“Stanno arrestando Occhiuto”: le clamorose bufale della sinistra che vomita fango mentre non riesce neanche a trovare un candidato

Le voci sull'arresto di Occhiuto si sono rivelate totalmente infondate: il governatore dimissionario continua ad avere la piena fiducia di tutta la coalizione e la totale convinzione di un'archiviazione dall'inchiesta di Catanzaro. I reali motivi delle dimissioni e la voglia di continuare il lavoro intrapreso per la Calabria

Siamo alle realtà rovesciate, alla narrazione che supera ogni fantasia. Siamo al pettegolezzo da bar che diventa retroscena sui giornali, senza più neanche la cautela del fatto intendere. Negli ultimi giorni hanno alzato il tiro su Roberto Occhiuto, il Presidente della Regione Calabria dimissionario e ricandidato alle elezioni anticipate del 5 e 6 ottobre: è un vero e proprio stillicidio quotidiano sulla stampa di sinistra, nazionale e locale. Un vero e proprio tiro al bersaglio guidato da Repubblica, Manifesto, Fatto Quotidiano e Domani, con la sponda di LaCNews in Calabria.

Anche le bugie, a furia di ripeterle quotidianamente, rischiano di essere percepite come verità: è una vecchia strategia della propaganda sovietica e a sinistra non se ne sono mai dimenticati. Ma negli ultimi giorni siamo arrivati davvero al punto di non ritorno: non più soltanto le intercettazioni, i retroscena e i dettagli sull’inchiesta che vede coinvolto Occhiuto, ma addirittura fantomatiche indiscrezioni da thriller, ricostruzioni spacciate come reali. Il succo è sempre lo stesso: “stanno per arrestare Occhiuto, la voce rimbalza da Roma. Succederà prima di Ferragosto“. Una bomba clamorosa, che si diffonde rapidamente nei giorni scorsi. Addirittura “il centrodestra valuta un altro candidato, ma c’è poco tempo, l’arresto dovrebbe intervenire ad horas“. Le horas, intanto, sono pasades e Occhiuto è sempre più solido nella candidatura e nella leadership del Centrodestra in Calabria. Oltre ad essere un libero cittadino senza alcuna misura cautelare. Nelle piene facoltà, totalmente innocente e con la fedina penale limpida come quella di un bambino.

La realtà sull’inchiesta che coinvolge Occhiuto

Queste fandonie sono forse soltanto un augurio delle opposizioni, che non riescono a trovare un accordo neanche sul candidato. Le stesse opposizioni che non volevano neanche andare al voto, e che adesso auspicano un colpo di mano per via giudiziaria. Ma già solo il fatto che le voci arrivassero da Roma, testimonia la loro totale inconsistenza: l’inchiesta, infatti, è condotta dalla Procura di Catanzaro, e semmai – ammesso e non concesso – eventuali fughe di notizie rispetto ad un imminente arresto, arriverebbero dalle viscere della Calabria e non certo dalla Capitale. Inoltre Occhiuto è indagato nella fase delle indagini preliminari: ha ricevuto l’avviso di garanzia l’11 giugno, appena due mesi fa; è poi stato interrogato a Catanzaro il 23 luglio, pochi giorni fa. Non esisterebbero neanche i tempi giudiziari per concludere l’indagine. Se Occhiuto verrà rinviato a giudizio o, al contrario, archiviato, probabilmente si saprà soltanto tra qualche mese, forse anche nel 2026. Per un’inchiesta che, lo ricordiamo, si basa sugli sviluppi della lite tra Occhiuto e il suo ex socio Paolo Posteraro per lo scioglimento della loro società privata. Il nulla di fatto, rispetto alle responsabilità del governatore calabrese.

Occhiuto è sereno, tranquillo, arci convinto di venire archiviato, in quanto è certo di essere totalmente innocente e di non aver mai commesso alcun illecito. “Sono molto soddisfatto e mi sento anche sollevato perché penso di aver chiarito ogni cosa, quindi confido in una celere archiviazione” ha detto dopo l’interrogatorio, da lui stesso richiesto più volte nei giorni precedenti. Ha sempre avuto un’attenzione maniacale ad ogni aspetto della legalità e della trasparenza nella sua gestione amministrativa regionale, come testimoniano tutti coloro che gli sono stati al fianco in questi quattro anni alla Cittadella Regionale. E proprio per questo un’inchiesta con l’ipotesi di corruzione lo ha particolarmente colpito anche rispetto alle sue personali sensibilità morali.

Eppure i vari super informati insistono sugli scenari apocalittici, che non trovano alcun riscontro nella realtà. Così si moltiplicano le leggende metropolitane sulle reali ragioni delle dimissioni di Occhiuto, che compiendo questo gesto si sarebbe piegato alla magistratura, secondo alcuni, ma secondo altri avrebbe sfidato i giudici. In realtà non ha fatto né l’una né l’altra cosa: non si è piegato, perchè contemporaneamente alle dimissioni si è ricandidato, e non ha lanciato alcuna sfida perchè ha sempre espresso fiducia e apprezzamento per i lavoro dei magistrati con cui è stato a stretto contatto in questi anni di lotta ad ogni forma di criminalità in Calabria.

Perché Occhiuto si è dimesso

La verità è che Occhiuto si è dimesso perchè, dopo l’inchiesta, ha capito che così non sarebbe potuto andare avanti. Nessun problema con gli alleati, con cui ha condiviso ogni passo. Nessun intrigo. Semplicemente, nell’apparato regionale qualcuno iniziava a defilarsi, altri iniziavano a temere di essere coinvolti nelle inchieste. Molti, tra dipendenti, dirigenti e funzionari, hanno ricordato i tristi epiloghi dei predecessori di Occhiuto, tutti falcidiati da inchieste giudiziarie: Oliverio, Scopelliti, Loiero. Manager e professionisti protagonisti dell’azione di governo di Occhiuto hanno iniziato a mollare, con l’orizzonte di un anno e l’esposizione a questo stillicidio giudiziario e mediatico. Occhiuto ha fatto una scelta difficile e coraggiosa: “non mi farò travolgere come gli altri, io sono diverso. E comunque devono decidere i calabresi“. Ecco perchè le elezioni anticipate: nell’unico interesse della Calabria.

Occhiuto ha capito che in queste condizioni non avrebbe potuto continuare a guidare la Calabria come ha fatto fin qui, in quanto la macchina amministrativa si stava paralizzando. Invece, in caso di rielezione, con un orizzonte di cinque anni e un rinnovato consenso democratico, intende proseguire nella strada fin qui tracciata. Che è straordinaria, nel merito delle cose, su tutti i fronti. Non c’è dubbio che mai nella storia della Calabria un Presidente avesse ottenuto risultati così meritori e virtuosi, dal turismo alla sanità, dall’ambiente ai trasporti. Occhiuto è riuscito ad invertire la narrazione della Calabria come Regione povera, ultima, esclusivamente terra di ‘ndrangheta e malaffare. Per la prima volta nella storia, la Calabria è percepita in modo diverso: una terra che ha eccellenze e lotta per rialzarsi, che merita di essere scoperta per le straordinarie destinazioni turistiche, che si apre al mondo con gli investimenti di Ryanair, che intende proporsi con modernità in una nuova centralità con l’alta velocità ferroviaria, il Ponte sullo Stretto, la nuova SS106 Jonica, i nuovi treni, i record del porto di Gioia Tauro e di tutto il sistema aeroportuale.

Ma Occhiuto ha lavorato molto anche sui grandi eventi, che hanno contribuito proprio a dare un’immagine della Calabria diversa e positiva. Ha intrapreso una lotta senza frontiere alle criminalità più balorde, quelle a danno dell’intera comunità come i reati ambientali, gli incendi, la depurazione, quindi tutto ciò che deturpava il mare e la terra su cui la Calabria deve puntare per il turismo e la bellezza, diventando un modello internazionale per l’uso dei droni. Ma anche con la sua stessa immagine e rappresentanza, Occhiuto ha invertito la concezione storica della Calabria come “terra di trogloditi“. Invece oggi viene considerata una Regione guidata da un politico serio, autorevole, con una dizione elegante (dettaglio non indifferente per la Calabria) e una serie di contatti di altissimo livello maturati nelle precedenti esperienze parlamentari.

Strategico il lavoro nel settore della sanità, la battaglia delle battaglie: i medici cubani, i concorsi, i nuovi ospedali, i nuovi corsi universitari. Il tutto nel contesto di una sinergia con il governo Meloni che gli ha consentito di mantenere ottimi rapporti con tutti gli alleati e di avere un filo diretto con Palazzo Chigi: mai la Calabria ha avuto tali condizioni ideali di leadership politica e amministrativa. Perderle sarebbe un peccato enorme. Chi vuole tornare ai politici che non riuscivano neanche a formare una Giunta Regionale che durasse più di una settimana? La gestione Oliverio la ricordano tutti anche perchè in questi giorni il Centrosinistra sta offrendo analogo spettacolo.

Il centrosinistra nel caos: siamo a Ferragosto senza candidato

Non sono in grado neanche di individuare un candidato, quando manca un mese e mezzo alle elezioni, figuriamoci cosa dovesse accadere con gli Assessori. Figuriamoci come potrebbero governare la Calabria, loro che fino alla scorsa settimana senza nessuna vergogna sbraitavano pubblicamente contro le elezioni, di cui evidentemente hanno paura. “Adesso non si vada a votare“, dicevano il giorno dopo che Occhiuto si era dimesso. Fino al giorno prima, pensando che non lo avrebbe mai fatto, incalzavano Occhiuto chiedendogli di dimettersi. Neanche i pagliacci del Circo…

Hanno paura, a sinistra. Una paura matta. Nessuno vuole candidarsi contro Occhiuto. Brancolavano già nel buio con l’orizzonte delle elezioni ad ottobre 2026, ma questo anticipo di un anno li ha ulteriormente tramortiti. L’ipotesi di Tridico nasce dalla scelta di un candidato di alto profilo, che possa giocarsi la partita con le stesse armi di Occhiuto: popolarità, autorevolezza, competenza e moderazione. Ma a quanto pare Tridico non ne vuole proprio sapere: preferisce rimanere a Bruxelles, troppo alto il rischio di perdere le elezioni per una figura così importante che non vuole compromettere la propria storia e credibilità con un agone politico che poco gli si addice. E che con ogni probabilità finirebbe male.

E allora c’è il caos: il Pd vuole che il candidato lo esprima il Movimento 5 Stelle nella partita di incastri con le altre Regioni dove i candidati sono già ufficialmente del Pd in Puglia, Toscana, Marche e Veneto, mentre il M5S ha la sola Campania. Ecco perchè non c’è mai stata discussione: in Calabria il candidato non può essere del Pd ed Elly Schlein non l’ha mai chiesto, anzi è paradossalmente la prima a riconoscere questa posizione al Movimento 5 Stelle proprio per non compromettere l’alleanza nelle altre Regioni.

Ma senza Tridico il M5S non ha nomi forti, autorevoli e spendibili sul territorio che mettano d’accordo tutti gli alleati. Avs rivendica una candidatura alle Regionali per il suo peso politico nella coalizione e ha scelto proprio la Calabria per questa sfida, ma se non sono credibili i nomi dei grillini figuriamoci quelli dei più estremisti di sinistra in una coalizione che vorrebbe unire anche Azione di Calenda (fino a ieri in consiglio con Occhiuto!) e Italia Viva di Renzi. Alla fine non è neanche da escludere che questo fantomatico “campo larghissimo” si divida: “perso per perso, andiamo per la nostra strada” è l’eco che rimbalza dai corridoi delle quotidiane ed estenuanti riunioni interpartitiche alla vigilia di Ferragosto.

Di questo, però, sulla grande stampa non parla nessuno. Giocano con le freccette al tiro al bersaglio con Occhiuto, raccontando ai loro lettori non la verità dei fatti ma soltanto i desiderata dei loro padroni. Quello che si sognano la notte. E poi a ottobre si scandalizzeranno se Occhiuto dovesse essere rieletto governatore (sarebbe il primo caso in assoluto nella storia della Calabria, dove mai un uscente è riuscito a rivincere). “Ma come, e l’arresto prima di Ferragosto? E il grande scandalo di corruzione?“. Erano solo i deliri di qualche compagno.