Coronavirus, “sei Regioni in zona arancione dal 7 gennaio”: il Governo pensa a misure più severe, ecco le ipotesi

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I Ministri Speranza e Boccia starebbero pensando alla modifica dei criteri per l’Rt per varare nuove restrizioni: rischia la Calabria, ma non la Sicilia

Agli italiani non è bastato trascorrere in zona rossa il periodo delle festività di Natale e Capodanno, il Governo e il Comitato tecnico scientifico sono al lavoro per varare la nuova stretta a partire dal 7 gennaio. La seconda ondata di contagi non accenna a mostrare tregua e così i capidelegazione torneranno a riunirsi per studiare una zona gialla “rafforzata” da far scattare dopo l’Epifania, ovvero quando scadranno i termini del Dpcm natalizio. Secondo quanto riporta La Repubblica, al momento le ipotesi al vaglio sono due: modificare i criteri per l’Rt, in modo da poter decretare con numeri anche meno emergenziali zone arancioni e rosse regionali, oppure introdurre nuove restrizioni per istituire zone rosse nei weekend sull’intero territorio italiano. Significherebbe chiudere bar, ristoranti, negozi, centri commerciali, oltre a vietare i movimenti non essenziali, nei giorni di sabato e domenica.

I ministri Roberto Speranza Francesco Boccia, sostenuti dal capodelegazione del Pd Dario Franceschini, sono pronti a promuovere assieme il nuovo intervento, senza attendere la scadenza dell’attuale Dpcm (15 gennaio), ma procedendo con un’ordinanza-ponte (per quanto riguarda il meccanismo dell’Rt) che venga poi assorbita in un decreto. L’idea sarebbe quella di far scattare le zone arancioni e rosse con soglie più basse dell’Rt quando l’incidenza dei casi sulla popolazione – calcolata tenendo conto delle ultime due settimane – si mostri superiore a un certo livello, ancora da fissare: di certo, comunque, più alto dell’attuale soglia di “tranquillità” fissata a 50 casi ogni 100 mila (che già oggi tutte le Regioni superano ampiamente). Ma a che livello di Rt scatterebbero le chiusure? Oggi la zona arancione parte da 1,25, quella rossa da 1,5, col nuovo criterio però diventerebbero rispettivamente 1 e 1,25 (calando dunque di 0,25).

Se così fosse, in base ai dati di mercoledì scorso finirebbero subito in zona arancione almeno tre Regioni (Calabria, Liguria Veneto) – e proiettate verso il livello rosso nei monitoraggi successivi – altre tre sarebbero in bilico perché superano l’1 (BasilicataLombardia Puglia) e altre tre si candiderebbero alle restrizioni con i dati della prossima settimana, già ballando di pochissimo sotto la soglia di 1 (Emilia RomagnaFriuli Venezia GiuliaMarche). Esclusa dunque la Sicilia, ma si parla comunque di una buona parte d’Italia in cui sarebbero chiusi bar e ristoranti, vietati gli spostamenti tra comuni.

C’è poi l’altra cartuccia a disposizione dell’esecutivo: l’idea di rafforzare la zona gialla nazionale. Si prenderà in prestito il modello delle feste fissando per un mese (fino dunque alla prima settimana di febbraio) una zona rossa nazionale per i giorni festivi e prefestivi. Chiusi dunque negozi, ristoranti, bar, vietata la circolazione se non per ragioni motivate. Uno sforzo che servirebbe anche a mettere a regime il pessimo inizio della campagna vaccinale, troppo lento in questa prima settimana. Affinché il vaccino abbia effetto bisognerà aspettare ancora diversi mesi, le strutture ospedaliere hanno bisogno di sostegno per sostenere la pandemia, ma sicuramente il Coronavirus non si ferma nell’attesa che il Governo prenda una decisione.

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