Ampiezza di campo, sovrapposizione terzini e trequartisti stretti: come può giocare la nuova Reggina di Baroni. 4 sistemi di gioco attenzionati [GALLERY]

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Il nuovo allenatore della Reggina Marco Baroni in carriera ha utilizzato diversi moduli. Quale adotterà per questa squadra? I 4 sistemi di gioco attenzionati

Marco Baroni non è un’integralista. Parla per lui la sua carriera da allenatore. Molta difesa a 4, con alternanza di 4-3-3 (a Lanciano), 4-4-2 (a Pescara), 4-2-3-1 (a Novara e Benevento soprattutto) e 3-5-2 nelle ultime esperienze a Frosinone e Cremonese. Adatta il modulo in base ai calciatori a disposizione non solo dell’intera rosa, ma anche di settimana in settimana, modificandolo in caso di assenze o di atteggiamento dell’avversario.

Al netto di ciò, però, sembra avere impressa una filosofia ben precisa: non disdegna la mentalità offensiva, sfruttando la superiorità numerica con l’utilizzo “saggio” delle fasce e dell’ampiezza di campo. In fase di possesso, infatti, i due terzini sono soliti allargarsi molto, arrivando fino al fondo dopo lo spazio libero lasciato dall’esterno offensivo, che si accentra e rimane molto stretto insieme al trequartista e alla punta. Un lavoro importante è quello svolto dal riferimento centrale offensivo, che in fase di non possesso rimane molto alto, pronto a scattare in profondità in caso di immediato recupero del pallone. Uno dei “fedelissimi” di Baroni, a tal proposito, è Fabio Ceravolo, che ha saputo interpretare al meglio queste caratteristiche sia al Benevento che alla Cremonese. In quest’ultimo caso però, col 3-5-2, i due attaccanti si ritrovano sempre a dialogare nello stretto, pronti a buttarsi in mezzo per raccogliere i cross provenienti dalle fasce.

Venendo alla Reggina, la quantità di calciatori presenti (con la rosa al completo) e la duttilità di molti, può effettivamente permettere l’utilizzo di più sistemi di gioco, come scrivemmo su queste pagine già qualche settimana fa. Resta da capire se l’intenzione del nuovo tecnico è quella di rivoluzionare completamente assetto e mentalità sin da subito oppure lasciare tutto intatto – almeno all’inizio – per non sovraccaricare di nuove idee e dettami tattici i calciatori. In conferenza stampa ha aperto “con decisione” al possibile cambio modulo da subito. “E’ una soluzione”, ha detto su specifica domanda. Da non escludere, quindi, modifiche già dal match di sabato contro il Cittadella.

Di seguito, i vari sistemi di gioco che Baroni ha già attuato in passato con le sue precedenti squadre e che potrebbero fare al caso della Reggina.

Reggina con il 4-2-3-1

Il 4-2-3-1 a Benevento prevedeva la presenza di calciatori molto offensivi come Ciciretti, Falco e Melara dietro Ceravolo. I tre rifinitori, però, facevano anche un lavoro “particolare” in fase di non possesso. In questa Reggina, si può optare per soluzioni offensive come Menez o Rivas o più conservative come Di Chiara e Rolando, con Bellomo trequartista dietro la punta (vedi immagine 2 della FOTOGALLERY in alto).

Reggina con il 4-4-2

Modulo utilizzato a Pescara, prevede un gran lavoro degli esterni. Situm e Di Chiara, più offensivi, sopravanzerebbero Liotti e Rolando, i terzini, con i due davanti a dialogare e raccogliere i palloni provenienti dalle fasce (vedi immagine 3 della FOTOGALLERY in alto).

Reggina con il 4-3-3

E’ soprattutto a Lanciano che Baroni ha utilizzato questo modulo. Con l’attuale rosa amaranto sembrerebbero Menez e Rivas i più adatti a ricoprire il ruolo di ali a supporto dell’esterno, ma le tantissime alternative non mancano (vedi immagine 4 della FOTOGALLERY in alto).

Reggina con il 3-5-2

E’ più o meno il modulo che abbiamo visto finora. Crisetig, utilizzato come mezz’ala di recente, Baroni lo ha avuto in una sola occasione a Frosinone, quando subentrò a Longo a dicembre (ma Crisetig andò via a gennaio), schierandolo proprio mezz’ala (vedi immagine 5 della FOTOGALLERY in alto).

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