“Le soluzioni ventilate dalle parti interessate, evidenziano l’assenza di una vera cabina di regia capace di trovare soluzioni efficaci e coordinate. Lo scenario che ne viene fuori appare estremamente preoccupante: invece di favorire l’integrazione tra le due sponde, rischiano di allungare i tempi di percorrenza“.
“L’unico aspetto sul quale c’è una convergenza sostanzialmente unanime è l’idea di dirottare il traffico pesante su Tremestieri, possibilmente facendolo corrispondere, sulla sponda calabra, a un nuovo attracco molto più a sud di quelli esistenti”.
“Destano allarme, invece, le soluzioni ipotizzate per il traffico leggero e urbano: l’attracco di Messina, per motivi meramente ideologici, verrebbe spostato da Rada S. Francesco all’interno del porto vecchio, con un allungamento dei tempi di percorrenza di oltre 15’, mentre a Villa verrebbe confermato quello attuale, prolungando fino ad esso la stazione FS”.
“L’attracco dei traghetti, – continua ancora Idone – dovrebbe essere concentrato nelle attuali banchine FS (con opportuni accorgimenti per evitare interferenze), eliminando in tal modo il passaggio di tutti i mezzi dal centro cittadino, ottimizzando l’uso dell’attuale piazzale d’imbarco FS, una volta liberato dal traffico pesante, destinandolo in parte anche a terminal dei bus extraurbani: la stazione FS, quindi, andrebbe prolungata verso Sud, non verso Nord!”.
“Probabilmente questa soluzione non verrà mai praticata per un motivo banale: non comportando opere faraoniche e investimenti milionari non fa gola ai decisori pubblici, che evidentemente hanno ben altri obiettivi, basti pensare allo sperpero di denaro per realizzare l’inutile stazione ferroviaria a valle dell’aeroporto” prosegue Idone.
“Sarebbe il momento giusto – continua Idone – per riunire tutti gli attori intorno ad un tavolo: l’ATAM, l’omologa azienda messinese, gli altri operatori del settore che offrono i collegamenti con il territorio contiguo alle due città, chi effettua servizi di trasporto marittimo e anche le Ferrovie, così si potrebbe dare vita all’Azienda Trasporti Integrati dello Stretto”.
“Certo, occorre una classe politica in grado di guardare al futuro, capace di progettualità strategica e non occupata esclusivamente in beghe di cortile: ma questa è la sfida, rispetto alla quale potranno essere anche giudicati i futuri candidati ai vari organi amministrativi” conclude Idone.