La campagna elettorale di Pasquale Tridico in Calabria, lo stiamo vedendo in questi giorni, è quasi tutta concentrata su reddito di dignità e sanità. Il primo è una “stampella” di un reddito di cittadinanza fallimentare, già sperimentato in tutta Italia e balzato alle cronache come spreco di stato per aiutare i fannulloni. La seconda, invece, diventa magicamente oggetto di propaganda. Il Movimento Cinque Stelle, infatti, si trasforma all’improvviso in esperto di sanità, di problemi da risolvere, di aiuto ai malati. Eppure, qualche anno fa, solo qualche anno fa (non parliamo mica del Medioevo), Conte e i suoi Ministri sceglievano per la Calabria un Commissario “drogato”, letteralmente “auto-ridicolizzatosi” in diretta nazionale tv.
Ma non è questo il punto. Il punto è che, a furia di lasciarsi andare a un’opposizione populista e qualunquista, il rischio è di commettere delle gaffe. Anzi, ancora meglio, degli autogol, anche abbastanza clamorosi. Ieri, infatti, Pasquale Tridico e Giuseppe Conte sono stati ad Arghillà, ad ascoltare le istanze dei cittadini, disperati. Fin qui, tutto giusto. Il quartiere è abbandonato, è degradato, e i cittadini sono arrabbiati. E’ così da tanto, da sempre. Rifiuti in strada, roghi continui, episodi di micro-criminalità. Le istituzioni? Assenti. E qui arriva l’autogol. Il Movimento Cinque Stelle, nello specifico Conte e Tridico, lo sanno che il primo e diretto responsabile di questa situazione è il signor Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria da undici anni? Perché in questo periodo sono cambiati tanti governi, sia nazionali che regionali, ma lui è sempre rimasto lì e mai nulla ha fatto affinché le cose potessero cambiare. Anzi, a dir la verità, la situazione è solo peggiorata, mitigata almeno parzialmente dalla forte presenza sul territorio di comitati e associazioni.
L’incredibile (e sbagliata) accusa alla Regione
E invece, Giuseppe Conte, colui che scelse Cotticelli, cosa fa? Accusa la Regione! Così afferma l’ex Premier: “Arghillà è un quartiere periferico di Reggio Calabria, un ghetto – come lo definiscono gli stessi abitanti – in cui lo Stato latita, la sicurezza è una chimera e la sanità un lusso per pochi. Ho incontrato i residenti davanti al Polo sanitario di prossimità, una struttura che grazie al prezioso contributo di tanti volontari offre assistenza sanitaria gratuita a chi versa in condizioni di emarginazione e disagio sociale. I soli volontari però non possono fare fronte al dilagante bisogno di una sanità efficace, efficiente, disponibile ogni giorno e non solo dopo mesi di attesa. La sanità territoriale di prossimità è una delle forme più alte di tutela e proprio per questo avevamo destinato alla missione salute oltre 15 miliardi del PNRR. Ma la giunta di Occhiuto ha speso appena il 10% dei fondi europei previsti per la sanità calabrese: e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
Pur in un discorso un po’ più marginale, e neanche troppo velatamente, Giuseppe Conte ha dunque la faccia tosta di puntare il dito contro la Regione per le condizioni di un territorio su cui ha piena competenza il sindaco. Sindaco, tra l’altro, della loro stessa coalizione. Sindaco che supporta ampiamente e pubblicamente Tridico alle elezioni regionali. E loro che fanno? Vanno nel territorio degradato per denunciare le condizioni di abbandono su cui proprio Falcomatà non muove un dito.
Tra le righe, in modo meno esplicito e forse anche ingenuamente, Tridico parla invece di “assenza di politiche regionali e comunali”. Pur attribuendo erroneamente responsabilità alla Regione, il candidato cita anche il Comune. Comune che, a meno che Tridico non sia disinformato così come dimostrato con le tre province calabresi anziché cinque, è amministrato da undici anni da Giuseppe Falcomatà. Se non è autogol questo…
