Polistena: bicchieri di plastica e bottiglie di alcool devastano la zona del Duomo e della Chiesa della SS. Trinità

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Bicchieri di plastica e bottiglie di alcool devastano la zona del Duomo di Polistena e della Chiesa della SS. Trinità

Il comitato di Quartiere D’Annunziata di Polistena ha scritto un lungo comunicato stampa denunciando la situazione di degrado e sporcizia che interessa le zone del Duomo e della Chiesa della SS. Trinità. “Per il piacere di chi esce, per la pace di chi dorme, per il rispetto di chi vive NOTTI DI ORDINARIA FOLLIA. Sarà il desiderio e il bisogno di trasgressione o il fatto che una volta che ci si incammina sulla strada della dipendenza dall’alcool non c’è possibilità di ritorno, ma è un dato di fatto che a Polistena ormai si assiste allo scempio che del cuore antico della nostra cittadina fanno le nuove generazioni. Sembra impossibile, ma un esercito di decine di ragazzi/e riesce a mettere in scacco un intero quartiere della città. Succede ormai da circa 2 anni, quasi ogni fine settimana dell’anno e per tutta l’estate, ogni sera, a notte fonda, in alcune vie del centro storico, vicino a due delle principali Chiese cittadine: il Duomo di Polistena e la Chiesa della SS. Trinità. Non sono delinquenti incalliti, solo ragazzi (spesso anche minorenni) che bevono, bevono tanto, troppo. Assumono alcolici (di ogni tipo e verosimilmente di bassa qualità) a 1 euro a bicchierino nei locali della cosiddetta “movida polistenese”. Tali locali forniscono ai ragazzi anche le bottiglie di birra e il bicchiere di plastica con cui girare per le vie e le piazze adiacenti, oggetti che, puntualmente, vengono abbandonati per strada o sulle soglie delle abitazioni, senza che i responsabili incorrano in alcuna sanzione”, scrive il comitato.

“Oltre la mezzanotte, Piazza della Repubblica, Piazzetta Garibaldi, vico Cafio, Via Mantova e dintorni sono invasi da musica a tutto volume e da decine di ragazzi in gruppi che saltellano e cantano a squarciagola intonando cori da stadio, suonando percussioni e i citofoni delle case, presi d’assalto per le follie notturne di gente ubriaca e senza più freni inibitori. Le macchine parcheggiate davanti alle case vengono danneggiate, le antenne e i tergicristalli rotti: addirittura l’insegna turistica della Chiesetta dell’Annunziata è stata divelta dal marciapiede dov’era fissata con robusti bulloni. Questa non è sana allegria, né svago in compagnia, anzi, purtroppo, c’è di più. Dopo due/tre ore di alcool e musica, schiamazzi e grida, malesseri e vomito, i nostri poveri giovani ubriachi proseguono la loro serata con i bisogni fisiologici che, impellenti, indirizzano verso le porte delle case e della chiesetta del quartiere. La serata si abbrutisce nel degradante spettacolo di ragazzine mezze nude che, vicino ai portoni e sui marciapiedi, tra i fumi dell’alcool – e di chissà cos’altro – si perdono nel sesso. Nessuno li ferma … mentre gli abitanti cercano di dormire. Quando si arriva a notte tarda (le tre del mattino) lo scenario non cambia, anzi peggiora: si passa a un altro “divertimento”, ripulire con tovaglioli di carta (richiesti nei locali) i ragazzi che hanno vomitato (ma non i portoni i marciapiedi o i vasi presenti nelle strade e quelli privati adiacenti alle case) ovviamente anche questi, finiscono a terra come il piscio, il vomito, i bicchieri di plastica, le lattine, le cannucce, le bottiglie, i cocci di vetro e le centinaia di mozziconi di sigarette sparse come semi in un campo” prosegue.

“Un tale sudiciume, che sporca i gradini e le porte delle loro case, trovano i bambini che abitano nel quartiere usato dai giovani della notte per i loro “giochi” quando escono la mattina seguente per andare a scuola. No, nemmeno stasera ci sarà chi dovrebbe intervenire per ricondurre alla ragione un manipolo di ragazzi. Anche stasera si lascerà fare, e i giovani lo sanno bene. Sanno che nel centro storico di Polistena potranno fare tutto quello che altrove è vietato. Quando poi ci scappa la rissa – e ce ne sono state (l’ultima in Piazza della Repubblica) c’è il fuggi fuggi generale. Quando qualche abitante del quartiere, stremato e al limite della sopportazione, esce di casa per sgridarli, a volte si allontanano velocemente, altre minacciano pure. In genere, non sembrano pericolosi sono solo sbronzi qualche volta cercano lo scontro, e ogni sera qualcuno di loro finisce all’ospedale vicino perché sta male, qualcuno ci arriva addirittura in coma etilico. È un vero disastro, una vera emergenza sociale. Lo sanno tutti, ma nessuno interviene, né per salvaguardare la quiete dei residenti, né per impedire che questi giovani mettano a repentaglio la propria salute e la propria vita. Eppure non si tratta di schierare l’esercito, solo di ricordare a qualche centinaio di ragazzi “normalissimi”, la buona educazione e il rispetto delle regole della convivenza civile. L’impressione dei residenti e di quei titolari di pubblici esercizi che rispettano le regole e che, non di rado, chiedono aiuto al 113 è che le istituzioni tutte abbiano abdicato al loro ruolo di regolamentazione e controllo del territorio abbandonando deliberatamente il centro storico, e non solo, alla sporcizia e al degrado” continua.

“Ma il pericolo il pericolo c’è ed è evidente, forse anche peggiore di quanto si possa immaginare; si nasconde nell’ombra dei vicoli, pronto a danneggiare le vite di ragazzi che non hanno più volontà, né lucidità per decidere. Inoltre, l’aspetto più triste e terribile della “mala movida” che ogni notte, passate le tre/quattro, peggiora un po’ di più rispetto alla notte precedente, è la sensazione dell’impunità – e di fatto l’impunità stessa – che spinge tutti a pensare che la nostra Polistena si sia trasformata nel “Paese dei balocchi”, nella terra di nessuno, in una zona franca per maleducati, ubriachi, caciaroni e gente “alterata” nella psiche e nella volontà, tanto non c’è nessuno che fa rispettare le regole, che salvaguarda i cittadini e mette fine a questo scempio, nonostante i disperati e reiterati appelli dei residenti. Noi continuiamo a sperare, malgrado l’evidenza di una lotta contro i mulini a vento, che le istituzioni, sempre più lontane dai bisogni della gente, trovino la maniera di slegarsi da assurde e incomprensibili pastoie burocratiche e facciano tornare la serenità e la certezza del diritto nelle famiglie, nel rispetto per le persone e per le abitazioni e nel decoro della vita civile che Polistena ha sempre conosciuto nella sua storia” conclude.

 

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