
Clan calabresi assolutamente a loro agio nel contrattare con i potenti “Cartelli Albanesi” l’importazione, in poco meno di tre mesi, di circa cinque tonnellate di marijuana, in grado anche di saltare l’intermediazione delle compagini delinquenziali brindisine, storicamente “in affari” con i narcos di stanza nel Paese delle Aquile. Il sodalizio criminale calabrese, se in una prima fase sfruttava gli oramai collaudati rapporti, intessuti nel tempo, tra i trafficanti brindisini ed i produttori albanesi, una volta reperiti i contatti ed aver acquisito la fiducia dell’organizzazione albanese, riusciva, senza alcuna difficoltà, a scavalcare gli intermediari pugliesi per contrattare direttamente con i fornitori. Secondo gli illeciti progetti, una volta raggiunte le coste pugliesi, i carichi di marijuana sarebbero stati divisi in più partite, pronte per essere cedute sulle molteplici “piazze” dislocate su gran parte del territorio italiano. L’inchiesta diretta da questa Procura della Repubblica – D.D.A. e svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – G.I.C.O./Sez. G.O.A. di Catanzaro, con la fattiva collaborazione dello S.C.I.C.O. di Roma e l’indispensabile supporto della Direzione Centrale Servizi Antidroga (D.C.S.A.), ha consentito di identificare tutti i 46 soggetti coinvolti, alcuni dei quali già ristretti per fattispecie contestate nell’ambito dell’Operazione “STAMMER”, ognuno dei quali ricopriva un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, dai traduttori ai corrieri, da coloro che avevano il compito di monitorare l’uscita delle vedette della Guardia di Finanza ai personaggi incaricati di curare l’arrivo degli emissari dei narcos albanesi più volte giunti nel nostro Paese, fino ai soggetti demandati per lo stoccaggio e la successiva rivendita della marijuana. Grazie ad una serie di serrate attività che impegnavano, in perfetta sinergia, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – G.I.C.O./Sez. G.O.A. di Catanzaro e il Reparto Operativo Aeronavale di Bari, nell’arco temporale agosto-ottobre 2016 sono stati eseguiti, nel mar Adriatico al largo delle coste brindisine, cinque interventi repressivi che hanno permesso di sequestrare in mare oltre 2770 kg di marijuana, ai quali si sommano ulteriori 90 kg sequestrati presso il porto di Ancona, di ricondurre due ulteriori importazioni di droga, rispettivamente pari a 1178 e 386 kg, oggetto di sequestro da parte della Guardia di Finanza di Brindisi, destinate ai clan calabresi e infine, grazie ad una mirata attività a posteriori, di ricostruire un’ulteriore transazione pari a 400 kg di marijuana che, giunta proprio presso il sedimento portuale di Ancona, raggiungeva la piazza di Milano, ove il sodalizio calabrese vantava eccellenti ramificazioni per l’immissione in commercio del narcotico. Oltre alla sostanza stupefacente, venivano sottoposti a sequestro anche 2 potenti acquascooter, 4 velocissimi natanti ed un autoarticolato. Le suddette operazioni portavano contestualmente all’arresto in flagranza di 11 soggetti, grazie al contributo prestato dai Reparti della Guardia di Finanza su attivazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro. L’intera operazione ha, inoltre, permesso di infliggere all’organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni. La droga complessivamente sequestrata, infatti, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato ai “grossisti” oltre 10 milioni di euro.
