
“Sono vent’anni anni che l’Italia è impestata dalla corruzione, ma fino ad oggi, leggi e controlli effettivi zero o quasi, fino alla legge Severino che considero una legge da migliorare”, ha aggiunto il magistrato per il quale “corruzione non è solo violazione di un articolo del codice penale, ma significa meno soldi per le scuole, per i servizi essenziali, peggiore qualità della vita”.
Sulla penetrazione delle mafie al Nord, per Caselli “sono oltre 30 anni che la mafia è entrata nelle città del Centro Nord come affermava Dalla Chiesa già nel 1983, in questi 30 anni il fenomeno si è radicato come emerge dalle inchieste giudiziarie”. “Stupirsi che c’è la mafia al nord è come stupirsi del fatto che l’acqua bagna” ha rimarcato il magistrato: “non bisogna stupirsi che l’acqua bagna ma aprire l’ombrello e sul fronte del contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata in questi 30 anni pochi lo hanno aperto”.
In merito al libro scritto con Antonio Ingroia “vent’anni contro”, Caselli aggiunge: E’ un racconto di come il nostro paese è stato invaso di capitali che hanno radici mafiose, una mafia che in questi anni ha cambiato pelle, ha ucciso sempre meno e riciclato sempre di più, si è mossa senza rumore”.
