Reggio Calabria e i malumori Falcomatà-PD, il futuro del Consiglio Comunale resta in bilico. Ma spunta una possibile data “decisiva”: cosa può accadere

Si va verso la conclusione della settimana apertasi col caldo Consiglio Comunale di Reggio Calabria. Cosa può succede ora? Le ultime

La situazione politica a Reggio Calabria resta molto tesa. Di conseguenza, anche il futuro è in bilico. Un futuro che, come spiegato qualche giorno fa su StrettoWeb, al momento è a un bivio, un bivio che mette davanti a diverse strade. Solo una di queste, a brevissimo, vedrà la luce. La rottura PD-Falcomatà (ma non parlate a lui di rottura, perché gli viene da ridere) ha aperto una ferita profondissima tra il partito e il Sindaco. Le scelte del primo cittadino sui nuovi Assessori e sui cambi ai vertici delle partecipate Hermes e Castore, assunte senza consultare nessuno in Maggioranza, hanno mandato su tutte le furie il Partito Democratico. Tanto che alcuni Consiglieri di Maggioranza del partito (tra tutti il capogruppo Giuseppe Marino) hanno deciso di sfiduciare Falcomatà, diffondendo un documento in cui chiedono al Sindaco l’azzeramento della Giunta, altrimenti andranno tutti a casa.

Il primo cittadino, subito dopo il Consiglio, e anche in questi giorni, è sempre apparso abbastanza tranquillo. Si sente “geneticamente” del PD, non si sente in bilico, svolge già il ruolo di Consigliere regionale e presenzia ad ospitate in radio in assoluta serenità, anche scherzando sull’argomento. E’ possibile che si senta tranquillo in quanto in passato è già riuscito – e anche più volte – a uscire fuori da matasse così intricate. Questa volta, però, pare che la situazione sia leggermente diversa. Al momento, a “salvarlo” è l’indicazione proveniente dai vertici nazionali del partito. Elly Schlein ha fatto intendere che non sarebbe il massimo – in chiave etica, politica e d’immagine – una rottura così clamorosa tra Falcomatà e il partito di cui ha sempre fatto parte.

Da qui la scelta – anziché di una mozione di sfiducia – di un documento, quello poi letto in Consiglio Comunale, che ha allungato i tempi e passato la palla direttamente al Sindaco. Documento a cui però Falcomatà dovrebbe dare un seguito. Azzererà la Giunta, proverà una mediazione o lascerà tutto cadere, con il rischio di far saltare il Consiglio? Ad oggi, un azzeramento è roba molto improbabile, quasi impossibile. Il comunicato di questa mattina, che ha aperto a un confronto, sembra l’ipotesi più logica: il Sindaco vuole sedersi con i sette Consiglieri in rottura per provare a trovare un compromesso. Anche se, a sentire loro, anche a caldo a margine del Consiglio di lunedì, l’unica strada percorribile sarebbe l’azzeramento totale. No a una mediazione, insomma.

Cosa farà la Minoranza?

Ovviamente, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Di contro, va registrato anche il comportamento della Minoranza, che pare muoversi in modo compatto. Già in Consiglio, l’Opposizione ha detto chiaramente che sarebbe pronta a presentarsi dal Segretario Generale. Da sola, però, non basta a far sciogliere il Consiglio. Per questo attende le “mosse” dei sette scontenti. In tal senso, c’è una data che potrebbe essere cruciale: lunedì 24 novembre, una settimana esatta dal Consiglio.

E’ stata infatti chiesta, dalla Minoranza, la possibilità di convocazione della Commissione per il regolamento delle Circoscrizioni. Una Commissione che potrebbe delinearsi come quella chiave. Non è da escludere, infatti, che dopo tale seduta non si possa attuare la mossa decisiva, ovvero quella di presentarsi dal Segretario per presentare una mozione di sfiducia, magari chiedendo la convocazione di un Consiglio Comunale che – ai voti – sancisca la fine consiliatura, in anticipo.

E’, questa, una delle ipotesi in campo, anche se in politica – si sa – è sempre tutto in divenire, sempre tutto imprevedibile. Gli scenari cambiano non di giorno in giorno, ma di ora in ora, e in tutto ciò è già quasi volata una settimana da quel caldo Consiglio Comunale. C’è chi continua a non escludere le dimissioni stesse del Sindaco, ma soltanto qualora si dovesse sentire veramente sfiduciato, cioè qualora la Maggioranza scontenta non accettasse le sue mediazioni. Va precisato che, affinché il Consiglio si sciolga, è necessario che almeno diciassette Consiglieri si dimettano. Quindi, oltre ai sette “scontenti”, anche almeno dieci della Maggioranza. Questa strada, lo ricordiamo, aprirebbe a quella dei Commissari, fino a nuove elezioni.

Se invece anche la giornata di lunedì dovesse passare senza scossoni, se dal PD non si darà seguito a quel documento, se insomma si dovesse trovare una mediazione nella Maggioranza, il Consiglio Comunale sarà “salvo” fino alle elezioni di Primavera. Falcomatà, che lunedì ha già salutato tutti, decadrà dalla sua funzione nei prossimi giorni. Dopo il primo step nel Consiglio di lunedì, devono trascorrere dieci giorni. A partire dal decimo giorno, si attiverà la seconda procedura, che porterà alla decadenza ufficiale a cavallo tra novembre e dicembre, con il subentro (anzi il ritorno) di Paolo Brunetti. Sempre ammesso che in questi giorni non avvengano i “terremoti” sopra descritti.