Covid-19, in Calabria è vaccinato l’82,1% degli over 60. Superato il 50% di vaccinati anche tra ventenni e trentenni: i DATI

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Covid-19, il punto sulla situazione epidemiologica e sulla campagna vaccinale in Calabria: dati molto confortanti

Sono 1.096.696 i calabresi che hanno già ricevuto almeno una dose di vaccino in base all’ultimo aggiornamento (ore 21:09 di ieri, sabato 24 luglio) sulla popolazione vaccinabile calabrese, cioè dai 12 anni di età in sù, pari a 1.688.617 cittadini. Si tratta di 851.585 calabresi che hanno completato il ciclo vaccinale, e di altri 245.111 che hanno fatto la prima dose e sono in attesa della seconda. In termini percentuali significa che il 50,43% dei calabresi con più di 12 anni di età è già vaccinato con entrambe le dosi, un altro 14,52% ha ricevuto la prima dose ed è in attesa della seconda, per un totale del 64,95% di calabresi vaccinati, mentre il 35,05% non si è vaccinato.

Molto interessante il dettaglio per fasce d’età: la percentuale dei vaccinati con più di 60 anni supera abbondantemente l’80%. In Calabria, infatti, vivono 553.808 persone che hanno più di 60 anni, e di questi ben 411.305 hanno già completato il ciclo vaccinale, mentre altri 43.732 hanno fatto la prima dose e riceveranno a breve la seconda, per un totale di 455.037 vaccinati pari all’82,1% della popolazione. Soltanto il 17,9% degli over 60 calabresi non ha ricevuto il vaccino, pari a 98.711 persone.

Ovviamente, in piena coerenza con la reale pericolosità del Covid-19, la percentuale dei vaccinati diminuisce sensibilmente per le altre classi di età più giovani, ma rimane comunque elevata. I cinquantenni (50-59 anni) che si sono sottoposti al vaccino sono il 70%, i quarantenni (40-49 anni) sono il 61%, i trentenni (30-39 anni) sono il 51%, i ventenni (20-29 anni) sono il 52%, i ragazzi 12-19 anni sono il 35%. Persino tra ventenni e trentenni, quindi, sono più i vaccinati che i non vaccinati, anche se di poco, in una fasce d’età in cui mortalità e letalità sono dello 0,0% e anche il rischio di ospedalizzazione è bassissimo per le persone sane e senza patologie.

Intanto il monitoraggio settimanale realizzato dal dott. Luca Fusaro rileva, nella settimana 17-23 luglio 2021, un incremento del 42,7% dei nuovi casi.

Aumentano gli attualmente positivi da 2.005 a 2.091 (+4,3%). Dal picco del 2 maggio si è passati da 15.225 a 2.091 (-86,3%).

Il 97,5% dei casi attivi è in isolamento domiciliare, l’2,3% ricoverato con sintomi, lo 0,2% in terapia intensiva.

Si registrano 3 ospedalizzati in più (+1 i ricoverati con sintomi, +2 pazienti in terapia intensiva). In dettaglio, dal picco del 26 aprile, i posti letto occupati in area medica sono scesi da 482 a 48 (-90%), mentre quelli in terapia intensiva, dal picco del 17 aprile, da 50 a 5 (-90%). Le persone in isolamento domiciliare, dal picco del 2 maggio, sono calate da 14.743 a 2.038 (-86,2%).

Il numero dei decessi sale da 2 a 8 (+300%) nell’ultima settimana, ma sono oscillazioni molto piccole che quindi determinano percentuali estremamente elevate. Nelle ultime 4 settimane i decessi sono stati 20 contro i 62 del periodo 29 maggio-25 giugno (-67,7%), un’indicatore molto più utile a capire il trend della pandemia.

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • nuovi casi settimanali: da 293 a 418 (+42,7%);
  • casi attualmente positivi: da 2.005 a 2.091 (+4,3%);
  • persone in isolamento domiciliare: da 1.955 a 2.038 (+4,2%);
  • decessi: da 2 a 8 (+300%);
  • ricoveri in terapia intensiva: da 3 a 5 (+66,7%);
  • pazienti ricoverati con sintomi: da 47 a 48 (+2,1%).

Incidenza settimanale per 100.000 abitanti e occupazione posti letto COVID

L’incidenza settimanale per 100.000 abitanti sale da 16 a 22 e per l’8ᵃ settimana consecutiva rimane sotto il limite di 50. I posti letto occupati, al 24 luglio, in area medica sono il 6,4% (52 su 818), in terapia intensiva il 2,6% (4 su 151).

Testing

Il numero dei tamponi settimanali cresce da 12.833 a 12.953 (+0,9%), in media 1.850 al giorno.

 

Tasso di positività

Il tasso di positività è un indicatore della diffusione di una epidemia. Viene definito come il rapporto tra il numero di positivi rispetto ai tamponi effettuati. Un’altra possibile definizione considera i “casi testati” al posto dei tamponi. La ragione di questa definizione alternativa è dovuta al fatto che il numero di tamponi include anche quelli di controllo effettuati per accertare la guarigione di un soggetto positivo.

Il tasso di positività, calcolato sui tamponi, passa da 2,28% a 3,23%, evidenziando un piccolo aumento nella circolazione del virus nella popolazione, comunque ancora molto contenuto e lontano dai mesi scorsi (ancora ampiamente inferiore persino a maggio e inizio giugno). Una tale percentuale fa sì che si sono dovuti analizzare 31 tamponi per trovare un positivo (tamponi settimanali/casi settimanali).

L’aumento dei casi, da 293 a 418 (+42,7%), è dovuto esclusivamente alla maggiore circolazione del virus, infatti il tasso di positività è cresciuto da 2,28% a 3,23% mentre l’attività di testing rimane pressoché stabile (+0,9%). Dei 2.091 casi attivi il 97,5% è in isolamento domiciliare e gli ospedalizzati sono in totale 53 (+6%), 1 ogni 35.429 abitanti, di cui 48 (+1) ricoverati con sintomi (+2,1%) e 5 (+2) in terapia intensiva (+66,7%).

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