
“Ritenendo che le stesse logge massoniche, a rischio di strumentalizzazioni mafiose, avessero interesse ad accertare eventuali devianze, e’ stato chiesto ai rispettivi Gran Maestri in uno spirito di collaborazione – spiega in una nota la Commissione Antimafia – di trasmettere gli elenchi dei loro aderenti alle logge della Sicilia e della Calabria, regioni interessate dalle indagini e con un numero elevato di aderenti alla massoneria”. L’acquisizione degli elenchi risulta necessaria per constatare se tra gli iscritti vi siano soggetti appartenenti alla criminalità organizzata di stampo mafioso.La Commissione ricorda di aver piu’ volte reiterato l’invito “ricevendo, tuttavia, risposte del tutto negative o dilatorie,in nome del diritto alla privacy o, addirittura, contestando la stessa legittimazione dell’organo parlamentare all’acquisizione. “Tali obiezioni appaiono assolutamente pretestuose”, scrive l’Antimafia. “In un Paese democratico, non esiste associazione di sorta le cui esigenze interne possano prevalere sulle esigenze di tutela della collettivita'”, rileva la Commissione, presieduta dall’on Rosy Bindi. “D’altra parte – si rileva – le inchieste parlamentari sono un aspetto dell’esercizio della funzione legislativa, finalizzate a svolgere un’attivita’ conoscitiva per poi formulare proposte di carattere normativo”. Appurato il rifiuto dei Gran maestri a consegnare i documenti di interesse all’inchiesta parlamentare, ai sensi dell’art. 82 della Costituzione e della Legge istitutiva, del 19 luglio 2013, la Commissione oggi ha deliberato all’unanimità il sequestro degli elenchi, conferendo delega allo Scico della GdF di Roma di perquisire le quattro sedi nazionali delle obbedienze massoni. La Commissione, “nonostante non sia opponibile in questo caso il diritto alla privacy”, ha deciso che i dati contenuti negli elenchi saranno sottratti alla divulgazione.