
Ha coordinato i lavori il sociologo e giornalista, Antonio Iapichino, referent
Nell’introdurre il convegno, a cui hanno partecipato diversi amministratori locali, rappresentanti di associazioni del territorio ed esponenti di forze politiche, il presidente dell’Associazione organizzatrice, Fabio Pugliese, ha messo in risalto che da cinque anni la Ss 106 è considerata come la strada più pericolosa d’Italia. Ha spiegato che l’associazione è nata allo scopo di porre all’attenzione delle istituzioni preposte la questione della suddetta via di comunicazione. Il Gruppo Facebook del sodalizio conta circa 26 mila iscritti. Calabresi, anche residenti al di fuori della regione, che seguono con attenzione l’evolversi della vicenda. L’ingegnere Pugliese ha fatto notare i diversi interventi effettuati dall’associazione che egli rappresenta. Ci sono 25 cantieri pronti per mettere in sicurezza la strada. Non basta: è necessario far partire l’ottavo e il nono megalotto, rispettivamente quello del tratto fra Roseto e Sibari e quello di Sibari – Mandadatoriccio. Pugliese vuole interagire con la Regione per far scendere in Calabria il Ministro ai Lavori pubblici. Lo scrittore e saggista, nonché vicedirettore dell’Università popolare di Rossano, Gennaro Mercogliano ha detto che la letteratura non serve soltanto alla vita ma anche alla politica. Ha evidenziato che i giovani devono essere protagonisti attivi del progresso sociale. A giudizio del preside emerito Mercogliano il vero progresso della Calabria scaturisce da una sintesi: letteratura e politica devono crescere insieme per un futuro migliore. Mercogliano, inoltre ha sviluppato un excursus storico sull’importanza della Sibaritide e, al suo interno, Rossano. La 106, ha detto, è una strada in cui si muore quotidianamente, quindi, il bisogno di iniziative di sensibilizzazione ,a anche di proteste democratiche. Il sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti, ha evidenziato che negli anni sono state fatte solo parole su questa annosa problematica. A suo giudizio si trattato di <<incapacità dei governanti di saper investire in Calabria>>. Per Antoniotti lo sviluppo passa tramite la 106. <<Se non verrà realizzata questa strada saremo tagliati fuori>>. Ha fatto notare che si fa tanto per pubblicizzare la Calabria, ora anche a Expo, ma poi, le infrastrutture lasciano a desiderare e bloccano le opportunità di sviluppo. Al Primo cittadino di Rossano non sono mancate parole favorevoli verso la fusione dei due comuni di Rossano e Corigliano: <<Avremmo un maggiore peso rappresentativo. 80mila persone. L’unione dei comuni darebbe uno scossone, anche per il problema della Ss 106>>. Il presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Rossano, Carlo Plastina ha fatto notare che <<questo territorio non deve stare in silenzio>>. Ha lanciato degli input per una partecipazione attiva della cittadinanza. <<Chi ama la propria terra ha voglia di dare>>. C’è bisogno di fare gruppo e creare centri di studi sui problemi della Sibaritide. <<I nostri indici negativi>>, ha detto testualmente, <<possiamo invertirli soltanto noi calabresi>>. Ha parlato del decremento dei servizi di questo territorio. <<La colpa è della classe dirigente. L’assessore Pasquale Pedace del Comune di Calopezzati ha sottolineato il bisogno di un cambiamento culturale. <<E’ necessaria un’inversione di mentalità>>. Ci sono troppe vittime <<troppo dolore su una strada che non c’è>>. Il vicesindaco di Cropalati, Achiropita Ruperto, ha fatto notare che l’Associazione “Basta vittime sulla Ss 106” ha smosso le coscienze del territorio. <<Cropalati vuole dare il suo contributo e supportare le iniziative in favore della 106>>. Maria G
Ha concluso i lavori il poeta e scrittore, candidato al Premio Nobel per la Letteratura, Dante Maffia. Ha fatto risaltare l’indignazione del territorio e di ogni cittadino. Una strada realizzata nel 1928, allora, <<una strada importante>>, oggi non più adeguata ai tempi e ai nuovi flussi veicolari. Il professore Maffia ha lanciato un grido di guerra. <<Una battaglia, non solo per le tante vittime, ma senza strutture non si va da nessuna parte>>. Ha fatto notare che <<i morti sono anche nostri>>. Oggi c’è bisogno di <<riappropriarci del nostro patrimonio culturale. La storia è il nostro patrimonio. Un patrimonio che non possiamo perdere>>.
