesava troppo, costava troppo. Bisognava risparmiare, ché le prime stavano fuggendo. E la stessa fine la sta facendo Barranco: costa troppo. Pure se è “il più forte”, pure se “non è quello che costa di più”. Costa comunque troppo.
Ferraro, ovviamente, costa di meno. E ci verrà propinato come un grande acquisto, salvo che anche lui comprensibilmente non cambi idea e vada altrove, vista la situazione. Anche qua, non fraintendetemi: Ferraro è un buon attaccante, un onesto giocatore di categoria, in crescita dopo qualche stagione deludente di D e che ha saputo rilanciarsi in Eccellenza prima confermandosi a Sambiase nell’ultima stagione. Ma la maglia del Sambiase, con tutto il dovuto, meritato e guadagnato rispetto, non pesa quanto quella amaranto. Meno che mai al terzo anno di D.
‘Voglio vincere, ma vincere a modo mio’ disse il patron. Lo disse arrabbiato, ma fiero. Arrogante come sempre. Oltremanica dicono “You can talk the talk, but can you walk the walk?”. Traduco: sei bravo a parlare, ma ai fatti? Da questo lato dello Stretto certe persone vengono apostrofate come i nostri dirimpettai: buddaci. E invece, alla fine della fiera, il più grande buddace va a finire che lo abbiamo in casa. E non se ne vuole andare. Non abbiamo dubbi che, entro qualche giorno, verranno fuori parole al vetriolo verso la stampa che destabilizza dando notizie di possibili avvicendamenti e trattative per la cessione societaria, verso Barranco e il suo entourage per essersi “rimangiato” la parola data, contro questo e contro quello. Contro tutti, ovviamente. Ma mai contro se stessi.
Eppure siamo ancora qua, al punto di partenza, verso il terzo anno e a cambiare sembra sia solo il calendario. Tutto il resto rimane uguale. Non cambia chi fa la squadra, non cambia il DG, non cambia il modus operandi… E quindi non cambierà nemmeno il risultato. Sperando, con tutto il nostro cuore, ma davvero, di essere smentiti e sbugiardati dai fatti. Sono due anni che aspettiamo. Ce saremmo pure un pochettino rotti le palle“.
