E’ senza ombra di dubbio Franco Sarica la più dirompente novità politica delle elezioni regionali 2025 a Reggio Calabria. Il noto ginecologo reggino, 70 anni, molto conosciuto e stimato in città per la sua straordinaria carriera professionale, ha scelto di tornare in prima linea rinnovando il suo storico impegno politico da sempre nelle fila del Centrodestra. E’ stato Assessore ai Lavori Pubblici al Comune di Reggio Calabria per Forza Italia dal 2007 al 2011, durante la stagione del “modello Reggio” di Scopelliti, di cui è stata una delle figure più importanti. A sostegno di Scopelliti si era già candidato al consiglio Regionale nel 2010 raccogliendo circa 4.500 voti di preferenza.
Negli ultimi anni – a maggior ragione a fronte del decadimento della politica locale – ha rinnovato in più occasioni la voglia di impegnarsi per il bene comune e oggi arriva l’ufficialità della sua candidatura al consiglio regionale della Calabria in vista delle elezioni di 5 e 6 ottobre, nella circoscrizione Sud (Reggio Calabria) nella lista della Lega. Le sue prime parole sono ai microfoni di StrettoWeb.
Partiamo dalla lista. Come mai proprio la Lega?
“E’ senza ombra di dubbio il partito che negli ultimi anni ha fatto e sta facendo di più e meglio per la nostra città e il nostro territorio, e ringrazio il sottosegretario Claudio Durigon per la fiducia nei miei confronti. Negli ultimi anni ho personalmente molto apprezzato e condiviso l’impegno del Ministro Salvini per il Ponte sullo Stretto, un’opera straordinaria e fondamentale per lo sviluppo del Sud Italia che Salvini con i suoi input politici sta realizzando bruciando i tempi e riuscendo laddove in tantissimi, in passato, avevano fallito o si erano arenati. Ma non c’è solo il Ponte, è tutto il sistema di infrastrutture e trasporti che sta cambiando: con Salvini abbiamo investimenti senza precedenti per la nuova SS 106 Taranto-Reggio Calabria, per l’alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria e per tutte quelle infrastrutture di cui il nostro territorio ha bisogno. La chiave per raggiungere ricchezza e benessere è proprio negli investimenti pubblici per le infrastrutture, che sono sempre mancate alla nostra Calabria. Inoltre, in pochi ricordano che senza l’impegno concreto del ministro Salvini, neanche l’ottima operazione di Occhiuto che ha portato Ryanair all’Aeroporto di Reggio Calabria si sarebbe mai potuta concretizzare. E’ stato proprio Salvini, infatti, a luglio 2023, a rimuovere le limitazioni operative che sussistevano sulla pista 15 dell’Aeroporto dello Stretto in una storica riunione al MIT con Enac, Enav e Sacal. Senza quel passaggio strategico, Ryanair non avrebbe mai potuto volare su Reggio. Voglio anche ritornare un po’ indietro negli anni: quando Scopelliti è riuscito ad ottenere l’inserimento di Reggio Calabria tra le 10 Città Metropolitane d’Italia, il Ministro che ha firmato e attuato quel provvedimento era Calderoli, anche lui della Lega. Questo partito non è più quello di una volta, che pensava solo al Nord e che nasceva per gli interessi del Nord. E oggi non è soltanto un partito nazionale con una precisa connotazione ideologica, ma ha dimostrato con i fatti di essere quello che negli ultimi anni è il più vicino alle esigenze di Reggio e della Calabria. Ecco perchè il mio impegno nella Lega è convinto e assolutamente coerente con principi e valori in cui credo e in cui ho sempre creduto”.
Il ricordo dello storico passaggio che portava Reggio Calabria a diventare Città Metropolitana porta alla mente quella stagione di governo di cui è stato assoluto protagonista: il modello Reggio di Scopelliti.
“Una stagione politica esaltante sotto tutti i punti di vista. Ricordo che in quegli anni da Assessore ai Lavori Pubblici sono riuscito a realizzare oltre 270 opere pubbliche, lavori concreti nei quartieri, nelle circoscrizioni, che hanno cambiato il volto della nostra Reggio e che ancora oggi rappresentano una città che ha superato atavici problemi storici e strutturali: potrei dilungarmi per ore ma mi basta citare piazza Castello, piazza Carmine, via Giudecca con il Tapis Roulant, il largo Calopinace, piazzetta Orange, piazza Italia… Ricordo con quale passione e veemenza Scopelliti ci dava ogni giorno la carica per lavorare al cambiamento della città, trasformandola in un gioiello. Reggio era una città che cresceva, che viveva un entusiasmo di sviluppo e anche un boom demografico unico nel Paese, in controtendenza con tutte le altre città del Sud. Trovate i dati ufficiali sull’Istat: nel 2002, quando Scopelliti veniva eletto Sindaco la prima volta, a Reggio Calabria vivevano esattamente 180 mila persone. Nel 2010, al culmine di quella stagione di governo, i residenti in città erano incredibilmente aumentati a 187 mila, mentre era già in corso il triste trend della fuga dei cervelli da tutte le città del Sud verso il Nord Italia e il resto d’Europa e del mondo. Dal 2012, con lo scioglimento, è iniziato il tracollo. Avete visto qual è l’ultimo dato, quello del 2023? Siamo diventati 169 mila, scendendo per la prima volta addirittura sotto quota 170 mila, un dato che non si vedeva dagli anni ’70. Negli ultimi 15 anni abbiamo perso quasi 20 mila residenti, facendo un salto indietro di 50 anni. E’ lo specchio del declino della città abbandonata da una nuova generazione politica che ha avuto risultati fallimentari e che ha pensato esclusivamente a se stessa, gestendo il potere per interessi personali e non per il bene pubblico”.
Qual è il suo obiettivo in queste elezioni?
“Ho deciso di tornare in campo proprio per dare un contributo alla politica: vedo un risveglio di idee e iniziative positive per la nostra terra, trainate dal governo Meloni e ben incanalate a livello regionale anche dal Presidente Occhiuto. Abbiamo un’occasione unica, forse irripetibile, con la prospettive dei lavori del Ponte sullo Stretto ormai imminenti, ma anche la Zes unica e le altre grandi opere già citate in precedenza. Penso che siamo ad un appuntamento con la storia. Un appuntamento a cui Reggio non può permettersi di non rispondere con passione, esperienza, cultura politica. Spero di ottenere il consenso tale da poter entrare in consiglio regionale e far pesare le istanze della mia città e della mia provincia, che con il porto di Gioia Tauro si presenta oggi in una posizione assolutamente strategica nel contesto Euro-Mediterraneo. Se i reggini vorranno, rappresenterò Reggio in consiglio regionale con lo stesso impegno e la stessa passione con cui l’ho fatto in consiglio comunale e nella giunta comunale tanti anni fa”.
La sfida alla presidenza, tra Occhiuto e Tridico, sta dando un peso nazionale alla Calabria: si tratta di figure autorevoli e importanti. Ma la campagna elettorale è già molto dura…
“La sinistra ha scelto Tridico perchè per giocarsi la partita con un candidato forte come Occhiuto serviva un nome altrettanto forte e importante a livello nazionale, ma non basterà. Occhiuto ha lavorato molto bene alla guida della Calabria in questi anni, dando continuità al percorso già avviato in precedenza da Jole Santelli, e i calabresi lo sanno, ne hanno contezza e percezione, quindi sostengono Occhiuto che mi sembra lanciato verso una importante riconferma. Ha saputo sfruttare molto bene, nell’interesse dei calabresi, quelle esperienze e quei contatti maturati negli anni di impegno parlamentare, e ha dato alla Calabria un’immagine nuova, positiva, pulita, basata sull’operosità, sul lavoro, sulla bellezza. E’ cambiata la narrazione sulla nostra Regione e Occhiuto ha ottenuto risultati importanti in tutti i settori, lavorando in stretto coordinamento con il governo centrale. L’esordio della campagna elettorale di Tridico, invece, è stato pessimo: puntare tutto sulla becera assistenza di uno strumento come il reddito di cittadinanza, che ha già fallito e in ogni caso non si può fare in modo regionale, per giunta bocciando completamente il Ponte sullo Stretto e l’iniziativa di Ryanair all’Aeroporto di Reggio Calabria, che sono le più importanti e straordinarie azioni di sviluppo intraprese negli ultimi anni dal nostro territorio, significa proporre soluzioni antiche, sbagliate, superate dalla storia e fuori dalle reali esigenze dei calabresi che non vogliono elemosine, non ambiscono a vivere da parassiti, ma sognano un futuro di lavoro, di benessere, di ricchezza, di progresso”.
E lei? Qual è il suo sogno per il futuro di Reggio e della Calabria?
“Sogno una città che sia nuovamente centrale nel panorama nazionale ed internazionale, che sia punto di riferimento del Mediterraneo, crocevia tra Nord e Sud del mondo. Sogno una città che ritrovi orgoglio di appartenenza ed entusiasmo sul futuro, che ambisca ad essere davvero grande, che pensi in grande e che realizzi la propria potenzialità con un’evoluzione adeguata che parta dai servizi essenziali, oggi purtroppo assenti e distrutti, e che arrivi ad uno sviluppo visionario in termini di turismo, di produzione, di investimenti. Sogno una città che si rialzi dopo un lungo periodo di apatico torpore, e sogno che lo faccia come principale centro urbano di una Regione che non sia più l’ultima, la più povera, la più arretrata ma che, al contrario, seguendo il percorso virtuoso intrapreso negli ultimi anni, raggiunga un’emancipazione totale e quegli ambiti standard di sviluppo adeguati al contesto europeo”.
