Scilla: il musicista Luigi Gaetano Gullì fu omaggiato nel 1889 da Gabriele D’Annunzio nel romanzo “Il Piacere”

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Scilla: il musicista Luigi Gaetano Gullì fu omaggiato nel 1889 da Gabriele D’Annunzio nel romanzo “Il Piacere” per il suo tocco magico alle tastiere del pianoforte

Luigi Gaetano Gullì nacque a Scilla il 16 giugno del 1859 da Giuseppe e Annunziata Delfino. Luigi era l’ultimo di nove figli, e in famiglia respirava questa passione musicale, dove il padre oltre ad essere un apprezzato avvocato era un cultore di musica. La madre, si dedicava al canto e spesso il marito, l’accompagnava alla spinetta. Il fratello maggiore Domenico divenne compositore e direttore della locale banda musicale per la quale si dilettava a comporre dei piccoli brani e si impegnava come insegnante dei piccoli allievi. Anche le sorelle erano affascinate dalla dolce arte, tanto che la casa di piazza San Rocco era considerata a Scilla un vero e proprio centro musicale della lirica. Tuttavia, il talento di Luigi non aveva eguali, era un bambino prodigio che a soli sette anni, tenne il suo primo concerto a Reggio Calabria. La sua esecuzione fu accompagnata da continue interruzioni per i fragorosi applausi che sottolineavano i passaggi più difficili. Questo concerto suscitò un tale entusiasmo che l’Amministrazione provinciale, lo mandò a proprie spese al Regio Conservatorio di Napoli “San Pietro a Maiella” dove studiò sotto la giuda dei maestri Beniamino Cesi e Lauro Rossi. Diplomatosi in pianoforte si trasferì a Roma dove in poco tempo divenne uno dei prediletti dei salotti aristocratici della capitale. Qui stringe una salda amicizia con Gabriele D’Annunzio, il quale, tra l’altro, gli dedicò un passo nel suo primo romanzo “Il Piacere”, uscito nel 1889, «Luigi Gullì, un giovine maestro venuto dalle natali Calabrie in cerca di fortuna, nero e crespo come un arabo, eseguiva con molta anima la Sonata in do diesis minore di Ludovico Beethoven. La marchesa d’Ateleta, che era una sua proteggitrice, stava in piedi accanto al pianoforte, guardando la tastiera. A poco a poco la musica grave e soave prendeva tutti que’ leggeri spiriti ne’ suoi cerchi, come un gorgo tardo ma profondo». Lipsia, Copenaghen, Berlino, Oslo, Parigi, lo videro protagonista di indimenticabili interpretazioni a tal punto da entrare nelle cronache del prestigioso “Le Figarò”. Il 31 dicembre del 1886, il consiglio comunale di Scilla plaudendo per i “successi massimi riportati nelle arti musicali nel suo recente viaggio al estero”, gli rivolse un “saluto d’ammirazione” e stabilì di porre una sua fotografia nella sala consiliare. La foto presente in municipio sino agli anni Venti fu sottratta da mano ignota.

Pur tra tanti impegni, Luigi Gullì non dimenticò mai la sua terra, tornò frequentemente nella sua Scilla e soggiornò spesso tra le frescure della sua villa di Melia. “Sfumature”, “Foglio d’album”, “Movimento di valzer”, sono alcune delle sue composizioni custodite presso il Conservatorio di Roma. Nel 1897 costituì un proprio gruppo concertistico, il Quintetto Gullì, i cui componenti erano il primo violino Roberto Fattorini, il secondo violino Raffaele Zampetti, E. Marengo alla viola e Tito Rosati al violoncello. Il gruppo organizzò numerose tournée in Italia e al estero riscuotendo dappertutto un clamoroso successo di critica e di pubblico. Della sua vita e soprattutto dell’opera di Luigi Gullì si conosce molto poco, anche perché vi è una documentazione molto scarsa. Per avere un saggio della sonorità di Gullì, sono disponibili rare incisioni che meriterebbero una maggiore diffusione. Per la grande fama acquisita, Luigi Gullì fu chiamato molte volte a suonare in concerti al cospetto della famiglia reale, ricevendone in dono una pipa con lo stemma dei Savoia e una spilla con brillanti a forma di M regalatagli dalla regina Margherita. Era timido e schivo e rifuggiva dalle occasioni mondane, ma fu insignito di diverse onorificenze, tra le altre numerose fu nominato membro onorario della Regia Accademia di Santa Cecilia. Nel 1896 eseguì un giro di concerti in molte città della Norvegia, sempre molto affollati ed applauditi, tanto da essere inserito nell’albo d’oro della Norvegia, un riconoscimento molto ambito e concesso molto raramente ad artisti stranieri. Qui conobbe Edvard Grieg con cui strinse una affettuosa amicizia, che ne apprezza le doti musicali, la modestia e la semplicità d’animo. Nel 1912 si recò negli Stati Uniti d’America, dove assunse la direzione della scuola musicale di Sherman nel Texas, dove fu molto apprezzato e vi rimase per circa un anno, trasferendosi successivamente a Chicago, dove la sua scuola “College of Music” era la più frequentata e rinomata della città. In questo periodo si esibì in numerosi concerti, sempre accompagnato da un grande successo. Per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute decise di ritornare in Italia. S’imbarcò sul piroscafo “Dante Alighieri” il 5 marzo 1918. Al settimo giorno di navigazione, fu colpito da un mortale attacco di uremia che mise fine alla sua esistenza. Erano le ore sette del mattino del 12 marzo 1918. Fu sepolto in mare alla mezzanotte di quello stesso giorno.

Enrico Pescatore

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