Trapani, Caruso: “il lavoro avviato con i tecnici dell’UNICAM promette bene”
“Da un anno – ha affermato Gilberto Pambianchi, Ordinario di Geomorfologia e Geografia Fisica dell’Università di Camerino e Presidente Nazionale dei Geomorfologi Italiani, coordinatore del gruppo di ricerca – stiamo lavorando ad un progetto di ricerca molto importante e riguardante il sito archeologico di Selinunte, in Sicilia. Siamo riusciti a delineare, attraverso indagini di campagna e con la termo-camera, gli ambienti naturali dei primi insediamenti, dunque una realtà non ancora venuta alla luce, ma che è sotto. Tali immagini le mostreremo alla stampa di tutto il mondo il 16 Gennaio alle ore 10 con un briefing stampa che faremo proprio nel sito archeologico di Selinunte ed esattamente sull’area individuata ed il 17 Gennaio con una convention ufficiale presso Baglio Florio nel Parco Archeologico di Selinunte. Siamo riusciti anche ad individuare sul paesaggio alcune tracce, molto probabilmente correlate a terremoti, frane, alluvioni del passato che ora dovremmo inquadrare nel tempo. Questi indizi ci consentiranno di registrare una memoria storica estremamente importante per le politiche di prevenzione e di tutela dei siti archeologici in Sicilia ma ovunque, in tutta Italia. A breve eseguiremo una serie di mirati e programmati sondaggi geognostici, strategicamente ubicati nell’area del Parco e fondamentali alla taratura geoarcheologica, stratigrafica, cronologica e paleo ambientale del sito. Effettueremo dunque sul territorio dei sondaggi meccanici con una larghezza del foro di circa 10 cm ed una profondità variabile dai 5 ai 30 metri. Le carote estratte saranno identificate ed archiviate su apposite cassette catalogatrici depositate presso i laboratori del Parco di Selinunte e quindi messe a disposizione dei ricercatori archeologi, botanici, geologi, storici, climatologi ed esperti di storia dell’alimentazione. Infatti grazie allo studio dei materiali delle carote si potrà risalire alle condizioni climatiche passate, allo stato della vegetazione e, con un po’ di fortuna, anche alla alimentazione degli abitanti di Selinunte”.