Emergenza Rifiuti, Falcomatà piagnucola per un complotto che non c’è ma nel 2014 diceva “datemi 6 mesi e risolvo tutto”

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Emergenza rifiuti a Reggio Calabria, le parole di Falcomatà che nel 2014 chiedeva “sei mesi di tempo per risolvere tutto”

Il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, continua a piagnucolare per un complotto che non c’è: ieri sera inaugurando la sua campagna elettorale a piazza Castello, e violando palesemente le norme anti-Covid, il Sindaco del Pd ha continuato a parlare di boicottaggio contro di lui per giustificare le inefficienze della raccolta dei rifiuti. Addirittura ha aggiunto che il “porta a porta“, cioè la vera causa del disastro della città, sarebbe la “soluzione” al problema. Eppure sul tema rifiuti l’attuale Sindaco uscente ha già perso ogni credibilità: era novembre 2014 quando si era insediato da qualche settimana e a Reggio iniziava la grande emergenza che ci siamo trascinati fino ad oggi. In realtà la situazione era molto meno grave rispetto a questi mesi, perchè l’eliminazione dei cassonetti e il passaggio al porta a porta ha spostato il problema, che fino a quel momento era limitato esclusivamente alle aree in cui c’erano i cassonetti, estendendolo ad ogni portone di ogni cittadino e quindi ingigantendolo enormemente.

In quelle pubbliche dichiarazioni di novembre 2014, Falcomatà chiedeva 6 mesi di tempo per risolvere tutto. In una lettera che inviava all’allora ministro all’ambiente Galletti e all’allora Presidente facente funzion idella Regione Stasi, Falcomatà chiedeva una proroga di 6 mesi rispetto alla possibilità di conferire quantità di rifiuti eccedenti i limiti indicati dalla legge, “per consentire a quest’amministrazione, da poco insediatasi, di affrontare in maniera efficace e definitiva l’emergenza, adottando misure necessarie per l’adeguamento della normativa nazionale ed europea e l’avvido i un efficiente e sostenibile riciclo dei rifiuti“.

Adesso che ne sono passati 6 non di mesi ma di anni, in una città normale sarebbe quel Sindaco stesso – o quantomeno il suo partito – ad evitare di ripresentarsi alla cittadinanza per chiedere un “secondo tempo“, perchè non vuole “lasciare le cose a metà“, quantomeno per senso del pudore e dell’imbarazzo.

Anche perchè se questi sono stati i risultati del primo tempo, se questo è soltanto un disastro a metà, non osiamo immaginare cosa potrebbe accadere a Reggio qualora Falcomatà venisse incaricato di completare l’opera.

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