
“Trattandosi della seconda stagione, le selezioni sono state più rigide ed hanno portato alla individuazione di candidati molto qualificati e motivati. Le prove sono più dure e varie e prevedono anche delle trasferte all’estero, dove, tra l’altro, si è evidenziata la fondamentale importanza della conoscenza delle lingue straniere“.
Come si è avuto modo di vedere, voi giudici siete molto esigenti nei confronti dei concorrenti. Cosa pensi delle persone selezionate per partecipare a questa nuova edizione?
“I profili delle 14 persone selezionate presentano caratteristiche diverse come background sia culturale che professionale. Ci sono candidati provenienti da culture ed esperienze diverse, ed insieme alla manager o all’imprenditore c’è anche lo studente, ma tutti ben preparati“.
“Il lavoro di gruppo è un elemento essenziale per il successo. Da soli non si realizza mai un progetto ambizioso. Entusiasmo armonia, rispetto tra colleghi, spirito di collaborazione e visione comune sono le fondamenta di un Team vincente“.
Lavori da molti anni con Flavio Briatore, per questo sai già cosa potrebbe piacere o meno al Boss. Sei stata influenzata da questa tua consapevolezza nella scelta dei nuovi concorrenti o sei andata un po’ controcorrente rispetto ai “gusti” del leader del programma consigliandogli persone del tutto diverse rispetto ai suoi canoni?
Ci puoi dire almeno quali caratteristiche deve avere il potenziale futuro/a uomo/donna di affari che state cercando?
“Deve avere competenza e determinazione, deve essere un team player, sicuro di sé, autorevole ma mai arrogante“.
In un momento di crisi come questo, dare la possibilità di un contratto di lavoro ai giovani è importante. Pensi che questo reality possa dare un segnale ai datori di lavoro italiani e a tutti quei giovani che non hanno potuto o voluto partecipare ad un programma televisivo come il vostro?
“Un reality non può certamente incidere su una realtà complessa come quella attuale in Italia, caratterizzata da una profonda crisi economica e di valori. Ma penso che The Apprentice possa incidere per far capire ai giovani quanto sia importante sapersi metter in gioco con le proprie qualità, in una competizione dove alla fine è vincente solo il merito“.
Tu stessa, ad una nostra intervista dell’anno scorso, avevi dichiarato questo: “Penso che i giovani calabresi dovrebbero dimostrarsi più intraprendenti, darsi da fare, mostrarsi più flessibili … Ma soprattutto dovrebbero parlare con orgoglio della propria terra, avere a cuore il suo sviluppo e il suo futuro”. Quest’anno uno dei concorrenti del talent show è un cosentino, con un bagaglio culturale e lavorativo importante. Da reggina pensi che, rispetto a quanto ci hai detto lo scorso anno, qualcosa per quanto riguarda la nostra terra si sta iniziando a muovere o no?
“Non è facile percepire, nel breve arco di un anno, un’inversione di tendenza che porti a significative differenze. Ma le difficoltà che oggi il mondo del lavoro presenta, non solo al sud e non solo in Italia, non devono essere un alibi; i giovani non devono scoraggiarsi, ma prepararsi meglio e aprire i propri orizzonti, convincersi che oggi bisogna avere conoscenze e competenze che superino i limiti regionali o nazionali. Un contesto difficile può e deve essere un’opportunità. Un’occasione per non mollare perche’ se si vale davvero si emerge. Ed io vedo spesso nei giovani del sud delle competenze importanti, ma poco spirito d’iniziativa. E non mi stanco di ripetere: imparare piu’ di una lingua straniera. E chi non puo’ permettersi di andare all’estero per imparare ha valide alternative Oggi via web o tv è facilissimo avere accesso all’inglese, a film e programmi in versione originale. Non ci sono scuse!“
Il mondo del management, è risaputo, è sempre stato quasi prettamente maschile. Ma tu sei l’esempio che non solo una calabrese ma anche e soprattutto una donna può arrivare ad avere successo in questo ambito. Vuoi dare dei piccoli suggerimenti alle donne in gara nel talent?
“Io non ho mai considerato durante il mio percorso che essere donna o calabrese fosse un handicap, anche se ho sempre lavorato in contesti prettamente maschili. Il consiglio che posso dare non solo alle candidate di The Apprentice ma alle ragazze in generale e di non farsi auto-limitare mai dal pensiero che essere donna sia uno svantaggio. Coraggio, detarminazione ed etica professionale sono gli strumenti per riuscire, a prescindere dal sesso“.