Viaggio nella storia di Reggio Calabria: alla scoperta di Giuseppe De Nava, a cui è dedicata una statua nell’omonima piazza al centro città
Idee, progetti, frenate di ogni tipo, confronti, scontri, botta e risposta, burocrazia a passo di lumaca. In questo periodo, di nuovo – e non è la prima volta – si sta facendo un gran parlare di Piazza De Nava, zona nord del Corso Garibaldi (di fronte al Museo) che potrebbe essere oggetto di riqualificazione. In queste settimane tantissimi esponenti politici e associazioni hanno affrontato l’argomento disponendosi contro o a favore dei lavori che dovrebbero cambiare il volto – senza stravolgerlo – della nota piazza.
Ma la curiosità di queste settimane ha portato la nostra redazione a conoscere un pezzo di storia di Reggio Calabria. Non della piazza in sé o dei progetti iniziati o bloccati, bensì del personaggio a cui è dedicata l’area: Giuseppe De Nava. Si tratta infatti di uno degli esponenti politici più importanti e influenti in Italia tra ‘800 e ‘900, nato in riva allo Stretto il 23 settembre 1858 e sempre vicino – anche negli anni lontano dalla Calabria – alle vicende della sua terra.
Giuseppe De Nava: dalla Laurea in Giurisprudenza alla candidatura, e vittoria, a Bagnara
Giuseppe De Nava: la sensibilità verso i problemi del Mezzogiorno, della Calabria e della sua Reggio
Tra le sue doti maggiori, quella dell’onesta e della praticità e concretezza, che hanno ben bilanciato quelle poco avvezze legate all’aspetto oratorio e comunicativo. Sin dall’inizio della sua carriera politica nazionale è sempre stato vicino ai problemi del Mezzogiorno e della sua Reggio. Alla Camera si è occupato molto della questione dei lavori pubblici, approfondita nel corso del suo incarico come membro del Consiglio delle miniere sotto il Governo Di Rudinì, in cui conosce in maniera specifica i problemi e le esigenze della grande industria nazionale. Altri impegni sono quelli verso le innovazioni ferroviarie – in particolar modo la riduzione delle tariffe da e verso il Sud – verso la lotta all’alfabetizzazione e per quanto riguarda la riforma dei catasti e delle bonifiche.
Giuseppe De Nava: l’ideologia di destra e i più importanti incarichi governativi
Nel 1912 si dichiara a favore del suffragio universale, seppur lamentando l’alto tasso di analfabetismo e i brogli elettorali e puntando il dito contro una magistratura “morbida”. Nel 1916, invece, diventa Ministro dell’Industria, Commercio e Lavoro nel Governo Boselli, impegnandosi in prima persona per quanto riguarda le assicurazioni contro gli infortuni in agricoltura e contro le malattie e stilando uno schema propositivo dal nome “Lavori e studi da compiersi per la preparazione alla pace e al dopoguerra” in cui sono proposte una serie di iniziative in favore della pianificazione economico-politica da attuare per la ripresa al termine della Prima Guerra Mondiale.
Brevi parentesi governative sono invece quelle come Ministro dei Trasporti nel Governo Orlando, Ministro dei Lavori Pubblici e poi delle Finanze nel Governo Nitti e Ministro del Tesoro del Governo Bonomi. E’ qui che riesce ad avere la spinta per dare una mano ai territori dello Stretto colpiti dal terremoto attraverso una forte opera di ricostruzione delle zone colpite.
Giuseppe De Nava: l’adesione al fascismo e l’improvvisa morte
Nell’estate del 1922, in seguito alla crisi del primo Governo Facta, il Re Vittorio Emanuele III chiede a De Nava di formare un nuovo Governo, ma quest’ultimo rifiuta proprio per i vari contrasti tra partiti, non assumendosi la responsabilità dell’alta carica dello Stato in un momento così delicato e anche in concomitanza delle sue non ottimali condizioni di salute.
Con la formazione del secondo Governo Facta, De Nava rimane fuori dai “posti centrali”, appoggiando col tempo posizioni fasciste e viene inserito – nel 1924, con la XXVII legislatura – nel cosiddetto listone fascista. Nonostante la resistenza dei vertici fascisti reggini, Michele Bianchi impone il nome di De Nava all’interno della lista nazionale, lasciando fuori Colosimo e Fera, per vincere le elezioni del 1924. De Nava, però, abbandonata l’ipotesi di ritirarsi a vita privata nonostante le cattive condizioni di salute, muore a Roma il 27 febbraio del 1924 nel pieno della campagna elettorale.
Nel suo testamento, dona la villa di famiglia al Comune di Reggio Calabria, insieme alla raccolta libraria e documentaria. Questa, unita alla Comunale, diventa l’attuale Biblioteca Comunale “Pietro De Nava” dedicata alla memoria del fratello.