
“In Calabria, dunque – osserva Nicolò – i fondi non vengono spesi e restituiamo somme cospicue di denaro all’Europa per l’inerzia della Giunta regionale che non riesce a progettare e programmare una azione significativa di rilancio dei comparti produttivi ed economici. Si riscontrano inoltre solo i proclami e gli annunci del Partito democratico per i ‘Patti per il Sud’, il decreto ‘Torno al Sud’, le Zes e la ‘Industria 4.0’ che sono policy rimaste esclusivamente sulla carta, senza incidere significativamente sull’economia meridionale che necessita, invece, di una strategia mirata a rivedere le politiche di austerità per il rilancio degli investimenti pubblici”.Commenta, ancora, l’esponente politico: “Non precipitiamo ancora più in basso nel comparto agricolo, finendo classificati nel Terzo mondo, solo grazie ai nostri agricoltori che rappresentano con i loro risultati una luce, pur deboli per l’annata sfavorevole, nel buio pesto economico-sociale calabrese. Nessuno si aspettava certo miracoli, dall’ultimo rapporto Svimez, con un governo regionale che non ha avuto finora soluzioni pronte e rimedi più appropriati alle tante problematiche che affliggono la Calabria.” “Serve un vero scatto di reni, che però neppure minimamente s’intravede – conclude Nicolò – un’assunzione straordinaria di responsabilità, che vada finalmente oltre gli annunci, a disancorare il Sud, e in particolare la Calabria, da una spirale in cui si rincorrono bassi salari, bassa produttività – il prodotto per addetto è calato cumulativamente nel periodo 2008-2016 del -6% nel Mezzogiorno, del -4,6% nel resto del Paese – bassa competitività, ridotta accumulazione e in definitiva minor benessere. Vi è il rischio concreto di recuperare i livelli pre crisi solo fra 10 anni rispetto alle regioni del Centro-Nord, con conseguenze devastanti per l’economia dell’intero Meridione”.