
Numerosi collaboratori di giustizia li hanno indicati come responsabili del traffico di droga. Maglione e Miraglia assegnavano ad altri loro referenti di zona ogni responsabilità nel rapporto con gli acquirenti; i referenti a loro volta garantivano appoggio logistico agendo, dopo l’avvio delle trattative e gli accordi di massima, in loro vece. La struttura dell’organizzazione e il metodo di distribuzione, oltre a garantire una sostanziale impermeabilità alle indagini, essendo controllato da un numero ristrettissimo di persone, rappresentava anche una sorta di “testa di ponte”, per la conquista di ulteriori settori del mercato della droga in continua espansione.
Numerosi i sequestri effettuati anche in Calabria: i soggetti criminali, già arrestati durante le indagini, si ponevano come acquirenti all’ingrosso di ingenti quantità di hashish evidenziando il ruolo fondamentale della camorra napoletana. L’altro gruppo, di minore spessore e comunque legato ai Ferrara-Cacciapuoti a sua volta era collegato ad una cellula criminale operante in Belgio.
